Domanda:
Cosa?ANCHE IN BIOETICA NON SI RISPONDE ALLE DOMANDE DI SENSO?
anonymous
2010-07-12 06:42:11 UTC
Intervista al neonatologo Carlo Bellieni

di Antonio Gaspari

ROMA, domenica, 11 luglio 2010 (ZENIT.org).- Il prof. Carlo Bellieni, neonatologo e bioeticista, ha recentemente pubblicato sull’Osservatore Romano un editoriale dal titolo “Tante tecniche ma poche ragioni” in cui affronta i problemi scottanti della bioetica da un punto di vista innovativo.
Secondo il prof. Bellieni i mezzi di comunicazioni di massa si preoccupano di fornire risposte tecniche, utilitaristiche, commerciali ai problemi di bioetica, invece di approfondire e trovare le risposte alle domande di senso che crescono sempre di più.
ZENIT lo ha intervistato.
Prof. Bellieni, ci vuole parlare di cosa intende dire quando parla di un’etica delle conseguenze?
Bellieni: Si tratta del fatto che chi determina il dibattito sulla bioetica nei mass media, evita di porre assolutamente l’accento sulla prevenzione dei fenomeni, moltiplicando il peso in spazio concesso ai possibili “rimedi” che l’industria produce a piè sospinto. Ad esempio tutti finiamo per dividerci tra “proibizionisti” e “non proibizionisti” sul tema della droga, ma nessuno si interroga sul perché ci si droga. E così si finisce per far sembrare che il problema si risolva o con la prigione o con lo spinello libero. Mentre il problema è più profondo, tocca l’animo dei giovani, che non hanno più un senso per vivere e finiscono nello sballo solo perché nessuno li aiuta a pensare. E questo livello di dibattito, censurato, quello sulle motivazioni, è quello che interessa il mondo laico, in cui troviamo molti alleati.
Ci può fare altri esempi?
Bellieni: L’eutanasia segue lo stesso criterio: sui giornali trova spazio solo il dibattito sulle modalità di esprimere le “ultime volontà”, e nessuno si domanda perché un anziano o un malato chiedono di morire, a fronte di mille altri che nelle stesse condizioni non lo fanno. Ambiente poco stimolante? Depressione non curata? La ricerca scientifica ci spinge a cercare in questo senso, ma sui media questo non appare. Se invece affrontiamo così il problema, non solo troviamo inaspettati alleati tanti scienziati, ma aiutiamo ancor più la popolazione.
Come contrastare questa censura?
Bellieni: Riconoscendola. E riconoscendo che non avviene per caso. E’ una corrente filosofica forte il consequenzialismo, branca dell’utilitarismo, che soppesa le azioni non per i valori che le animano, ma per le conseguenze che determinano. Ed evita che ci si interroghi proprio sui valori, che ormai –vorrebbero - non dovrebbero più interessare nessuno. Ma lascia insoddisfatti, ripeto, soprattutto gli studiosi medici, sociologi e biologi, delle cause dei problemi.
E’ una visione innovativa la sua, dato che tutti rischiamo di seguire il pensiero unico diffuso dai mezzi di comunicazione di massa.
Bellieni: Penso di sì, perché è un richiamo all’uso della ragione, che coniuga l’attenzione verso novità potenzialmente preoccupanti nel comportamento quotidiano, con l’attenzione alle motivazioni che ci spingono ad accettarle. Sottolineo che la ricerca delle cause non significa che ha meno valore la lotta delle conseguenze indesiderate e che fortunatamente c’è chi si dedica con fatica anche a questo versante di frontiera. Ma devono coesistere, altrimenti all’esercito di prima linea manca la fureria, le comunicazioni, la retroguardia, il genieri.
Lei fa l’esempio della procreazione.
Bellieni: certo, perché ci battiamo da anni per evitare le derive dei metodi procreativi artificiali e in Italia abbiamo avuto buoni risultati; ma se una minima parte delle pagine dei giornali dedicate ai dibattiti sui metodi fecondativi fosse dedicata a parlare di sterilità… Ma non ne parla nessuno, di come prevenirla, e finisce che nessuno sa che molte delle cause che impediscono di aver figli sono prevenibili, ma sui giornali si parla solo di come correre ai ripari, spesso quando è troppo tardi. Pensate invece come reagirebbe la gente se si impostasse il dibattito da questo versante: non più parlare solo di corse ai ripari, ma in primo luogo di come aiutare a superare i problemi alla radice. Ne troviamo già dei buoni esempi, di cui la Chiesa è maestra; ma devono essere fatti conoscere, aiutati, fatti crescere, diffusi, diventare cultura.
Quattro risposte:
anonymous
2010-07-14 05:05:27 UTC
X il burbero raramente si vedono risposte come la tua:ti contraddicevi circa ogni due righe, bravo!continua così!



e poi voi dovreste diffondere cultura! mah!
Il burbero
2010-07-12 08:49:30 UTC
Ma che gran bel venduto! Un tuttologo-fuffologo che si qualifica con un titolo inesistente "bioeticista".

Per la serie "quando non sai far nulla pensi di dire agli altri quello che devono fare" ecco il sottotitolo di quest'intervista.



La bioetica, quella vera, non offre risposte a dilemmi morali, si interroga solo su quali procedure tecniche possono o meno essere compatibili con ciò che si intende in ambito scientifico per vita, riproduzione e selezione naturale inserendole in un contesto sociale LAICO. Si occupa di dare una risposta ai problemi che la società solleva, non fa moralismo.

Voi cattocatto in quello che consideravate "bioetica" ci avete fatto confluire robaccia estratta da libri risalenti all'età del bronzo. Questa proposta dal fanfarone intervistato non è bioetica, non ne ha neppure la parvenza, la morale la vada a fare a casa sua.



Qualche "perla di saggezza":



- "Si tratta del fatto che chi determina il dibattito sulla bioetica nei mass media, evita di porre assolutamente l’accento sulla prevenzione dei fenomeni, moltiplicando il peso in spazio concesso ai possibili “rimedi” che l’industria produce a piè sospinto."



Ecco come legare il complottismo al cattolicesimo becero. La bioetica non si pone come scopo la prevenzione del fenomeno, da una risposta tecnica al problema. Ergo il "bioeticista" non sa neppure cosa sia la bioetica. Prevenzione dell'HIV, epatite c e malattie sessualmente trasmissibili è il profilattico, prevenzione delle nascite di figli affetti da malattie genetiche è la diagnosi preimpianto, come la mettiamo? HA HA HA HA



- "L’eutanasia segue lo stesso criterio: sui giornali trova spazio solo il dibattito sulle modalità di esprimere le “ultime volontà”, e nessuno si domanda perché un anziano o un malato chiedono di morire, a fronte di mille altri che nelle stesse condizioni non lo fanno."



Si chiama libero arbitrio, che schiattasse lui sbavando come una lumaca senza neppure riuscire a capire che lo sta facendo. Nessuno glielo impedirà.



- "Ambiente poco stimolante? Depressione non curata? La ricerca scientifica ci spinge a cercare in questo senso, ma sui media questo non appare. "



Ma quando mai! Lui cerca di correlare i danni cerebrali dell'invecchiamento come causati necessariamente da una patologia preesistente, ma che idiozia sia logica che scientifica. E' l'invecchiamento che favorisce patologie, magari aggravando una componente ereditaria di predisposizione genetica; l'ambiente in questi casi può ritardare ma non evitare.



- "Ad esempio tutti finiamo per dividerci tra “proibizionisti” e “non proibizionisti” sul tema della droga, ma nessuno si interroga sul perché ci si droga."



Dopo che queste emerite fesserie tologono l'autostima, sto tizio si chiede perchè la gente si droga!!!!!!!! I suoi figli di cosa si fanno? Cocaina o anfetamine? Sarà perchè hanno avuto una crescita ed una maturazione psicologica indecente? Noooo cosa vado a pensare.



- "Come contrastare questa censura?

Bellieni: Riconoscendola. E riconoscendo che non avviene per caso. etc........."



Complottismo per tutti, venite signori e signore venite a leggere il nano più alto del mondo e il gigante più basso del mondo! La donna barbuta e l'uomo cannone!



- "ei fa l’esempio della procreazione.

Bellieni: certo, perché ci battiamo da anni per evitare le derive dei metodi procreativi artificiali e in Italia abbiamo avuto buoni risultati; ma se una minima parte delle pagine dei giornali dedicate ai dibattiti sui metodi fecondativi fosse dedicata a parlare di sterilità....."



Bene parliamo di sterilità, le cause sono sia ambientali che di accumulo di tare genetiche nel patrimonio della specie umana. Riduciamo l'incidenza di tumori ovarici? e il vaccino anti papillomavirus consigliato alle donne chi ha cercato di boicottarlo dicendo che la castità risolve i problemi? chi delira sui vaccini?

Oppure parliamo di quelle genetiche? bene chi è che sta propugnando da 2000 anni a questa parte "beati i malati e gli infelici"??? Chi ha preferito che si facessero nascere embrioni malati piuttosto che fare diagnosi preimpianto? E' ovvio che le coppie che ricorrono alla fecondazione artificiale abbiano storie familiari con precedenti malattie genetiche o sterilità, perchè non selezionare l'embrione in modo che il figlio/a nasca sano e perfettamente in grado di procreare autonomamente? Chi campa sugli "infelici"? DI chi sono le associazioni di pseudovolontariato? Di chi sono ospedali e cliniche private? OPS.... tasto dolente. Sono gli stessi che preferiscono il malato al sano.



Ecco le perle che possono essere tranquillamente buttate ai porci.

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Sto ancora ridendo, ma tu ci credi davvero nella roba che hai scritto? No perchè oltre ad essere delirante.... NON HA SENSO. HA HA HA HA AH AH AHA HA HA HA



Non spacciare idee tue per fatti reali.



Ah nota... come vedi ti lascio in quello che considero errore senza farmi il minimo problema di abbandonarti al tuo destino.
?
2017-01-31 03:04:50 UTC
Se hai difficoltà a rimanere incinta prova a consultare questa guida http://GravidanzaMiracolosa.netint.info/?cc12

Diventare mamma è un’esperienza davvero eccitante per qualsiasi donna sulla faccia della terra.Per alcune ragazze è facile e immediato, mentre altre hanno difficoltà
anonymous
2010-07-12 07:28:06 UTC
E' precisamente questo il punto: alle domande di senso deve rispondere ogni singolo per sè. Non tu per tutti.



Ognuno per sè.


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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