Tutte le volte che facciamo progetti per allontanarci dai disagi, puntualmente li rinforziamo. Pensare a una vita futura migliore di quella che stiamo vivendo, ci rende più incerti, fragili, impotenti. Si possono passare anni a compiangersi, a dirsi che il benessere verrà solo quando le cose cambieranno, quando le persone intorno a noi ci tratteranno meglio. Niente di più falso! Non è l'esterno a farci star male, ma il fatto che non ci affidiamo al nostro interno, che sa benissimo cosa fare per noi stessi e dove condurci.
Raffaele Morelli
Secondo me non ha tutti i torti, la mente è maestra nel crearsi dei problemi e poi passare la vita cercando di risolverli piangendosi addosso.
Guarire dai problemi dell'anima non ponendosi mai domande, ha un sapore quasi Zen, assomiglia a questo famoso Koan:
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"Hui-ko chiese a Bodhidharma: "La mia mente non è in pace, ti prego: acquietala".
Bodhidharma rispose: "Fammi vedere la tua mente inquieta e io te la pacificherò".
"Ma - obiettò Hui-ko - quando cerco la mia mente, non riesco ad afferrarla".
"Allora - urlò Bodhidharma - proprio in questo momento, te l'ho pacificata!".
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Questo non significa che non dobbiamo mai farci domande, sarebbe da idioti, ma se una domanda ci crea così tanti problemi da rovinarci la vita, non sarebbe meglio non farsela, e se la si è già fatta cercare di eliminarla e non pensarci più?
Ma noi siamo affezionati ai problemi che ci siamo creati, e preferiamo soffrire, piuttosto che ribaltare i significati dannosi e le risposte dannose che ci siamo dati in precedenza, perché di fondo siamo un po' masochisti e ci piace soffrire inconsapevolmente.
Quando la mente è rilassata e a suo agio, quando non va
disperatamente a caccia di risposte o soluzioni, quando non fugge e
non fa opposizione, solo allora può esservi rigenerazione. Allora la
mente percepisce la verità, ed è la verità che ci fa liberi. Non gli sforzi
per liberarci.
J. Krishnamurti