x enzo, ah, ok, se quello che intendevi era questo, ti do ragione. certamente, anche i greci erano pii, ma forse erano sovrastati da un'idea del mondo come luogo di orrore. ne potevano fuggire tramite le 2 strade del dionisiaco o dell'apollineo, ma dietro ad esse, la tiuke, delinea i destini degli uomini...invece enea è il fedele, il pio che sa che c'è una volontà superiore che costruisce futuri migliori e quindi alla quale affidarsi.
giusto, almeno in parte,secondo me, hai ragione,infatti i romani erano molto superstiziosi.
però, mi fai pensare all'origine indoeuropea dei romani . e tu sai quale mito avevano gli indoeuropei?quello delle tre moire/parti, che tessono il destino degli uomini. quindi la tiuke.per certi versi mi viene da darti ragione ,per altri versi allora dovremmo pensare che anche per i greci ci sia stato un processo di de-monoteismo, visto che potremmo dire che la tiuke si divide in moire che filano i destini degli uomini e poi questi esseri ,proiettati nei vari ambiti della vita, certamente a un livello meno pratico di quello romano, danno luogo, nella fantasia dell'elaboratore di un certo mito, a divinità diverse, una per ogni ambito della vita.
se tu prendi,per esempio, una tragedia greca, euripide escluso, l'ineluttabilità del destino degli uomini è segnata a prescindere dai fatti
anche nell'iliade la tiuke agisce
forse ciò che differenzia un certo sviluppo del pensiero romano da quello greco , lo vedi confrontando iliade ed odissea. l'iliade è la lotta tra divinità che combattono tra loro, ma il corso della battaglia è gestito dalla tiuke. le divinità intervengono in campo, ma in astratto la loro azione si riconduce a un disegno più grande
invece nell'odissea, mi pare, si perda un pò del valore astratto dato agli dei nel senso che odisseo affronta a tu per tu certi dei, e ciò va collegato al fatto che l'odissea venne prodotta in un periodo successivo all'iliade, un periodo di scambi, di commercio ecc... cioè i miti dell'iliade sono dei miti che si fondano su valori assoluti tipici di una civiltà più arcaica,più monoblocco, una civiltà che quindi si rifà a un ethos antico e quindi sedimentato, divino. mentre l'odissea è più intrisa di una cultura elastica, però pratica,pragmatica, commercianti e lavoratori assumono dignità mentre i nobili un pò la perdono,come i malvagi proci.
quindi un mito più vicino agli uomini deriva dalle necessità dei romani,come i greci del periodo dell'odissea, di affrontare in maniera pratica la vita, mentre miti più astratti, divinità più soffuse, sono tipici di popoli forse più stbili, radicati, come gli uomini dell'iliade o i greci delle polis che erano chiuse in se stesse, rette da costituzioni come quella spartana di licurgo in un certo senso "divine "
un saluto
x figlio della terra: ti sfugge il punto essenziale
eracle affronta 12 mitiche fatiche
odisseo affronta ,certo un dio, però affronta il mare che è reale coi suoi mostri( che si ritenevano realissimi)
eracle si purifica da un crimine di cui non ha colpa in una società della vergogna
odisseo sfida le prove della vita con astuzia , senza vergognarsi di sua moglie ,ormai anziana, preferendola a una ninfa eternamente giovane
x figlio : mi sono espresso non chiaramente. i mostri intendevo quelli marini soprattutto che erano un pericolo sostanziale, addirittura in parte reale,come i pescecani o le piovre. che i dotti conoscessero il concetto di allegoria non mi sorprende, ma io mi riferivo al fatto che l'odissea, che come sai è il frutto della fantasia non solo di omero, sempre ammettendo una sua esistenza, ma di una serie di rapsodi e aedi, di cui forse omero faceva parte come sistematizzatore in un unico racconto di vari racconti che a sua volta aveva imparato da altri colleghi, era un racconto da declamare nelle piazze ,quindi anche i marinai ascoltavano questi racconti e loro,con i mercanti che facevano passare per mari perigliosi le merci e i viaggiatori e i soldati, si immedesimavano nelle paura di odisseo.
la mia mancanza di chiarezza è data dal fatto che io questa cosa l'avevo in testa ma non ho voluto subito precisarla.