Allora,
premesso che è vero tutto quello che hai detto, ti sbagli secondo me su due punti:
- Punto primo: Un ateo, di suo, nell'accezione corretta del termine, nn ha alcun interesse a "convertire" un cristiano alla sua logica e al suo pensiero. Al limite può lanciare uno spunto x un dibattito e vedere se qualcuno in questa benedetta sezione ha il coraggio e l'onestà intellettuale di raccogliere la sfida. Lo spunto può derivare - ad esempio - da una domanda del tipo "come fate voi credenti a giustificare X", oppure "come conciliate voi atei il fattore A con il comportamento B" , o ancora "come si spiega il fenomeno C?", domande che abbiano un senso insomma, e - nota bene - si può farlo benissimo senza dover offendere la dignità intellettuale di un ateo o la fede di un credente, nn è che adesso tutti gli utenti siano come Nume o Sporco Pirata e compagnia brutta.
Punto secondo: attenzione, guarda che la morale (o forse sarebbe meglio dire "le morali", visto che ce ne sn più d'una) nn vanno messe di mezzo quando si parla di religione, la morale x come la intendo io può viaggiare su un binario parallelo e indipendente dal credo religioso senza che questo leda i principi di convivenza civile all'interno di una comunità. A tal proposito ti ricordo che diversi premi Nobel per la pace sono stati degli atei dichiarati, esattamente come esistono e sn esistiti esponenti delle più svariate confessioni religiose insigniti di tale onorificenza. E' tutto relativo.
Poi dove sta scritto che gli atei sono gente frustrata che vive male e, per ripicca, vuol far vivere male anche gli altri? Io posso dirti in tutta onestà che sn un ateo e vivo senza problemi in una famiglia di cristiani e ho una mia morale, poi che altri ci credano ben venga, se questo li fa stare bene. A patto che nn mi stressino, che nn attuino ritorsioni nei miei confronti, che nn mi convincano ad andare in Chiesa (tolte quelle poche occasioni, come la comunione del cugino, o al funerale di un parente, di un amico...in questi casi-limite, penso che tutti bene o male scendiamo a compromessi con il nostro "credo" interiore, un bel momento la religione conta poco, pochissimo di fronte al valore rappresentato dalla famiglia e alla solidarietà verso chi trapassa).
Come diceva Alex, il discorso cambia se però i credenti (che in questo momento hanno la maggioranza) cercano, con vari mezzi, di ridurre al silenzio la minoranza rappresentata da chi nn la pensa come loro. Questo nn mi sta più bene.
Come scrive giustamente qualcuno, non bisogna fare di tutta l'erba un fascio e nn bisogna difendere a spada tratta certe tesi sconvenienti (tipo che gli abusi sessuali di cui si sn macchiati certi esponenti del clero siano un'invenzione dei satanisti atta a demonizzare la Chiesa, tipo che all'interno della comunità scientifica sia in opera da secoli una specie di "congiura del silenzio" x occultare le prove dell'esistenza di Dio, tipo che i comunisti mangino i bambini, etc.) giusto per partito preso.
Poi su certi argomenti, al di là del credo religioso, io penso che siamo tutti d'accordo, atei e non: tipo che uccidere è sbagliato salvo in determinate circostanze, che bisogna aiutare chi è in difficoltà, che i preti pedofili fanno veramente schifo e che la Chiesa farebbe bene a pagare ICI e IRPEF esattamente come tutti gli altri, cristiani e non. Questo credo io.