Domanda:
La terra cava...???
anonymous
2008-02-18 09:24:22 UTC
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I CONTINENTI INTERNI
EL DORADO
Nel cercare di rileggere la storia di questi miti riguardanti il mondo
sotterraneo, inevitabilmente c’imbattiamo in quattro nomi ricorrenti:
Agarthi, Shamballah, El Dorado e Shangrì-Là. Tutti ne parlano
come di luoghi paradisiaci e pertanto il poter discendere nei meandri
del nostro pianeta comporterebbe una conoscenza superiore che purifica
e migliora inesorabilmente l’animo umano. Non bisogna dimenticare
però gli Inferi, luoghi di espiazione e di sofferenza, che coinvolgono
ugualmente l’evoluzione dell’uomo terrestre nel continuo
alternarsi della morte con la vita. Per evitare una certa confusione, descrivo
le caratteristiche di ognuno di essi con l’intento di evidenziare
quei lati più accessibili.
L’Eldorado: il mito di questo affascinante continente si diffuse in
Europa dopo che i Conquistadores acquisirono notizie sulla sua esistenza
dagli indigeni del Sud America. Mi riferisco in particolare al
popolo Chibcha, nome tuttora conosciuto a malapena, ma che è stato
portatore di una cultura dominante nell’odierna Colombia, le cui città
in maggioranza sono collocate proprio dove sorgevano un tempo i loro
insediamenti. La storia poi non ha dato ampio risalto a tale civiltà,
come del resto ci si dovrebbe aspettare se si analizza quanto è successo
con le altre, come l’Azteca, la Maya e l’Inca. Eppure se si è riusciti
a scoprire gran parte del continente sud americano lo si deve proprio
alla ricerca dell’uomo dorato, l’El Dorado dei Chibcha. Il termine El
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Dorado in verità nacque dalla contrazione di “El Hombre Dorado”,
espressione che descriveva il re, lo Zipa del popolo Chibcha che veniva
unto con un olio e cosparso di polvere d’oro e si trasformava veramente
in un uomo dorato.
L’origine della cerimonia, secondo recenti ricerche, è da attribuirsi
ad un grande “meteorite” che dal cielo piombò nel Lago di Guatavita,
situato a pochi chilometri da Bogotà (Colombia), e sparì dalla vista.
Un oggetto di luce, una specie di lampo dorato attraversò il cielo
e sparì nelle viscere della Terra creando quello che attualmente viene
definito Lago Guatavita, dove la leggenda pone la residenza di qualche
potente divinità. Per emulare quella scena e per onorare gli Dei
l’uomo dorato con il corpo risplendente per la polvere d’oro faceva il
bagno rituale nell’acqua del lago sacro.
Fu proprio questa storia che richiamò in quelle zone avventurieri,
esploratori, aristocratici e che indusse persino certi banchieri a finanzia-
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ALLA SCOPERTA DELLA TERRA CAVA
FIGURA 12.
Rappresentazione della
cerimonia iniziale d’investitura
dello Zipa, il sovrano
Muisca, un gruppo Chibcha
stanziato nella regione
di Bogotà (Colombia). Attorno
alle rive del lago sacro
Guatavita il neo-eletto
veniva cosparso di resina e
poi di polvere d’oro. Una
volta fatto salire sulla zattera
e arrivato al centro del
lago, egli si gettava in acqua
dopo aver sparso oggetti
d’oro e pietre preziose.
re le migrazioni alla ricerca dell’uomo d’oro e del luogo in cui si celava.
La storia ci ricorda che la ricerca dell’El Dorado fu un’epopea di umana
follia, un esempio del potere dell’uomo di ingannarsi con un mito.
Lo studioso Victor Von Hagen, a proposito dei Chibcha, ha scritto:
«Il trauma che subirono per effetto della conquista fu così forte e il
massacro della popolazione così spietato da non lasciare sussistere
nulla che fornisse gli elementi per un ripristino culturale come avvenne
invece per gli Aztechi, per i Maya e per gli Incas. I Chibcha scomparvero,
letteralmente, e con i Chibcha scomparve anche la loro storia.
La follia collettiva che fu la ricerca dell’Eldorado e di El Dorado
(la Città d’oro e l’uomo d’oro) durò un secolo, dal 1516, quando Sir
Thomas More pubblicò Utopia, fino al 1618, quando Sir Walter Raleigh
ci rimise, come conseguenza indiretta, la testa».
Tuttora il nome di El Dorado è sinonimo di utopia, di leggenda, di
narrazioni favolose di antiche credenze religiose, di rapporti tra gli
Dei e gli uomini; uomini facenti parte dei popoli fervidi d’immaginazione.
Victor Von Hagen ha scritto ancora: «Ma la parola follia, la sola
che possa definire la caccia durata cent’anni, con molta probabilità
non sarebbe mai comparsa nel testo o nel titolo. L’uomo d’oro era un
fatto acquisito, una leggenda che aveva assunto la realtà. Nessuno di
quelli che si ostinarono a inseguire il mito, e furono migliaia, si giudicò
mai né mai si sospettò neppure lontanamente pazzo. Anatole
France si chiese una volta cos’era, in sostanza, la pazzia. Non è forse
o non potrebbe essere una sorta di originalità dello spirito? Demenza
indica la perdita delle facoltà mentali, mentre follia è nient’altro che
un impiego stravagante delle facoltà mentali. Se non è determinata da
una lesione anatomica, la follia rappresenta un fenomeno indefinibile.
Psicologicamente le idee del folle sono altrettanto legittime delle
idee di chi non è folle».
È un potente concetto espresso da uno dei più seri ed autoritari ricercatori
come lo fu Von Hagen ed è molto importante soprattutto perché
dovrebbe far meditare coloro che negano ad oltranza una verità
molto antica e per molti versi sublime. Nel nostro mondo la verità è
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Capitolo 7
quella che fa comodo, come ha fatto comodo a dieci generazioni di
spagnoli, italiani, tedeschi, portoghesi, inglesi che disertarono, tradirono
e assassinarono pur di trovare il favoloso regno del re coperto
d’oro. La realtà è molto diversa: il favoloso, paradisiaco regno che
nella cultura occidentale si identifica con la parola Eldorado è nato
dalla necessità di trasferire l’Eden instaurato sulla superficie terrestre
per opera di volumetriche intelligenze venute dagli spazi esterni. Per
effetto della degenerazione, quella parte di paradiso instaurato sul nostro
pianeta in un tempo remoto venne portato in una località nascosta
al fine di tutelare la specie umana. L’evento definitivo si può far risalire
a circa 200.000 anni fa e rappresenta il momento cruciale di un
lavoro svolto molto, molto tempo addietro cioè a partire da parecchi
milioni di anni or sono. È possibile capire questa storia rifacendoci anche
al periodo pre-Atlantideo, il che significa tornare indietro di oltre
un milione d’anni del nostro tempo. Durante tale periodo numerosi
mezzi provenienti dallo spazio esterno si posarono su alcune alture del
vasto continente atlantideo, luogo dove si stava sviluppando l’uomo
di Atlantide. Questa nuova razza nacque dall’incrocio di due popoli:
quello dalla pelle color oro e quello di color rame. Ne scaturì così il Re
dei Re in un nuovo paradiso terrestre. Gli Atlantidei vennero istruiti
nell’Arte Divina dagli occupanti degli uovi lucenti (dischi volanti) i
quali possedevano altissime virtù psico-fisico-spirituali da denominarsi
Figli del Sole. Costoro resero possenti gli Atlantidei ed edificarono
il Regno di Dio sulla Terra. Venne data al popolo atlantideo una
sapienza capace di raggiungere alte mete nello sviluppo spirituale e
materiale. Furono loro, gli Esseri divini dal dolcissimo sguardo, maestri
dell’arte universale, conoscitori di una scienza per noi ancora fantascientifica,
dotti nell’arte del visibile e dell’invisibile. Essi vennero
adorati come Dei Solari e per essi si edificarono templi di meravigliosa
bellezza. Il costante equilibrio corporale-spirituale fu, in quel periodo,
una educazione assidua e sorvegliata di questo popolo.
Ma avvenimenti catastrofici della superficie terrestre gettarono lo
scompiglio e la disperazione in quel paradiso che gli uomini avevano
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ALLA SCOPERTA DELLA TERRA CAVA
costruito. Iniziò così una degenerazione molto preoccupante che spinse
gli Dei a determinare un programma di salvaguardia per tutti coloro
che non vollero regredire nell’evoluzione. E così si trasferì quella parte
di paradiso nell’interno del pianeta, nella città d’oro. Tale processo
si è perpetuato nel tempo, in diverse epoche e sempre per tutelare la
specie terrestre o meglio un certo numero di persone idonee. Un fatto
simile, ad esempio, si è verificato nel 1431 del nostro tempo. L’antica
città di Angkor in Cambogia, dove sorge il famoso tempio di Angkor
Wat, fu misteriosamente abbandonata da tutti i suoi abitanti (vedi inserto).
L’attuale scienza si è rivelata impotente a spiegare tale esodo di
massa. Non tutti gli abitanti però vennero presi. Gli altri, i meno idonei,
rimasero, iniziando una vita da nomadi, tanto è vero che si definirono
i figli del vento. Oltre le scomparse clamorose dei popoli sono avvenute
pure comparse di popoli dei quali ufficialmente non si conosce
l’origine. Il caso degli Esseni è sicuramente il più clamoroso. Si ricorda
che tale popolo è vissuto all’incirca 2000 anni fa in Giordania, nelle
vicinanze della città di Gerico. Effettivamente così come sono comparsi,
scomparvero altrettanto misteriosamente, all’improvviso, come
dileguati nel nulla. Quella degli Esseni è stata una comunità religiosa
rigida e severa che istruì Gesù. È il classico esempio di un popolo di
mutanti provenienti dall’Eldorado. Essi vissero sulle montagne e di loro
sono rimasti alcuni rotoli di pelle, scritti sia in ebraico antico che in
aramaico, in cui si parla, tra l’altro, della vita di un Maestro di Giustizia
che sarebbe stato martirizzato. Tali manoscritti vennero rinvenuti
nel 1947 da un pastore presso le rovine di Khirbet Qumran o meglio in
alcune grotte nelle vicinanze del Mar Morto.
Dove si deve localizzare Eldorado?
Se immaginiamo di voler entrare nella parte interna del pianeta, il
Polo Sud rappresenta l’entrata principale capace poi di farci accedere,
se permesso, nel mitico regno dell’Eldorado. Possiamo scoprire
così un vasto continente con paesaggi incantevoli composti da fiumi,
laghi, montagne, vegetazione rigogliosa, animali servizievoli. Volendo
confrontare la parte interna interessata con le zone esterne del pia-
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Capitolo 7
neta, si può dire che Eldorado corrisponde a parte dell’Oceano Pacifico,
tutto il sud e centro America, buona parte dell’Oceano Atlantico
sino ad arrivare nella zona nord-occidentale dell’Africa e nel Mediterraneo,
compresa la Sicilia. Il continente Eldorado viene definito
così per la sua atmosfera dorata creata dal piccolo sole centrale e dallo
splendore degli edifici, alcuni dei quali ci ricordano quelli dei templi
greci, costruiti in diamantite e oricalco.
L’Eldorado attualmente è abitato da:
- Uomini terrestri che si sono evoluti raggiungendo una coscienza
planetaria, sia in maniera singola che nel gruppo etnico, tra cui oltre
1200 scienziati.
- Missionari o meglio Esseri Extraterrestri appartenenti alla Confederazione
Interplanetaria con diversi livelli evolutivi, fra cui gli
Astrali.
- Il popolo dei Grigi provenienti dal sole centrale di Giove.
Di questi ultimi abbiamo degli esempi indiretti ma reali con il ritrovamento
di alcuni loro cloni nei crash di oggetti volanti avvenuti nel
Nuovo Messico (USA) poco dopo la fine della seconda guerra mondiale
e nella regione di Cheliabinsk (ex URSS). A tal riguardo devo esprimere
alcune riflessioni: credo, infatti, che simili impressionanti avvenimenti
avrebbero potuto dar inizio ad uno sviluppo incredibile della
tecnologia nucleare terrestre, attuando, di fatto, le “scoperte” della retroingegneria
applicata sulla tecnologia extraterrestre. In quel tempo
praticamente si era già nelle condizioni di sfruttare la tecnologia extraterrestre
per creare una forma di energia pulita e a costi irrisori con lo
sfruttamento della reazione di fusione nucleare fredda dell’idrogeno.
Purtroppo l’establishment politico, militare e scientifico ha usufruito di
simili conoscenze per elaborare un modello di bomba termonucleare
molto sofisticata e assai ridotta come dimensioni. Per dovere di cronaca
devo far presente che molte di queste informazioni sono state dedotte
dai documenti declassificati, elaborati a suo tempo negli Stati Uniti
dal gruppo supersegreto MJ12 e facilmente consultabili.
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ALLA SCOPERTA DELLA TERRA CAVA
Il popolo dei Grigi, anche questi suddivisi in Esseri direttivi ed esecutivi,
in verità ha parecchio potere nel gestire l’evoluzione terrestre
di superficie, coordinando pure tutte le basi di appoggio delle varie civiltà
extraterrestri in missione sul nostro pianeta. In ultima analisi
l’Eldorado rappresenta un luogo abitato soprattutto da Esseri con altissimi
valori spirituali, capaci di stimolare nell’uomo di superficie i
progetti evolutivi del Creatore, ma in grado di poter anche interpretare
la sua Giustizia.
AGARTHA
Secondo la religione braminica, durante la mitica Età dell’Oro, periodo
in cui gli uomini vivevano in pace e cercavano di raggiungere la
Gnosi, alcuni saggi raggiunsero l’Illuminazione e quindi edificarono
una religione universale che riusciva a conciliare tutte le credenze sino
ad allora raggiunte. Tale comunità ebbe necessariamente l’esigenza
di trasferirsi nel sottosuolo per l’insorgere di un’era oscura chiamata
Kali-Yuga, in cui il male, la materialità e il razionalismo presero
il sopravvento. Nacque così l’Agarthi (secondo il linguaggio orientale),
l’inaccessibile.
Lo scrittore Raimond Bernard, nel suo libro The Subterranean
Word, più o meno esprime lo stesso concetto: «In tutto il mondo buddista
dell’estremo Oriente la credenza dell’esistenza di un mondo sotterraneo,
cui viene dato il nome di Agarthi, è pressoché universale ed
è parte integrante della fede buddista. Un’altra parola sacra fra i buddisti
è Shamballah, il nome della capitale mondiale sotterranea. Le
tradizioni buddiste narrano che Agarthi fu colonizzata originariamente
migliaia di anni fa quando un sant’uomo vi condusse una tribù che
scomparve nel sottosuolo».
Altri autori poi sono convinti che Agarthi sia la favolosa Shangri-
Là, cercata dall’uomo sin dai tempi più remoti. In questa ricerca emerge
poi la presenza di una straordinaria rete di gallerie, necessarie per
collegare il mondo di superficie con quello interno e la conoscenza di
una forma di energia incredibile, la cosiddetta VRIL, capace di con-
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Capitolo 7
ferire un potere illimitato a chiunque la possegga, della quale diversi
uomini hanno cercato di prendere possesso. Il più famoso di loro è
Adolf Hitler, il quale nutriva il folle sogno di diventare Re del Mondo.
Non bisogna però confondere questi due nomi, Agarthi e Shangri-Là,
e i relativi contenuti con quanto viene proposto oggi, in particolare
con questo scritto.
È indispensabile chiarire che in Occidente si usa il termine Agartha
per identificare un altro continente sotterraneo localizzato nella parte
nord del pianeta. Si estende in corrispondenza della parte settentrionale
dell’Europa, della Russia, dell’Alaska e del Canada. L’entrata principale
è il Polo Nord. È un continente dalla conformazione rocciosa,
piena di caverne e un’atmosfera tetra e lugubre che Dante Alighieri definì
Inferno. È un luogo di espiazione per tutti quegli esseri che subiscono
la morte seconda in quanto nella loro esistenza materiale hanno
avuto una condotta dissoluta, contravvenendo nel modo più esasperato
alle Leggi Universali. Il concetto di morte seconda consiste nel retrocedere
sulla via dell’evoluzione per cui gli esseri sono costretti a rinascere
in un corpo minerale, vegetale o animale con la consapevolezza
di essere stati degli uomini. Ciò comporta una sofferenza indicibile e il
ripercorrere del ciclo evolutivo necessario per migliorarsi e per riprendersi
così il corpo umano, sottoposto sempre alle Leggi Universali e in
particolare alla Legge del Libero Arbitrio.
SHAMBALLAH
La leggenda tibetana parla di un regno nascosto sotto all’Himalaya,
conosciuto col nome di Shamballah. Nel Kanjur e nel Tanjur, testi antichissimi
tibetani, si fa riferimento molte volte a Shamballah e la citano
sempre come un centro d’energia cosmica. Si crede che abbia tre
piani di esistenza differenti che corrispondono a tre piani di differenti
vibrazioni. Nel primo esiste una vallata molto verde, una zona paradisiaca
dell’Himalaya abitata da persone che hanno già terminato il proprio
ciclo di reincarnazioni sul pianeta Terra. Nel secondo livello si incontra
la Terra cava, il mondo sotterraneo che è abitato dai discendenti
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ALLA SCOPERTA DELLA TERRA CAVA
degli ultimi sacerdoti di Atlantide che penetrarono in quella Terra cava
nello stesso momento dell’ultima catastrofe sofferta da questa civilizzazione.
Il terzo livello di Shamballah è un piano eterico, un mondo incredibilmente
bello, composto solo di luce in cui si insediarono gli abitanti
circa 18 milioni di anni fa. Gli Esseri di Luce che abitano in questo
livello sono Maestri dello spirito per l’umanità come lo sono stati Gesù,
Buddha, El Moyra, Koutumi, eccetera. Esiste un’altra leggenda tibetana
che parla sempre di un regno nascosto sotto l’Himalaya e che si
riferisce a Shamballah. Si racconta che questo regno si trova tra le otto
catene montuose dalle cime innevate, somiglianti agli otto petali del
fiore di loto. Al centro sorge una grande montagna a forma di piramide
a quattro lati, tale da assomigliare ad un Mandala tridimensionale.
Sul lato est della montagna si trova il “lago vicino”, mentre sul lato ovest
ci sono i due “laghi di loto”, colmi di vari gioielli e ciascuno largo
circa 200 Km. A sud si trova un grande parco e un imponente palazzo
in cui risiedono i Re di Shamballah. Il palazzo reale è a base quadrata
con quattro porte nei quattro punti cardinali e misura nove piani. Ogni
Re di Shamballah governa per un secolo. I sudditi godono di benessere
e felicità e non sono soggetti a malattie.
La leggenda di Shamballah è stata diffusa in Occidente dal famoso
tibetologo del XIX secolo Alexandr Cosma de Koros. I suoi
scritti sono stati ripresi e ampiamente diffusi dalla mistica russa Madame
Blavatskij, fondatrice del Movimento Teosofico. Poi Mrs. Annie
Besant contribuì a creare un’immagine popolare del Tibet come
di una terra di onniscienti lama, venerabili e ascetici, rintanati in remoti
monasteri di montagna. Agli inizi del XX secolo il mito di un
mondo sotterraneo era rimasto ancora assai vivo, ma nessuno riusciva
a fornire la benché minima prova. Furono due russi che cercarono
di penetrare in alcuni segreti di quel remoto e misterioso territorio
situato nel cuore dell’Himalaya, dove pochissimi uomini
occidentali avevano messo piede. Si parla di Ferdinand Ossendowski
e Nicolas Roerich. Ossendowski fu professore di Geologia nelle
Università di San Pietroburgo e di Omsk e nel 1920, allo scoppio
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Capitolo 7
della rivoluzione bolscevica, la sua vita subì una svolta drammatica.
Scampato alla cattura e ad una morte sicura, fuggì attraverso la sconfinata
Siberia raggiungendo la Mongolia. Dopo aver superato parecchie
difficoltà ebbe la fortuna di incontrare un vecchio saggio
russo, anch’egli in esilio, che lo portò al cospetto del mitico Dalai
Lama, allora suprema autorità del Tibet. Da lui apprese affascinanti
storie e incredibili leggende sul continente nascosto che lo condussero
ad effettuare ricerche molto serie che trascrisse poi nel libro Bestie,
Uomini e Dei. Tra l’altro ha raccontato: «Un solo uomo vivente
è stato a Shamballah. Quell’uomo sono io. Questa è la ragione per
cui il Santissimo Dalai Lama mi ha onorato e per cui il Buddha Vivente
di Urga mi teme. Ma senza ragione, perché non siederò mai sul
Santo Trono dell’altissimo sacerdote di Lhasa né su quello che è stato
tramandato da Gengis Khan alla guida della nostra Fede Gialla.
Non sono un monaco. Sono un guerriero».
Il secondo uomo che si mosse alla ricerca del Regno di Shamballah
è stato Nicolas Roerich, noto esploratore ed artista, che per le sue
gesta e per le sue qualità viene posto tra i grandi personaggi del XX
secolo. Anche lui, con l’avvento della rivoluzione, dovette abbandonare
la Russia trasferendosi a New York, dove accrebbe l’interesse
per il buddismo e per i mitici paesi asiatici. Nel 1923 organizzò una
spedizione che lo portò ad esplorare l’India, la Mongolia e il Tibet.
Fu talmente affascinato da tutto ciò che vide da stabilirsi in India sul
finire degli anni Venti e qui morì nel 1947. Per oltre cinque anni la sua
spedizione peregrinò nelle remote regioni dell’Asia, superando difficoltà
di ogni genere. Egli scrisse: «Una leggenda dell’Asia centrale
parla di un misterioso popolo che vive in un mondo sotterraneo.
Avvicinandosi alle porte di questo regno santo, tutte le creature viventi
ammutoliscono, interrompendo con reverenza le loro attività.
Ricorda la leggenda russa del misterioso Chud che si rifugiò nel sottosuolo
per sfuggire alla persecuzione delle forze del male. Anche la
leggenda sacra della sotterranea Kitege riconduce a questo luogo segreto.
Tutto il mondo racconta storie di città sotterranee, ritrovamen-
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ALLA SCOPERTA DELLA TERRA CAVA
ti di tesori, templi sommersi dalle acque!». Roerich si convince che
esiste un centro a cui sono collegati i paesi del mondo attraverso gallerie
e che nel cuore di questo luogo esiste la stupenda capitale chiamata
Shamballah. Nel libro Shamballah, la risplendente Roerich
scrive sull’argomento in maniera molto più dettagliata: «Sui Monti
dell’Altai, nella Valle di Uimon, sulle alte terre, un venerabile vecchio
credente (starover) mi disse: “Vi proverò che la storia dei Chud,
il popolo che vive all’interno della Terra non è solo frutto dell’immaginazione!
Vi condurrò all’ingresso di questo regno sotterraneo”.
Sulla strada che attraversa la valle circondata da montagne innevate,
il mio ospite ci raccontò molte leggende sui Chud. È notevole che la
parola “Chud”, in russo, abbia la stessa origine della parola “meraviglia”.
Allora, forse potremmo considerare i Chud come una tribù meravigliosa.
La mia barbuta guida spiegò: “Una volta, in questa fertile
valle, viveva la potente e fiorente tribù dei Chud. I Chud erano in grado
di fare prospezioni minerarie e di ottenere i migliori raccolti. Davvero
pacifica e industriosa era questa tribù. Ma un giorno venne uno
Zar Bianco con innumerevoli orde di crudeli guerrieri. I pacifici e industriosi
Chud non erano in grado di opporre resistenza agli assalti
dei conquistatori e siccome non volevano perdere la libertà rimasero
quali servitori dello Zar Bianco. Allora, per la prima volta, crebbe in
quella regione una betulla bianca. Secondo le antiche profezie i Chud
capirono che era giunta l’ora di partire. E i Chud, non volendo rimanere
sotto il giogo dello Zar Bianco, se ne andarono sotto Terra. Solo
qualche volta potete udire cantare il sacro popolo; ora le loro campane
risuonano nei templi sotterranei. Ma verrà il giorno glorioso
della purificazione umana e, in quei giorni, i grandi Chud riappariranno
in tutta la loro gloria”.
Grande è la credenza in questo Regno e nel popolo che vive all’interno
della Terra. In tutta l’Asia, attraverso vasti deserti, dal Pacifico
agli Urali, potete ascoltare le stesse leggende meravigliose di un popolo
santo, scomparso. E anche più lontano, al di là degli Urali, l’eco
di questa stessa storia vi raggiungerà. Spesso si sente parlare di tribù
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Capitolo 7
all’interno della Terra: a volte si dice che un popolo sacro e invisibile
viva dietro una montagna, a volte gas velenosi o rigeneranti si spandono
sulla Terra, per proteggere qualcuno; a volte si sente dire che le
sabbie dei grandi deserti si spostano e, per un attimo, lasciano vedere
i tesori degli ingressi dei regni sotterranei…».
Nicolas Roerich ha scritto ancora: «In Oriente si sa che esistono
due Shamballah: una terrena e una invisibile. Si sono fatte molte congetture
sulla localizzazione della Shamballah terrena. Taluni indizi
situano questo luogo nell’estremo nord, spiegando che i raggi dell’aurora
boreale sono quelli dell’invisibile Shamballah. Si comprende
facilmente perché il Nord venga visto come sede di quel luogo misterioso:
infatti, l’antico nome di Shamballah è Chang-Shambhala,
che significa Shamballah del Nord. La spiegazione di tale epiteto sarebbe
la seguente: questa tradizione comparve originariamente in India,
dove qualsiasi cosa provenga da oltre l’Himalaya viene detta
“del Nord”. Diverse allusioni, sotto forma di simboli, collocano
Shamballah nel Pamir, nel Turkestan o nella parte centrale del deserto
del Gobi… Una tale varietà di posizioni e i molti fraintendimenti
delle localizzazioni geografiche hanno una spiegazione logica. In
tutti i libri su Shamballah, in tutte le leggende e le tradizioni orali, la
sua posizione viene descritta in termini simbolici, quasi indecifrabili
per i non iniziati. Soltanto un’approfondita conoscenza degli antichi
siti buddisti e dei loro nomi locali può aiutare a districarvi in un
simile ginepraio». Nicholas Roerich ci porta a conoscenza anche di
altre stupende informazioni o meglio di altre leggende d’Oriente che,
come lui stesso dice, ci riservano molte sorprese. Egli ha lasciato
scritto: «Le leggende parlano di fiumi sotterranei e la mente corre ai
moderni sistemi di irrigazione per ripristinare i deserti. Parlano dei
tesori nascosti, regalati all’umanità dalla natura. E sorridiamo pensando
ai rivoli di petrolio dell’Asia e ammirando le montagne di ferro
e rame. È come una fiaba. Oggi le prime pagine di tutti i nostri giornali
sono dedicate ai coraggiosi tentativi di conquistare lo spazio e
l’aria. E nei deserti sabbiosi la vostra guida, cavalcando aritmica-
124
ALLA SCOPERTA DELLA TERRA CAVA
mente sul suo cammello, vi racconta della macchina volante di re Salomone!
In questi vecchi simboli non si percepisce soltanto una consunta
superstizione. No, c’è un pensiero di bellezza e un senso di evoluzione.
Le immagini migliori sono raccolte dalla gente intorno a
queste belle possibilità e nel nome dell’evoluzione. Fin qui, nel concetto
che il popolo si è fatto del re Salomone, egli sorvola i vasti spazi
dell’Asia sul suo miracoloso “aggeggio volante”». In questo caso
Roerich, sfruttando le sue notevoli qualità artistiche, dipinge il volo
del re Salomone, ma necessariamente deve usare l’allegoria del tappeto
volante (vedi inserto). Certamente questi grandi personaggi ed
esploratori non hanno detto quanto effettivamente conoscevano e
Roerich, ad esempio, lo afferma esplicitamente.
Anche l’altro moderno ricercatore, Charles Allen, non ci rende migliore
sorte. Afferma nel suo libro Alla ricerca di Shangri-Là che la
storia del Tibet deve essere completamente riscritta, così come è necessario
rivalutare il ruolo svolto dalla religione pre-buddhista del Tibet.
Si tratta del Bon, una religione “strana” e poco conosciuta, i cui
adepti sono chiamati Bonpo (seguaci del Bon); la sua culla fu il regno
misterioso di Shang-Shung, sugli altopiani tibetani. Sino al 1959,
quando iniziò l’esodo dei tibetani in Nepal, il Bon era totalmente sconosciuto
in Occidente. Allen afferma ancora che il Bon rimane un
grande mistero e i primi Bonpo sono gli etruschi del Tibet: nessuno sapeva
esattamente chi fossero, da dove venissero o quale fosse la loro
religione originale. Dalle rovine del regno Bon di Shang-Shung nacque
la storia di Shamballah e da essa derivò l’idea più materialista di
un paradiso terrestre, conosciuto in Occidente come Shangri-Là.
Credo che il significato dell’attuale Shamballah lo si debba interpretare
diversamente da quanto sinora abbiamo appreso dalle varie
leggende tibetane o meglio asiatiche. Il fatto si spiega considerando le
fasi evolutive del pianeta Terra o, in altre parole, le varie trasformazioni
morfologiche. Circa due milioni d’anni fa la morfologia del nostro
pianeta in pratica era ben diversa da come ci appare oggi. Il geoide
roteava attorno ad un asse che aveva negli estremi poli l’attuale
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Capitolo 7
Monte Everest a nord, e le terre dell’altopiano boliviano a sud. Da tale
immaginazione si può ben comprendere quanto diversi siano stati
in quel tempo il suo volto e i suoi lineamenti, prima che si verificasse
il grande cataclisma. All’epoca esistevano due grandi continenti sulla
superficie terrestre: il continente Mut e il continente Cià. Il primo continente,
il cui vero nome era Mu-Tolteche, era la culla della più potente
razza umana dalla pelle color rosso scuro. Nel continente Cià gli uomini
dalla pelle color mimosa vivevano felicemente e ricchi di tutte le
conquiste della scienza. Il continente Mut occupava il centro del pianeta
mentre il continente Cià era contiguo. Fu così che circa due milioni
di anni fa, a causa della caduta del satellite Tir nella zona dell’attuale
Oceano Pacifico, ci fu la distruzione quasi totale del continente
Mut, generando poi la fuga dell’asse polare di 45° ad est con conseguenze
terrificanti. Avvenne una spaventosa contrazione di tutta la superficie
del globo che determinò la copertura di circa l’80% della superficie
terrestre ad opera dell’acqua degli oceani.
Ecco perché lì dove si trovava il Polo Nord, cioè sull’Himalaya, la
naturale entrata non accedeva a Shamballah, bensì ad una meravigliosa
città che sorgeva tra i ghiacci circondata da un paesaggio incantevole
in un clima di perenne primavera: era la Città di Shangri-Là.
In seguito al cataclisma che avvenne sul pianeta sprofondò inesorabilmente
negli abissi, portando con sé gli archivi in cui era stata memorizzata
tutta la storia del pianeta e dell’umanità e custoditi molteplici
materiali di inestimabile valore. Questo luogo è rimasto nel
tempo segretissimo e gli Yeti sono gli attuali incorruttibili guardiani
lasciati in quei luoghi per difendere quanto stabilito dal programma
evolutivo divino che riguarda appunto l’uomo di questo pianeta. Solo
il Consiglio dei Saggi Tibetani è in rapporto con i Maestri di questo incantevole
luogo. Nella successiva fase di assestamento del pianeta anche
la situazione interna si dovette contemporaneamente modificare
raggiungendo così un nuovo equilibrio che ha portato alla creazione
del terzo continente, chiamato in Occidente Shamballah, la cui estensione
va dalla zona centrale e orientale della Siberia sino al Caucaso.
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ALLA SCOPERTA DELLA TERRA CAVA
Il suo clima corrisponde a quello nostro primaverile e svolge una funzione
di purgatorio, secondo la terminologia dantesca. Vi risiedono
tutti quegli esseri che si reincarnano temporaneamente al fine di purificarsi
da colpe leggere commesse nella vita appena ultimata sulla superficie
del pianeta. Il fine è sempre quello di raggiungere una evoluzione
capace di riportare l’essere alla redenzione e cioè all’accettazione
cosciente e totale delle Leggi Universali.
Dodici risposte:
anonymous
2008-02-18 09:49:16 UTC
Preferisco pensare a questi miti, in modo simbolico

Sono tutti miti che parlando del "dentro" della terra..ossia del cuore della terra!

Di conseguenza..tutti questi luoghi, che noi pensiamo come posti fisici, sono in realta', la scoperta di una dimensione "interiore" dell'uomo..de''Eden insomma, che e' sempre dentro ogni uomo!"



Li equiparerei al Paradiso ed all'Inferno cattolico..che rappresentano uno stato dimensionale fisico dell'Essere!



Cio' non toglie che potrebbero vivere davvero in un luogo fisico, invisibile agli occhi di noi uomini in catene, le persone che hanno raggiunto l'Eden in se'...ma cmq, meglio rimanere con i piedi per terra, qui, nel fuori....perche' credo, che cmq sia 'approccio migliore eventualmente, per scoprire quello che e' poi..e lo puoi scoprire, eventualmente e senza dubbi, solo arrivando al tuo Eden interiore!

Angie
anonymous
2008-02-18 11:55:29 UTC
Ma piglia un badile e vai a cavare la terra , logorroico !
F7_Fenrir Reborn
2008-02-18 13:15:21 UTC
Mai studiato fisica?



Se lo hai fatto, di certo sai che all'interno una sfera metallica cava carica elettrostaticamente il campo elettromagnetico è nullo: questo fenomeno è causato dalla particolare forma della sfera, e dal fatto che la forza diminuisca con il quadrato della distanza.



Il problema è che anche la forza di gravità diminuisce proporzionalmente al quadrato della distanza! Quindi se la Terra fosse cava, semplicemente al suo interno non ci sarebbe la forza di gravità!



Senza contare che rimarrebbero inspiegati i fenomeni osservati dallo studio delle onde dei terremoti, usati per costruire il modello terrestre oggi accettato....
anonymous
2008-02-18 09:49:47 UTC
prima si diceva che la terra era piatta ora si dice che e cava

mha....
kia
2008-02-18 09:41:57 UTC
troppo, troppo, troppo lungo....non puoi riassumere???
farfallina4
2008-02-18 09:46:55 UTC
Te l'ho detto che sei stranito!
anonymous
2008-02-18 09:35:03 UTC
Ciao Tesla!
Valentin
2008-02-18 09:32:13 UTC
dopo una pagina che leggevo ho notato la barra di scorrimento e di conseguenza anche il brevissimo testo..ti propongo di farne un riassunto per poi porre la tua domanda :-)



Buona serata
Accendino .
2008-02-18 09:28:21 UTC
ma quale sarebbe la domanda?
anonymous
2008-02-19 00:56:53 UTC
Gulp!
anonymous
2008-02-18 09:37:06 UTC
guarda nn avevo voglia di leggere tutto sto robo mi disp
Gradivus
2008-02-18 09:31:12 UTC
e sec te dovrei leggerlo tutto sto libro? hihihihi







ciao:-)


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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