Non credo molto nelle statistiche in generale ed ai test sull'intelligenza in particolare; è facile manipolare i numeri per ottenere i risultati voluti.
Ti faccio una domanda: se una persona che prima era credente diventa atea (o viceversa, può accadere), il suo QI cambia?
Sicuramente questo tizio esperto di economia e scienze politiche è sicuramente intelligente, come è noto gli economisti ed i politici sono esperti nel far crescere il loro guadagni a discapito di persone purtroppo meno intelligenti; ma siamo certi che il QI esprima veramente il valore di una persona? Mi spiego: quando comperi una macchina, nella scelta ti basi su un unico parametro, per esempio la velocità, o guardi anche i consumi, l'affidabilità, la comodità, il costo, etc..?
Forse la maggior parte dei credenti non saranno bravi a risolvere equazioni matematiche, non parleranno fluidamente l'inglese, non si cimenteranno in discorsi filosofici, non riusciranno mai a comprarsi una barca, ma, permettimi di dirlo, preferisco avere amici così, perchè hanno altre qualità, come l'umiltà, la lealtà e l'amore.
Soprattutto l'amore, il rispetto, l'empatia sono qualità preziose e sempre più rare, e l'apostolo Paolo scrisse queste frasi attinenti (credo) alla tua domanda:
"Se parlo le lingue degli uomini e degli angeli ma non ho amore, son divenuto un pezzo di rame risonante o un rimbombante cembalo.
E se ho il dono di profezia e conosco tutti i sacri segreti e tutta la conoscenza, e se ho tutta la fede da trapiantare i monti, ma non ho amore, non sono nulla.
E se do tutti i miei averi per nutrire altri, e se consegno il mio corpo, per potermi vantare, ma non ho amore, non ne ho nessun profitto" (1 Corinti 13:1-3)
Ciao