Domanda:
Giornata terribile, vorrei sfogarmi un po'. Cosa ne pensate?
anonymous
2010-12-22 05:27:40 UTC
Salve a tutti, vorrei raccontare la mia esperienza, così per sfogarmi un po', e poi chiedere cosa ne pensate.

Ho una parente malata di tumore ai polmoni da qualche anno, fino ad ora se l'è cavata abbastanza bene, insomma, le chemioterapie l'hanno fatta dimagrire molto e perdere i capelli. Era da circa un mese che non la vedevo, questa mattina ho ricevuto la notizia che è stata ricoverata in ospedale; così ho preso la macchina e sono subito corsa a vedere come sta al reparto palliative. E' stata davvero un'esperienza terribile. E' magra come uno scheletro, bianca e pallida come non ho mai visto nessuno, imbottita di morfina ma che tuttavia piangeva dal dolore, che farnetica e biascica, mi chiedeva cose senza senso, io non sapevo nemmeno cosa rispondere, allora mi sono limitata ad annuire sorridendo. La chemioterapia che le stanno facendo le ha bruciato completamente l'apparato digerente, mi ha fatto vedere la lingua ed era piena di chiazze bianche, non riesce nemmeno a bere, così le fanno la flebo, non riesce nemmeno a camminare, ed a stento riesce a mettersi seduta. E poi la puzza della chemio, dio che schifo, una puzza di sangue misto pesce misto catarro che non si leva più dai vestiti, che anche dopo essere tornata a casa ed aver fatto la doccia è rimasta attaccata dappertutto, la sento anche adesso, l'ho sentita nella pasta che ho mangiato, nella giacca, dappertutto, non so quando se ne andrà, dovrò lavare tutto. Anche perché, quando sono andata le ho sistemato un po' la stanza... il comodino, le lenzuola, i tubi, così ho dovuto toccarla, ed era ricoperta di un sudore viscido che sapeva di chemio. Sono molto triste, ma mi sento in colpa di non esserlo abbastanza. Molti anni fa, quand'era morta una mia amica mi ero disperata, ma è stata una cosa da un giorno all'altro, davvero inaspettata. Mentre ora, per questa parente, non mi sento molto triste, sono rassegnata. Non perché non le voglia bene, ma perché è da cinque anni che "sta morendo". Però mi sento in colpa perché non sono disperata, mi sento in colpa anche per sentirmi così schifata da lei, dal suo corpo malato e dalla puzza che emana.

Dopo aver visto queste scene credo che se mi venisse un tumore non mi farei curare. Che senso ha? Che muori in cinque anni anziché in uno? Voi cosa fareste? E cosa ne pensate dell'eutanasia? (Anche se non sarebbe questo il caso). E perché "Dio" le ha fatto questo? (Non sono religiosa, ma a volte mi viene da farmi queste domande).

Grazie
Diciassette risposte:
anonymous
2010-12-22 06:16:18 UTC
Sottoscrivo quello che già ti ha detto GnaoGatto.



In questa vita siamo solo di passaggio e la morte va messa in conto prima o poi.

Le vuoi bene ed è quindi normale che tu stia male, tuttavia attenta a non attaccarti ad alcun senso di colpa perchè quando lei non ci sarà più quel sentimento potrebbe ingiustamente schiacciarti.

Mi dispiace che tu non abbia fede in Dio perchè altrimenti sarebbe tutto più semplice da vivere; prova per una volta a parlare con Lui in preghiera, forse questa potrebbe essere la tua chiamata.
anonymous
2010-12-22 14:39:52 UTC
Non ho capito: la vorresti uccidere perchè ti da fastidio la sua vista quella del suo dolore? so che risponderai di no, ma guarda che sotto sotto è questo che molto spesso muove certe riflessioni e che si intravede in lontananza anche nelle tue. Il padre di Eluana non sopportava che la figlia soffrisse?? Ma se adirittura ha affermato - e pecore al seguito - che era già morta!!...vabbe' ..



Se Dio non esistesse la sua morte non ha senso, allora si che la uccidi del tutto. Dio è la risposta la male, non è il male la contraddizione a Dio. Vi è battaglia e opposizionie tra male e Dio (vita), e solo una figura di Dio risolve la lotta, quella del Dio cristiano. Credo nel Dio cristiano proprio perchè ha vinto il male a la morte.



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si forse non ho capito. In ogni caso la tua domanda, bella e toccante, pone di fronte a qeusto bivio: se con la morte finisce tutto non ha senso il dolore. Io avevo postato una domanda tempo fa chiedendo quale ateo non si sarebbe suicidato nelle condizioni estreme, ossia quali ragioni per non commettere una eutanasia. Non ho trovato risposto positive forti (poi leggi il link se sei interessata). Se invece ritieni che vi è una vita dopo la morte, che vi è un Dio che ama, che oltretutto è morto in condizioni simili (non nella pace del distacco stoico buddista, ma con lacrime e sangue), forse rovi un senso anche a questo passaggio ultimo. anzi è il momento in cui un uomo diventa maggiormente uomo, non solo dimostra quello che vale ma si fa come uomo. sinceramente senza orrizonte di fede non ho risposte. se qualche ateo te ne fornisse una sarebbe un vero shock per la fede cristiana: se vi fosse una risposta atea al dolore e alla morte, potrei diventare ateo. è di fronte al dolore e alla morte che si misura l'uomo.

se hai la fede potresti trovare senso nello starle accanto (forse il dolore che prova e le lacrime che le hai visto, non sono dovute alla sofferenza fisica, ma alla solitudine con cui sta attraversando questo calvario.. se ti parla nel dolore, se biascica qualcosa, vuol dire che è importante parlare con te, più della sofferenza), avrebbe un senso perchè non è la fine, la morte e il dolore non è l'ultimo esito, è solo una fatica che rischiede accompagnamento e sostegno. se tutto finisce non ho risposte, la domanda è insuperabile per me.
anonymous
2010-12-22 14:08:15 UTC
Distinguere fra "cura" e "accanimento terapeutico" non è facile.

Da parte mia io preferirei lasciar fare alla natura ed andarmene prima, ma in modo naturale.

Ma se la cura ha possibilità di allungare la vita, come avviene abbastanza spesso, ad un livello accettabile, allora mi farei curare.

Il difficile è proprio capire quando la cura offre vita o quando solo la allunga, prolungando anche la sofferenza.
anonymous
2010-12-22 15:44:38 UTC
Ehm... gente, non credo che il senso del suo discorso sia che gli fanno schifo i malati, o che voglia uccidere la sua parente... Mi sembra che il senso sia che gli fa schifo la condizione in cui quella povera donna è costretta, che gli fa schifo lo stato in cui la chemioterapia l'ha ridotta... ed è normale che sia così... è naturale che faccia senso e ribrezzo, se la malattia fosse una cosa bella e piacevole non staremmo qui a parlarne... e infine, e ben più importante, credo che quello che la muova non sia la volontà di far sparire la parente, ma piuttosto il terrore rispetto al pensiero di poter un giorno finire in quelle condizioni... Perché, diciamocelo, siamo tutti consapevoli che un giorno potremmo ammalarci, ma vedere gli effetti della malattia, vedere nel concreto come potremmo diventare, è tutt'altra cosa...

E' naturale che abbia paura... Non urlatele addosso certe sciocche insinuazioni... perché non hanno proprio senso... Possiamo stare qui a raccontarcela tutto il giorno, di quanto sia bello essere gioiosi di fronte alla malattia, ma sappiamo bene che la realtà non è questa...

Inoltre, lei ha chiesto riguardo all'eutanasia, non riguardo alla sua parente, ma per sé, in un eventuale futuro... perché evidentemente di fronte a questa donna ha provato una forte empatia, perché evidentemente si è messa nei suoi panni e si è chiesta cosa farebbe al posto suo, cosa vorrebbe se si trovasse al suo posto... e non credo ci sia alcun biasimo nella sua domanda...

E per rispondere alla domanda... io credo fermamente che nel suicidio non ci sia nulla di sbagliato...

E riguardo a Dio... siamo piccoli miseri esseri immersi nello spazio profondo... le nostre pene non hanno alcun significato di fronte all'esistenza... Nessuna mano benevola si occupa di noi... E' in questo che a volte sbagliamo, presupponiamo che il nostro dolore debba avere senso, che la nostra vita debba abbia uno scopo più alto, ma non è così... ma naturalmente questa è solo la mia opinione.
grande bonzo
2010-12-22 14:08:25 UTC
La ripugnanza nei confronti della morte (e di tutto ciò che le fa da corollario) è comprensibile, è il naturale esplicarsi della nostra volontà di vivere.

Così come è naturale la compassione per un essere che soffre, che magari abbiamo amato, le cui azioni e parole hanno contribuito a plasmare la nostra essenza.



Sono sentimenti tumultuosi e contrastanti. Li ho vissuti anch'io, quando ho visto morire un amico, piagato da anni di sofferenze. Non capivo il perchè di quel dolore, non riuscivo a dargli un senso. Ora, rileggendo quei fatti senza il turbamento di quei momenti, comprendo che è inutile cercarlo. Comprendo altresì che nemmeno concetti come premio, punizione, colpa e peccato ce l'hanno. E' il necessario ordine della Natura, a cui è vano (e foriero di delusioni) attribuire uno scopo.



Sul discorso eutanasia la mia opinione è che non può che essere una scelta personale; deve essere una liberazione per chi soffre, non per gli altri.
sunshine80
2010-12-22 13:58:11 UTC
Dio non le ha fatto proprio niente.... le malattie esistono e ci ammaliamo ... tutto qui! La vita sulla Terra è un passaggio, solo un passaggio. Dobbiamo imparare ad accettare la morte e a credere che non finisce niente, ma che la nostra esistenza si sposterà su un altro piano. Poi sono d'accordo con te sul fatto che sarebbe meglio soffrire per meno tempo possibile!
GnaoGatto
2010-12-22 13:49:17 UTC
Su una cosa sono d'accordo con La Menzogna, e cioè che Dio non le ha fatto niente.

Ma non perché non esista, bensì perché Lui solo sa perché permette che questa nostra natura corrotta e malata faccia il suo corso. Su questa terra, il male resta un mistero difficilissimo da accettare, anche per chi ha fede.

Solo quando ci ritroveremo dinanzi a Lui scopriremo quanto tutto fosse per il nostro bene, perché "tutto concorre la bene di coloro che amano Dio".

Per quanto riguarda te, non giudicarti così severamente. Sei un essere umano, un essere umano che fa il possibile all'interno dei propri limiti, senza ipocrisie, anzi, con buona volontà. Ed è proprio la buona volontà e non i sentimentalismi ipocriti che conta dinanzi a Dio che di certo si è compiaciuto dell'assistenza che hai dato alla tua parente, perché Lui ha detto che tutto il bene che faremo agli altri sarà come se lo avessimo fatto a Lui.

Rasserenati quindi, perché hai agito bene. Adesso riposati, consolati, prova a pregare. E quando tornerai da lei, fai ancora meglio di oggi. Sono certa che ci riuscirai.
anonymous
2010-12-22 14:41:50 UTC
Quanta superficialità che si legge in molte risposte. La morte e la sofferenza sono misteri per qualsiasi uomo, sia lui un credente, un ateo o un agnostico. Sono avvenimenti che ci spiazzano, che non riusciamo a comprendere e che minano nelle fondamenta i nostri pensieri. A tutti quelli che "sono stati a catechismo" vorrei ricordare che anche Gesù stesso sulla croce era smarrito, gridava "Dio mio, Dio mio perchè mi hai abbandonato".



Questo per dirti che i sentimenti e le emozioni contrastanti che provi sono assolutamente umani e giusti. Non devi vergognartene ne tanto meno cercare di modificarli artificiosamente. Puoi solo cercare di comprendere a fondo le tue reazioni: lo schifo che sperimenti quasi certamente non è verso la persona ma verso la sua situazione e il fatto che tu non sia triste "a sufficienza" probabilmente è un bene: è un segnale che hai comunque la forza per superare questo lutto che è iniziato tanti anni fa.



Eutanasia: adesso che godiamo di buona salute (tiè) ci è impossibile stabilire cosa vivremo quando staremo male e quali saranno i nostri desideri. Possiamo provare a riflettere e a immedesimarci ma qualora l'evento ci colpisse in prima persona sicuramente sarebbe un terremoto per i nostri principi.
anonymous
2010-12-22 13:51:47 UTC
Ciò che hai passato tu durante tale visita credo capiti a molti, personalmente mi è capitato e non con una parente qualsiasi ma con persona ben più cara ...



no, ..anche se fossi in quelle condizioni non accetterei l' eutanasia, basta anche un solo barlume di lucidità per gratificare la vita che stai vivendo, parere personale, sia ben chiaro ....!
anonymous
2010-12-22 18:47:52 UTC
penso che non farei una chemio nemmeno se mi obbligassero con le catene, Dio mio, vorrei che l'ultima immagine di me sia quella di un uomo ancora bello e non trasfiguarato dal dolore e dalla malattia, come diceva Oscar Wilde, "fa che la tua vita sia come un'opera d'arte". cmq massimo rispetto per questa persona, non posso augurarle di guarire, perchè solo un miracolo potrebbe far sì che avvenga ciò, quindi spero che finisca presto di soffrire.
Rossella Puca
2010-12-22 14:23:24 UTC
Sò cosa significa perdere un parente per un male cosi grave,poichè ,anni fa,ho perduto mio padre per un tumore al polmone,uno dei più aggressivi tumori.



Sò cosa significa chiedersi dove si trovi Dio in quei momenti,sentirsi disperati,perchè anche stando accanto al malato 24 ore su 24,sei impotente.



Sò cosa significa ,perchè si soffre, ma si crede di non soffrire abbastanza,perchè c'è quasi ,quella rassegnazione,il volere che la persona,alla quale vuoi bene,smetta di soffrire.



Però,da credente,posso anche dirti che Gesù,Dio stesso,ha sofferto come un uomo qualunque e senza colpa,senza avere mai commesso alcun male.Ha scelto di soffrire per ognuno di noi,e so che Lui è vicinissimo a coloro che soffrono e vuole che i sofferenti,lo tocchino,attraverso di noi.Gesù stesso,sotto il peso della sofferenza ha gridato al Padre:"Perchè mi hai abbandonato",ma fiducioso ha rimesso il suo spirito nelle mani del Padre.



Se domani,dovessi ammalarmi di tumore,ho già detto ai miei parenti che voglio sapere la gravità del mio male,senza che alcuno mi nasconda nullaa.Certo,ho paura delle sofferenze,ma spero,in quei momenti,di guardare a Cristo crocifisso e trovare la forza di andare avanti.



Attualmente soffro di alcuni problemi fisici e nei momenti di maggiore sofferenza,chiedo a Cristo,vittima innocente,la forza di sopportare e di non disperare.Chiedo con tutto il cuore ,di potermi affidare a Lui,anche qualora,dovessi ammalarmi gravemente.
?
2010-12-22 14:20:05 UTC
Sai cosa ti dico dopo aver letto alcune risposte?! Ti dico che non devi accettare niente, non accettare le sofferenze non accettare la morte, continua a soffrire x queste cose. Perché? Perché nessuno mai é riuscito ad accettarle nè troverai qualcuno che ci riuscirà. Perché tutto questo non ci appartiene, la morte, il dolore e la sofferenza. A noi appartiene solo la vita, la vera vita che Dio ci ha dato e abbiamo perso ma che Satana vuole impedirci di riavere. é la realtà!
maria c
2010-12-22 13:45:21 UTC
purtroppo so di cosa parli,facendo assistenza domiciliare ho visto tanta sofferenza,persone costrette a letto con il pannolone flebo e cannule di ogni genere,cosa fare?l'unica cosa che faccio è pregare di avere nella mia vecchiaia una morte rapida,ma non sempre è così.Ho visto persone di 80 anni che hanno intrapreso cure assurde per vivere in più anche un solo giorno,ed ho capito una cosa sola,la verità è che siamo strettamente attaccati alla nostra vita,al nostro corpo che l'idea della morte diventa inaccettabile e si tenta l'impossibile a qualsiasi età per vivere anche solo un ora in più.Chi fa da spettatore a tutto ciò ha una grande sofferenza interiore,molte volte ho pensato:"se ero io in quelle condizioni mi sarei suicidata.."ma poi nei panni di chi soffre bisogna trovarcisi per giudicare.Amo tanto la vita,bella o difficile che sia,ma anche se potessi allungarla di un solo attimo farei l'impossibile.Ci vuole più coraggio a lottare con il dolore che a uccidersi,l'eutanasia credo sia la scelta estrema,quando ormai non si può più lottare per varie conseguenze fisiche,tutti avrebbero diritto ad una morte dignitosa.Mi dispiace che tu ti sia dovuta confrontare con una realtà simile,ma sono certa che ora apprezzerai tantissimo ogni istante della tua vita,che cose a cui prima non facevi caso ora alla luce di ciò che hai visto assumono un altro valore.Vivi intensamente...questo è ciò che hai imparato .Un abbraccio.
Gesù Cristo
2010-12-22 13:38:17 UTC
Tutti noi dovremo morire prima o poi. E comunque Dio non le ha fatto niente, non esistendo.
cicciuzzo
2010-12-22 13:51:24 UTC
è giusto dare sempre la colpa a dio, è morto anche nella croce senza peccato. prova invece a pensare che dio gli ha dato la vita, succedono disgrazie e diamo la colpa a Dio. che ridere proprio noi che non facciamo la legge di Dio, ma quella della chiesa ( a volte ) che non ha a che fare con dio.

ti dico intanto che sono dispiaciuto per la tua parente, che forse doveva raggiungere dio prima, ma qualcuno o qualcosa non ha voluto.
anonymous
2010-12-22 14:04:13 UTC
A me non fanno schifo i malati,fanno compassione..quindi è un TUO problema.

Quello che viviamo non è il paradiso ma è una prova.

Chi soffre è più vicino a Dio,come quella donna che da tempo e con grande dignità, si stà comportando meglio di te..ha avuto più coraggio di te.

La differenza tra te e lei è la speranza,ecco la grande lezione che ti ha insegnato prima di lasciarti.





http://medjugorje.altervista.org/doc/testimonianze/gloriapolo.html



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Il mio ateismo mi abbandonò e cominciai a gridare verso le anime del Purgatorio per avere dell’aiuto.

Mentre urlavo, sentivo un dolore fortissimo perché mi fu dato di capire che migliaia e migliaia di esseri umani si trovavano là, soprattutto dei giovani.

E’ con terrore che sento stridore di denti, grida orribili, e dei gemiti che mi scuotevano nel più profondo del mio essere.

Mi sono stati necessari degli anni prima di rimettermi perché ogni volta che mi ricordavo di questi istanti, piangevo pensando alle loro terribili sofferenze. Compresi che è là che vanno le anime dei SUICIDI, che in un attimo di disperazione, si ritrovano in mezzo a questi orrori>>





eutanasia = omicidio/suicidio

Anche Hitler era favorevole all'eutanasia.





xFriedman:



"Hitler era cristiano"

Hitler era cristiano come lo era Stalin..



(i piani di Hitler per distruggere la Chiesa)

http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=132
anonymous
2010-12-22 13:49:42 UTC
così ,per sapere, ci sei mai andato al Catechismo? e te lo hanno spiegato che causa del male è satana e non Dio? Dio non può fare il male perchè ama tutto e tutti con un unico infinito atto d'Amore. se Dio facesse il male,cosa che il Cattolicesimo non insegna affatto, non potrebbe essere Dio.



comunque, anche dal male Dio può trarre un bene grandissimo,enorme, quindi non ti avvilire se c'è il male,perchè se c'è il male ,per quanto possa essere evidente, Dio può trarne un bene ,superiore al male ,che magari non vediamo a causa della nostra incapacità a vederlo.



hitler era tanto cristiano, quanto cicciolina è vergine.hitler era satanista/occultista, ma il nazismo era ,nel complesso, d'ispirazione ateistica



Il nazismo si è orginato dal nazionalismo, responsabile anche dello scoppio della Prima guerra mondiale, che con i suoi dieci milioni di morti, venti milioni di feriti, mutilati e nevrotici, e sette milioni di prigionieri e dispersi, rappresenta la più grande tragedia della storia. Ebbene il nazionalismo è figlio della Rivoluzione francese, antitetico alla concezione cattolica (quindi universale, l'esatto opposto del nazionalismo).

In Italia il nazionalismo, fu interpretato da personaggi assolutamente nemici della Chiesa, e di ogni religiosità, come Francesco Crispi, alla fine dell’Ottocento, e Benito Mussolini, anticlericale anarchico e socialista, ai primi del Novecento, e poi duce del fascismo, cioè di quella concezione dello stato per la quale “tutto è nello stato e nulla di umano e di spirituale esiste, e tanto meno ha valore, fuori dello stato”. Gli interventisti (I° guerra mondiale), furono tutti uomini delle élites, avversi alla visione cattolica dominante nel paese: Mussolini, Gabriele D’Annunzio, il socialista nazionalisteggiante Cesare Battisti, i nazionalisti Giovanni Papini ed Enrico Corradini, i futuristi di Marinetti.

Giovanni Papini, prima della sua conversione, scrisse sulla rivista nazionalista Lacerba, nel 1914: “Finalmente è arrivato il giorno dell’ira dopo i lunghi crepuscoli della paura. Finalmente stanno pagando la decima delle anime per la ripulitura della terra… Siamo troppi. La guerra è una operazione maltusiana. C’è un troppo di qua e un troppo di là che si premono. La guerra rimette in pari le partite. Fa il vuoto perché si respiri meglio. Lascia meno bocche intorno alla tavola”. I frutti del nazionalismo, condannato inutilmente da diversi Papi, portarono alla prima guerra e poi, nel dopoguerra, al fascismo, al nazismo e al “socialismo nazionalista” di Stalin.


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