Non sono musulmana, ma provo a darti un aiuto fornendoti una panoramica di quello che offre attualmente l'editoria italiana. Di traduzioni ce ne sono molte, tutto dipende dal tipo di approccio che si cerca (letterale, accademico, interpretativo, riadattato ai linguaggi attuali, ecc...)
- La traduzione di Piccardo è indicata come interpretativa, quindi per certi versi è affidabile ma il traduttore ci mette liberamente ed esplicitamente del suo.
- La traduzione di Zilio-Grandi edita da Mondadori usa un linguaggio fruibile e moderno, ed è corredata da un ampissimo apparato commenti effettuati da una serie di specialisti di varia provenienza.
- Una traduzione molto celebre è quella edita dalla BUR a opera di Alessandro Bausani, compianto accademico professore di islamistica e di lingua e letteratura urdu, hindi e indonesiana.
- Famosa è l'edizione UTET della traduzione con testo arabo a fronte ad opera di Gabriele Mandel, maestro sufi italiano di origini turco-afgane scomparso di recente, celebre accademico, psicologo, storico dell'arte e della letteratura, studioso di lingue e di poesia, musicista e artista figurativo.
Accanto a queste principali traduzioni, che sono le più conosciute, ce ne sono altre come quella di Francesco Aniballi per la Gangemi o quella di Cherubino Mario Guzzetti per la Elledici, che sembrano focalizzarsi su una resa del testo scorrevole e chiara per il lettore contemporaneo.
L'intento della mia piccola esposizione è solo quello di chiarirti il quadro per aiutarti a scegliere in base alle tue esigenze, spero dunque di non aver apportato confusione. Personalmente ho l'edizione di Alessandro Bausani e mi pare ben fatta, se dovessi dedicarmi ad uno studio del testo - non conoscendo l'arabo antico - la confronterei con quella di Gabriele Mandel.