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2011-06-30 00:16:05 UTC
Il primo a formare un canone del Nuovo Testamento fu il teologo Marcione, attorno al 140. Marcione, che riteneva che il Dio degli ebrei non fosse lo stesso Dio dei cristiani, formò un proprio canone composto dal "Vangelo di Marcione", una rielaborazione del Vangelo secondo Luca dal quale Marcione aveva rimosso tutte le parti non compatibili con il proprio insegnamento e che riteneva fossero interpolazioni successive[2] da alcune lettere di Paolo.
Ad insistere che i vangeli dovessero essere quattro fu Ireneo di Lione, un teologo del II secolo, il quale affermò che come vi erano quattro angoli della terra e quattro venti, così non potevano esserci più di quattro o meno di quattro vangeli;[3] ancora al II secolo è fatto risalire il Canone muratoriano, il quale elenca i quattro vangeli poi inseriti nel canone cristiano. Per la precisione il Canone muratoriano è un documento ecclesiale la cui datazione è stimata intorno al 170 (ci è pervenuto tramite un manoscritto incompleto dell'VIII secolo), in cui vengono citati come canonici i vangeli di Luca e Giovanni, oltre ad altri due di cui sono illeggibili i nomi.
La formazione definitiva del canone cristiano della Bibbia fu però un processo lungo, che avvenne nel corso del IV secolo: a seguito dei risultati del concilio di Roma (382), del sinodo di Ippona (393) e dei sinodi di Cartagine (397 e 419), papa Innocenzo I riconobbe i quattro vangeli nominati dal Muratoriano come canonici.
[modifica] Storicità dei vangeli canonici
I cristiani affermano che i quattro vangeli canonici e gli altri scritti del Nuovo Testamento sono ispirati da Dio e raccontano fedelmente la vita e l'insegnamento di Gesù[4]; anche i numerosi miracoli riportati dai vangeli, ed in particolare la resurrezione di Gesù, sarebbero, sempre secondo i cristiani, realmente avvenuti. Alcuni critici, invece, interpretano gli eventi soprannaturali narrati dai vangeli come racconti mitici elaborati dai primi cristiani.
È tuttora materia di discussione fra gli storici quali siano state, tra le parole che i vangeli attribuiscono a Gesù, quelle effettivamente da lui pronunciate. Generalmente sono accettate come storiche le parole presenti in vangeli che siano stati redatti sulla base di documenti indipendenti[5], come ad esempio il Vangelo secondo Giovanni.
Dubbi sul valore storico dei racconti evangelici discendono dal fatto che essi sarebbero trascrizioni di precedenti trasmissioni orali, messe per iscritto alcuni decenni dopo la morte di Gesù. I più antichi manoscritti noti risalgano al II secolo (escludendo il frammento 7Q5, la cui attribuzione è tuttavia discussa). Wikipedia