Domanda:
Credi che la malattia e la sofferenza possano essere un "dono"?
anonymous
2007-04-05 16:26:28 UTC
Un privilegio spirituale, un dono di Dio?
O un dono perchè a volte aumentano la nostra sensibilità e ci aiutano a guardarci dentro, a comprendere ed apprezzare cose su cui altrimenti difficilmente riflettiamo?
O credete che siano solo sfortune, casi della vita, comunque eventi semplicemente dolorosi che è preferibile che non ci tocchino mai?
Forse risponderanno in pochi, ma ci provo ugualmente, mi piacerebbe conoscere la vostra opinione, sia dei cattolici che degli atei. Vorrei riflettere meglio su questo delicato argomento, ne ho bisogno, quindi è un aiuto che vi domando, spero mi tenderete una mano.

Grazie di cuore, un abbraccio a tutti!!
58 risposte:
anonymous
2007-04-05 23:07:35 UTC
La tua domanda impone una profonda riflessione e una disamina attenta; le vicissitudini della vita mi hanno fatto constatare che in effetti le due questioni "malattia" e "spiritualità" si incontrano e si sposano proprio in quei momenti di difficoltà fisica e, aggiungerei non solo fisica; il feeling che nasce in questi momenti può stravolgere il pensiero e le idee formatisi in una vita intiera.

Ho visto persone lontane da qualsiasi credo religioso e, se non proprio lontante almeno che conducevano una vita senza "regole" religiose, che nei momenti più critici e/o ultimi del proprio escursus terreno, si sono affidate completamente al credo religioso; a cosa è dovuto questo ? Me lo sono domandato spesso, le mie conclusioni personalissime non sono state mai ferme e decise ma solo semplici riflessioni possibilistiche, ho considerato che in quei momenti si ha paura di abbandonare questo "ciclo di vite" (come lo definisce il Maestro) od anche una profonda riflessione che ci porta a conoscere ed assaporare la "verità" e le mie rispettose riflessioni al riguardo mi hanno portato a pensare sempre che, comunque, tutto ciò è un bene in quanto smorza la rabbia e il dolore e al suo posto compare sul viso e soprattutto nell'anima, un nuovo modo di vedere e concepire tutta la nostra vita, con un sereno sorriso e l'accettazione pacifica di tutti gli eventi negativi che ci capitano, considerandoli come eventi naturali a cui tutti noi umani siamo destinati, la felicità nel vagliare spiritualmente il nostro vivere, da una gioia immensa .

A volte questo feeling avviene anche in casi non proprio di difficoltà fisiche, anche in momenti di difficoltà nei rapporti con il nostro prossimo o in svariate e diverse difficoltà che la vita ci può proporre nel nostro personale cammino, e l'incontro con il sentimento religioso, è sempre proficuo e questo, è determinante ed esso è, come un diamante per la propria amata, per sempre, e non solo limitato a quel periodo, solo in questi casi è sincero e vero e senza ombra di dubbio, aiuta notevolmente ad affrontare i problemi quotidiani, assumendo un semplice sorriso con uno stato d'animo sereno e positivo; forse risulterò immodesto ma riesco ad individuare nello sguardo, negli occhi, del mio prossimo colui che ha la fortuna di vivere in questo dolce habitat.

Ho sempre considerato che, chi ha il dono di vivere in quest'unione felice senza aver avuto bisogno di patimenti e/o periodi di difficoltà che ci hanno portati all'unione, sia una persona profondamente felice e serena; io non appartengo a questa categoria ma bensì a quella categoria di esseri umani, la maggioranza, che si sono avvicinati profondamente al credo religioso solo dopo che la vita ci ha messo alla prova e di fronte alla realtà della pochezza e leggerezza della nostra vita, se condotta senza un coinvolgimento spirituale, vivendo con gli occhi chiusi dediti al materialismo, è sinonimo di spreco ed è questo che è veramente un oltraggio alla vita.

Ho scritto queste righe avendo come sottofondo musicale una song che sembra la più intonata possibile "My way" di Frank Sinatra, la mia strada, ebbene una volta canzoni del genere non mi piacevano, adesso mi danno emozioni mai provate prima, il parallelo è quanto mai intonato, come e meglio della voce del grande Frank, cantate ragazzi/e ... my wayyyyyyyyyy ... ciao e bella vita :-)
StellaNera di Norfolk- underwater
2007-04-05 17:03:46 UTC
Ti dico soltanto che la tua domanda è molto bella, davvero molto, e meriterebbe un pò di attenzione (ti accendo pure la stellina). Per studio io sono in ospedale tutti i giorni, e ti assicuro che anche le persone più religiose e con la fede più incrollabile (e io non sono tra queste) sono messe a dura prova, dinnanzi ad una sofferenza e ad un male che a volte toglie il fiato e le parole. Penso che tutti abbiano avuto almeno una volta nella vita un'esperienza di questo genere, legata magari ad un familiare o ad un amico, e accettarla come tu dici può essere un atto di grande forza, ma anche di inevitabile rassegnazione, ma dipende sempre dalla soggettività della persona, dal suo modo di reagire e di elaborare gli eventi. Un dono di fede può essere la motivazione passiva con cui si accetta lo stadio finale ultimo di una malattia, vedo spesso sacerdoti che circolano nelle corsie dei malati terminali a suggerire questa "visione" per favorire una più serena accettazione della condizione irreversibile, al malato stesso ma soprattutto alle famiglie. Dico soprattutto perchè paradossalmente è la famiglia, e non il malato stesso, il più delle vole, a necessitare di questo intervento, di questa "interpretazione", perchè i malati in sè hanno una forza sconosciuta, e un coraggio che mi commuove, e non ha eguali nella vita dell'uomo come nel momento in cui è chiamato ad affrontare la morte. La malattia e la sofferenza come dono d'amore, nell'ottica della Passione di Cristo, può giovare, può essere d'aiuto, il più delle volte è una soluzione palliativa, una via di scampo per non impazzire totalmente. Crederlo fermamente sin da subito è un sentimento straordinario, eroico, che credo appartenga a pochi. E' una sorta di espressione di santità, senza esagerare, poichè si arriva quasi ad amare la propria malattia, ad esserne gelosi, a viverla come una purificazione dell'anima,come un sacrificio di devozione e la si offre interamente con se stessi, e il genere umano per la maggioparte non è cosi. L'uomo è pauroso, è piccolo, è meschino. L'uomo ha bisogno di essere rassicurato, di essere preso per mano, a volte proprio di aggrapparsi.

E questo consola, e mitiga, e dà dolcezza, e forza e fermezza insieme.

Un bacio, se hai bisogno di parlare ancora, di un consglio, di una mano, semplicemente di essere ascoltata io ci sono.

Un in bocca al lupo enorme per tutto
milady
2007-04-05 16:59:27 UTC
No,non credo che la sofferenza e la malattia siano un dono divino.Sopratutto quando colpiscono i bambini,o chiunque abbia tanta voglia di vivere.



Però potrebbe essere un dono la forza che uno trova per combattere contro la sofferenza e la malattia,e il saper trovare il valore e la gioia di vivere anche nelle piccole cose.
Zio Ingemar
2007-04-05 16:47:37 UTC
Io penso che la malattia sia un dono per alcuni aspetti della nostra personalità. Il rapporto con la morte spesso lo scacciamo come peste , ma ineffetti invece dovremmo approfondirlo perchè primo o poi tutti dovremo affrontare l'approssimarsi della fine.

Riflettere sulla nostra limitatezza è fondamentale proprio per poter conoscere meglio noi stessi e vivere con sempre maggiore "fame", "fame" di sensazioni, di sole, di luna, di schiaffi e carezze, di baci e pugni, di "leggerezza" e "profondità", "fame" di ironia, e spesso vivere un periodo di difficoltà "fisica" può certo portare ad una "fame" di vita che non può che farci bene, pur nella tragicità del pensiero della morte.

Ciò che è fondamentale è però il voler "vivere", spesso si rischia d'ammalarsi di "auto-commiserazione" e purtroppo è questa la "malattia" nella malattia che può far male. Bisogna pensare, che si può uscire da un periodo difficile, perchè molto spesso alcuni problemi fisici vengono ingigantiti dalla nostra psiche, e la malattia psicologica è la più pericolosa, quella può davvero uccidere, perchè ti uccide mentalmente, ti uccide nel pensiero, e spesso ,pensa non so all'anoressia, può giungere anche la morte fisica. Un malato quindi per sintetizzare, è ricco perchè spesso può riflettere sulla condizione umana molto più dei "sani", ma a volte si considera al centro del mondo perchè malato e può arrivare alla morte "mentale", la vera morte...non bisogna mai perdere la "fame"...questa sarebbe la vera morte...

ciao...sogni di luna
occhi.verdi.74
2007-04-05 16:46:12 UTC
E' sbagliato, secondo me, associare alla malattia il termine "dono". Se tu ami qualcuno, non gli regali della sofferenza....

Resta il fatto però, come hai detto tu, che a volte una malattia può spingerci a guardarci dentro, a comprendere ed apprezzare cose su cui altrimenti difficilmente riflettiamo.

La malattia può farci riscoprire l'amore dei nostri cari, l'importanza di un sorriso, di un abbraccio, di una parola di conforto.

Chi conosce o ha conosciuto la malattia, tende una mano più volentieri alla persona che soffre...

Ma la parola dono... non è corretta secondo me
atena_nike82
2007-04-06 05:48:49 UTC
Ciao dolce Irene....la tua domanda è molto interessante come tutte quelle che in genere poni....e ho anche visto le numerose risposte, e che qualcuno ha un po' travisato quello che intendevi.

Come ben sai ho avuto (e sto curando tutt'ora) una brutta malattia anni fa. Quando parli di dono...non credo tu intenda qualcosa donatoci di proposito da Dio e qualsivoglia chiamare...e che ciò debba essere accolto con gioia ecc....ma credo tu faccia riferimento a quanto ci si sente diversi dopo, cresciuti, più completi nonostante l'incompletezza fisica che la malattia c'impone. Io avevo 15 anni e già ero una ragazzina piuttosto scettica.Ti confesso che la malattia mi ha resa ancor più ancorata e interessata alla scienza, ancor più concreta e ad oggi posso definirmi molto chiaramente atea.Ma rispetto e ammiro anche chi si avvale del credo religioso per affrontare i momenti difficili.Non so dirti perchè,ma ognuno di noi reagisce in maniera differente a queste situazioni.

Uno dei tanti giorni che passai in ospedale mi vidi prendere e portare d'urgenza in un ospedale specializzato in cardiologia...perchè dagli ultimi esami della mattina risultava un'infezione improvvisa da Citomegalovirus, che oltre alla mia vasculite e alla pleurite insorta, complicavano le cose nel mio corpicino di 36 kg....mi misero in questo lettino attaccata a mille macchine...dal quale non potevo assolutamente alzarmi per nessun motivo.Bastava che muovessi un braccio per far suonare tutto perchè i battiti salivano alle stelle.Io sapevo tutto ma mi sentivo forte,cercavo di non farmi prendere dalla paura pur avendo acquisito poche armi in 15 anni di vita....beh il giorno seguente il versamento si era ridotto moltissimo...e dopo due giorni tornai nell'ospedale precedente, mi alzavo e andavo al bar come prima.

Nonostante questo non ho mai pensato al miracolo o a qualche sostegno divino...non so dirti perchè, invece ho creduto fermamente nella facoltà umana di riuscire talvolte,con determinati stati d'animo e convinzione, di essere riuscita insieme alle cure, ai dottori,e al mio fisico sicuramente forte e giovane, ad alleviare quell'infezione.

Quella sensazione che si ha poi, di essere più sensibili e non arrivare mai alla sola superficie delle cose può essere chiamato dono,in quanto è qualcosa in più che abbiamo...che ci fa affrontare la vita e gli altri più intensamente...ne sono convinta.NOn so come sarei stata senza quella esperienza ma sicuramente ora posso dire di aver tratto anche dei lati positivi da quella cosa.

Ti mando un abbraccio enorme...e auguriiiiiiii
tenerona86
2007-04-06 01:01:47 UTC
Un dono??? No non credo che sia un dono o un regalo… perché se davvero fosse così non provocherebbe tutto quel dolore e quella sofferenza… un dono non lo è…

Perché far soffrire i bambini??? perché??? che hanno fatto di male le persone per meritarsi i tumori e i cancri??? Si la morte c’è per tutti e colpisce tutti indipendentemente da chi sei e da cosa hai fatto… ma preferisco morire di vecchiaia che di dolore continuo per colpa della malattia che mi affligge…

Io è da un po’ che ho smesso di credere a Dio… mi sono successe mille cose brutte… una delle quali è quella di aver perso da poco un mio zio a causa di un tumore e di aver scoperto da un anno che la mia cuginetta più piccola di soli 14 anni ha un altro tumore… maligno… e la cosa sta sempre peggiorando… ci sono leggeri miglioramenti ma mille altri problemi e non va affatto bene… e io non so dove lei e anche tu troviate la forza di vivere… io lo ammetto mi sarei lasciata andare… sono stanca di soffrire… soffro per delle piccolezze e anche per delle grandezze ma ho il cuore troppo pieno di lacrime e sono stanca di versarle… lo ammetto io darei la mia vita se fosse possibile per questa mia cuginetta… ho solo 20 anni e la mia vita detto sinceramente non mi piace perché è tutta monotonia e sofferenza… ma se fosse possibile vorrei che lei vivesse e io morissi… ha solo 14 anni… una vita intera davanti… e così poche speranze e tanto dolore…

Io non credo che la malattia sia un dono… è solo sofferenza… si ti può far apprezzare i momenti invisibili per gli altri… ti può far conoscere meglio te stessa e il concetto della morte… non lo nego… ma malattia per me è solo sofferenza… sia per chi ha la malattia e per chi la vede… e quegli occhi di compassione non fanno altro che farti sentire più male… almeno io considero ciò…



LA MALATTIA E' SOFFERENZA E NON DONO DIVINO... poi ognuno è libero di pensarla come vuole... ma io la penso così...
enna
2007-04-05 16:46:53 UTC
No la sofferenza è sofferenza e non è il caso di addolcirla con ideee di questo genere.E' possibile però accettarla e conviverci poichè la vita riesce a dare soddisfazioni anche vissuta con sofferenza.
nathansummers2002
2007-04-06 05:34:29 UTC
Lunaurora,la malattia e la sofferenza nn si possono definire un dono,in quanto sono cose che ti debilitano e nn ti fanno stare bene...ma,è anche vero che in quei momenti trovi l'amore e l'affetto di molte persone,persone che magari neppure conosci,che però sapendo quello che stai passando ti sono vicine e ti fanno sentire il loro affetto,manifestandolo nei modi + disparati.Io ti auguro con tutto il cuore di riuscire a superare questo periodo negativo dela tua vita,e mi auguro che le persone che possono fare qualcosa,sia a livello medico che economico ed assistenziale,si facciano un bell'esame di coscienza ed intervengano quanto prima.A te chiediamo solamente di permetterci di aiutarti,in qualsiasi modo possibile...sei un'anima buona Luna....lasciati aiutare....!

Un abbraccio forte...Nathan.
anonymous
2007-04-06 00:56:33 UTC
cara Irene,che bello vederti di nuovo attiva su answer!!

sicuramente non è facile parlare di malattia per me,perchè fortunatamente non ne sono mai stata toccata in prima persona. però ho avuto una persona,molto vicina a me,che è state molto male per diverso tempo,e sinceramente vedendola non è facile pensare che sia stato un dono.

vederlo in quello condizioni mi stringeva il cuore,a volte lo ammetto,ho pensato:ma perchè non se lo prende,così smette di soffrire così?forse è un pensiero che ha avuto almeno una volta chiunque sia stato vicino ad una persona che sta tra la vita e la morte.

probabilmente quando la si vive in prima persona,sulla propria pelle,è molto diverso,e ognuno vede il cose in maniera differente.

ti faccio presente che io sono atea,quindi non ti parlerò certamente di dono di Dio.

però io sono fermamente convinta che ogni cosa che ci succede,ogni avvenimento,sia esso positivo ma soprattutto negativo,contribuisce a formare quelli che siamo oggi.sono le esperienze che viviamo che ci hanno fatto diventare così.

una persona che non ha mai incontrato la malattia sulla sua strada forse (sicuramente) vive la sua vita con più serenità. ma chi ha incontrato il dolore e la sofferenza acquista (secondo me) una consapevolezza della vita e una sensibilità che difficilmente gli altri riescono ad acquistare.

non so dirti se questo poi sia un bene o un male,perchè a volte la troppa consapevolezza può essere uno svantaggio,ma quello che so per certo è che ogni esperienza che vivamo ci aiuta a essere quello che siamo oggi. sono passaggi,percorsi che ci hanno fatto diventare le persone che siamo,e che ci aiuta ad avere una consapevolezza della vita che difficilmente si riesce ad acquisire senza dolore.

sai,quando sono triste per i fatti della vita penso ad una frase che ho sentito una volta: la vita è breve e passa in un lampo,passiamo troppo tempo a rattristarci delle cose inutili che ci dimentichiamo di gioire fino in fondo per i momenti buoni della nostra vita.

forse sarà un pensiero banale,ma quando sono un pò giù mi fa pensare che forse conviene di più concentrare le nostre energie per cercare di essere felici.

un bacio dolicissimo angelo!!
sassandro
2007-04-05 18:40:31 UTC
un dono no, ma le sofferenze ci rendono più sensibili, più forti (se vengono superate) e più ricettivi.

I dolori sono brutta roba, ma purtoppo sono necessari in quanto fanno da campanello d'allarme. Quelli cronici però si possono alleviare, so che esistono vari metodi, ma tu lo doresti sapere bene. Che dire, le sofferenze fanno male, infastidiscono, ma qualcuno ha detto "Quello che non mi uccide mi rende più forte" e sono pienamente daccordo.



stanotte nn trovo la strada per la camera da letto... lol

mi fa piacere che mi hai aggiunto ai tuoi contatti lunaurora, a presto!

Un abbraccio
ego
2007-04-07 08:24:27 UTC
Mi ritengo ateo. Agli amici stretti ho confidato che litigai con dio circa 8 anni fa, mentre ero su di una cengia in montagna con le gambe paralizzate a seguito di un sasso cadutomi addosso. In quel momento non mi ritenevo ne fortunato ne sfortunato, intendevo solo raccogliere forze e coraggio per tornare a casa vivo. così è stato. dio è rimaso li. tutte le difficli esperienze che da li in poi (dirette e inirette) ho vissuto le ho accolte come fatti di per se. se c'era del lavoro spirituale da fare andava fatto solo ed esclusivamente tra me e me. così mi concilio col mondo e con la vita. in tutto questo emerge però che considero il mio corpo come un'appendice della mia esistenza, cioè della mia vita. non dico una macchina che contiene una sorta di anima. penso che quando morirò non finirà tutto come si suol dire, ma inizierà una sorta di "stato di morte" come ora vi è lo stato di vita. oltre non mi pongo troppe domande. come socrate dico che non so cosa sia la morte poichè noon l'ho mai provata. si può solo descrivere ciò che si pensa che sia.



grazie a te che fai traballare le mie deboli certezze.

carlo
anonymous
2007-04-06 12:36:17 UTC
La malattia non è augurabile a nessuno né tanto meno a sé stessi, questo è sicuro, ma credo che tu abbia ragione nell’asserire che rafforza i valori con tutto ciò che è legato direttamente alla vita e fa apprezzare maggiormente quei rapporti interpersonali tra persone a noi vicine o meno .

E’ una cosa che in realtà non riesco a spiegarmi ma è così.

Nella sofferenza si scoprono (o riscoprono) valori e sentimenti che altrimenti tendiamo a negarci o a mettere da parte. Sicuramente nel dolore siamo più altruisti altra cosa che non riesco a spiegarmi;

nel dolore si è più vicini spiritualmente alla religione, altro mistero; nel dolore siamo più …sì anche più buoni.

E’ vero, ci sono delle eccezioni da entrambe le parti ma sono appunto eccezioni che confermano la regola.

Tutto questo sinceramente non mi piace, non mi va’ tanto a genio. Perché mai quando siamo in piena possibilità di poter fare qualsiasi cosa ci “scordiamo” che possiamo fare anche del bene? Perché ci neghiamo la possibilità di aumentare i nostri orizzonti con tutto un mondo che cerchiamo di ignorare?

Ahimé, io questi perché non riesco assolutamente a spiegarmeli.



Un bacio,

luca
Gallo citrone ★★★
2007-04-06 11:47:47 UTC
Ciao Irene, ti conosco da poco ma ho letto alcune tue riflessioni e siccome mi ritengo una persona piuttosto complicata, che cerca sempre di avere delle risposte dalla vita anche quando risposte non ce ne sono, mi domando se tu avresti avuto queste tue caratteristiche anche senza l'endometriosi.

Con questo non voglio assolutamente dire che dovresti ringraziare la malattia che hai, e tu lo ribadisci a chiare lettere nell'ultimo post, ma penso che la tua sensibilità e la tua bellezza siano anche il frutto della tua sofferenza.

Sono un "ragazzino" di 36 anni e il mio pensiero piuttosto immaturo è che le persone buone e i bambini non dovrebbero mai soffrire troppo perchè non se lo meritano mentre i bastardì.....

Non ho un bellissimo rapporto con Dio (quasi mai con la chiesa) sopratutto quando vedo delle ingiustizie ma penso anche che ognuno di noi ha il suo compito sulla terra e il fatto che tu sia qui con noi non è casuale, per me questi sono doni di Dio, avere la possibilità di incontrare belle persone come te e come tanti altri conosciuti qui in answer.

Ti mando un abbraccio forte forte

Andyyy
J.D.
2007-04-06 09:37:22 UTC
Sai, conosco molte persone, e le migliori (almeno secondo il mio modesto punto di vista) sono quelle che dalla vita non hanno avuto regali....

sono quelle che hanno sofferto, che hanno avuto modo di mettere se stessi alla prova e di uscirne vincitori o almeno combattenti......

solo la sofferenza, credo, può far crescere ai massimi livelli la capacità di autoanalisi e di emozione intrinseca di ognuno......

Sono atea, quindi per me la parola "dono" ha un'accezzione probabilmente diversa da quella che le attribuisci tu....non credo quindi che sia un dono (non posso proprio), ma credo che sia il mezzo con cui siamo stimolati a crescere...

....non riterrei mai fortunata una persona che soffre, ma sicuramente è una persona che ha avuto la possibilità di affinare alcune caratteristiche della propria personalità che chi ha una vita "normale" (anche se poi bisognerebbe valutare cosa effettivamente è normale e cosa non lo è....ma poi inizierei ad avvitarmi nei miei pensieri, quindi per oggi lascio perdere) non sa nemmeno di poter possedere....



Ciao bella,

un abbraccio anche a te:-)
anonymous
2007-04-06 03:57:36 UTC
Un dono ? No di certo, e soprattutto non in senso religioso. Altrimenti dovremmo pensare che la sofferenza in genere è un dono, allora anche ciò che genera sofferenza è un dono ? Finiremmo per credere cha la guerra, la carestia, la pestilenza, siano tutti doni !

No di certo !



Anche se, poi, tutto è relativo, ed ognuno da un significato proprio alle parole. Allora direi che si deve distinguere. Un malato può comportarsi in due modi: o si arrende alla malattia, cadendo in depressione e prendendosela col mondo intero (e quanti ce ne sono così !) per quello che gli è capitato, oppure può reagire.

Nel secondo caso il malato sta meglio (un esempio è Chiara M, non quella di Answers!), vive meglio, e riesce anche a trasmettere agli altri la sua positività. Finisce per essere un esempio per gli altri che si dicono "ma se lui riesce a stare bene con se stesso, perchè io, che non sono malato, non ci riesco ?), riesce ad impegnarsi per aiutare gli altri, ma soprattutto, riesce ad essere empatico, cioè a capire la sofferenza altrui, perchè ha dentro di sè la stesse sofferenza.

Questo è molto importante, perchè solo chi conosce la sofferenza, perchè la vive, può capirla fino in fondo, e può aiutare al meglio gli altri. Un malato che reagisce riesce a non essere indifferente, riesce a non essere cattivo, riesce a non essere insensibile. Un malato così si guarda dentro è scopre quello che ha, vede il bicchiere mezzo pieno, si accontenta del necessatio.



Un altro, invece, si lamenta di non avere il superfluo.



In questo senso si può parlare di dono. Allora sì, è un "dono".
Samy
2007-04-06 01:45:41 UTC
la sofferenza fa parte della vita,non è Dio a provocarla,tuttavia può "servirsi" di essa per far maturare la persona, perchè Dio trae sempre il bene dal male, sempre se la sofferenza viene affrontata senza prendersela con Dio e rinnegarlo anzi affidandosi a Lui che non fa mai mancare il suo aiuto!
anonymous
2007-04-06 00:40:36 UTC
Io sono cattolica, e penso che la malattia sia un dono un pò pauroso, io prego tutte le sere per me e la mia famiglia che non ci capiti mai nulla...le malattie mi fanno paura, ma vedo in te una forza incredibile e il coraggio di combattere...ognuno di noi, dovrebbe avere un pezzetto della tua forza!

Un bacio enorme, ti sono vicina..

Ciao Daiana
anonymous
2007-04-05 23:19:03 UTC
Il discorso è breve,la malattia e la poverta restituiscila al mittente cioe a teologi papi cardinali vescovi ecc,loro la malattia e la poverta la propongono agli adepti ed interpretano le scritture in questo senso,ma loro sono in salute tutti grassottelli pasciuti e soprattutto vivono vite molto agiate.
Ghorky
2007-04-05 16:58:09 UTC
E' uno di quei doni che se c'e' un dio ( ma qualche dubbio )

vorrei tanto si tenesse per lui questo genere di regali . Il dolore è un regalo spietato e senza alcun senso logico e spirituale. Per star bene con lo spirito devi sublimare le sensazioni corporee, in un certo qual senso devi annullare la parte fisica di te, ma credo sia impossibile se ti brucia lo stomaco o se di si stanno sciogliendo le ossa..
anonymous
2007-04-05 16:35:10 UTC
penso proprio che lo siano.. io ho sofferto tanto... ma ora mi sento più forte,più sensibile,sono diventata più profonda e vado sempre oltre le apparenze..

certo..forse avrei preferito che nn mi accadessero cose tanto brutte... ma la vita te le mette davanti e nn ci puoi far nulla..se non cercare di trarre da esse il 'meglio'.. anche se a volte è davvero dura..una cosa è certa.. la sofferenza mi ha cambiata,ma penso in meglio...
anonymous
2007-04-12 03:41:09 UTC
La malattia e la sofferenza non possono essere un dono inteso come parecchi intendono, stupidi interpretatori della parola di Cristo. L'hai posta in religione e hai fatto benissimo, perché si domandino cosa in fondo si deve espiare qui su questa terra?

Qualcuno é un prescelto e qualcun altro paga anche per i pecccati altrui. Penso che tu non hai avuto una sorte privilegiata, ma secondo quanto credo io avrai un posto diretto nel regno dei cieli, favorito...sei padrona di dirmi che me ne faccio, io sto soffrendo ora e non conosco il dopo-morte. Se hai fede devi continuare a lottare finché ce la fai e non oltre le tue forze, questo nessuno te lo chiede, ma dall'alto dei cieli sanno benissimo se esiste Dio che tu paghi anche per quelli che stanno godendo e che un giorno vedrai al tuo posto perché Dio é misericordioso ma anche giusto.

Un giorno tu starai così bene da essere ripagata di tutto il male che hai dovuto sopportare e insegnarai agli altri come doverlo sopportare....Dio ti assegnerà dei compiti ultraterreni dove avrai tutto ciò che in terra non hai potuto avere.

Credimi, vi é un tempo in cui i giusti avranno il posto che si meritano.... Un saluto di vero cuore Daphne e ti abbraccio
LORY66
2007-04-11 00:04:10 UTC
Non credo ... credo che il dono sia stare sempre bene...

il fatto di riternerlo un dono e' come una consolazione alla

sofferenza... baci
anonymous
2007-04-10 03:35:28 UTC
Che domanda difficile però bella....... alle volte può essere un dono spirituale se si ha la forza di reagire come stai facendo tu e trovare nel dolore un esperienza positiva che insegna qualcosa al nostro cuore........ l'amore che trasmetti è tanto e nonostante la sofferenza che hai passato in tutti questi anni dove ai perso tutto e sei stata chiusa in casa o in ospedale da sola tu sei riuscita a trasformare la pietra in fiore..... e questa è una magia forse si un dono del tuo cuore luminoso........
anonymous
2007-04-07 13:10:03 UTC
Cara Irene,

mi considero per molti versi una persona fortunata e non riesco a parlare della malattia senza averla mai veramente vissuta, mi sentirei un poco ipocrita... La sofferenza, certo, quella però tocca tutti! È paradossale pensare che si tratti di un dono di Dio, assurdo e inconcepibile per qualsiasi essere razionale! Ma forse, solo spogli della nostra arroganza e presunzione potremo veramente affidarci e confidare in Lui. A volte nella sofferenza è più facile ritrovare il Signore, anche se comunque non è mai una scelta forzata, anzi può capitare di rinchiudersi in sè stessi e rifiutare ogni suo aiuto. Forse ha ancora più valore però scegliere di credere in Lui quando si vive nel successo e nel benessere, quando è molto più facile credere unicamente in se stessi!

Eh, penso che vincerò il pulitzer con questa rispostona, spero solo che ci capirai qualcosa!

Un abbraccio anche a te
?
2007-04-06 16:17:13 UTC
L'amore per la vita è un dono e chi ha amore può accogliere anche il dolore perchè fa parte della vita di ognuno; solo in questo caso può essere evolutivo, perchè il cuore invece di rinchiudersi per la paura si apre, e si apre all'ascolto degli altri, insegna a distinguere le cose importanti a cui dedicare il nostro tempo, si impara correggere i nostri comportamenti, si usa il pensiero per comprendere e non per giudicare. Ho l'esempio di una persona luminosisissima, piena di meraviglia per la vita malgrado avesse avuto grandi dolori, aveva fede e questo l'aiutava, riusciva a non rinchiuderli dentro di se, ma a superarli, e parlando con lei durante la sua malattia, mi disse forse è utile per la mia strada.
Lino41
2007-04-06 02:01:14 UTC
Mi capitato in alcune occasioni di ritrovarmi nel tuo ambiente, intendo dire in una camera d'ospedale sofferente e bisognoso d'aiuto. La sofferenza a dire il vero non mi permetteva di ragionare e percepivo soltanto la mia. Una volta, però, fui ricoverato prima su una branda di fortuna, poi in un camerone sovraffollato in medicina. Là dentro c'erano soltanto dei sofferenti e dei moribondi. In questa situazione più estrema, quando la crisi di calcoli renali fu più sopportabile, mi venne spontaneo fare l'infermiere e cioè aiutare un po' le persone che nel frattempo avevo conosciuto. A lungo andare imparai tutto di loro, e diventai pure un esperto delle loro malattie, ma soprattutto mi misi sulla loro lunghezza d'onda. Non so come chiamarla, solidarietà, sensibilità, fatto sta che ormai qualcosa era nata. Facevamo gruppo. Eravamo "noi", gli ammalati, e "loro", quelli che stanno bene e che non gliene frega niente di "noi". Sai, Irene, credo che nella vita io non sia mai uscito da quel gruppo, per quanto i componenti siano cambiati e per quanto sia diversa la sofferenza.

Credo però che il dono siamo liberi di riconoscerlo e di accettarlo, perché, se è un dono, siamo noi che lo rendiamo tale.
athena2
2007-04-05 22:44:36 UTC
sicuramente il male non e un dono di Dio il male non e sfortuna ben si casi della vita l' evento doloroso non e casuale ed e preferibile starci alla larga ricorda che il peccato porta la morte e il dolore perché allontana l' anima dal suo creatore la mia opinione da ortodossa e che riflettere sul argomento e la soluzione per tutti i mali grazie per la domanda e perché hai osato di farla la verità e responsabilità molto grande molto Più grande di noi ma esiste
Daniele
2007-04-05 22:26:05 UTC
Ciao tesorissimo. Un bacione, non sai quanto mi ha rincuorato rivedere qualche tua domanda...

Questa mi piace!

Se la malattia e la sofferenza sono un privilegio,allora Dio (se esiste, sennò il fato, la coincidenza) ha proprio una certa ironia, piuttosto difficile da comrpendere.



Tu 6 una persona profondamente spirituale, religiosa o meno, lo saresti anche se non credessi; sei riflessiva.



Supponiamo però che prima non lo fossi. si potrebbe dire che la tua malattia ti ha resa rifelssiva; oppure che tu hai saputo trovar la forza di trovare nella mala-sorte una chiave di svolta positiva.

Questa credo sia la traduzione della tua domanda.



Io chiamo Dio il fato e viceversa, nè credo nè sono ateo; il mistero della fede non lo spiega certo il papa, però, o il vangelo.

il vangelo e la fede semmai aiutano ad aver forza.

Il pericolo è di vedere un Dio che fa tutto, con la nostra ottica.

Dio non manda malattie e sofferenze, però c'è una legge naturale indefinibile che sembra regolarle: io chiamo anche questa legge, Dio, ed anche la malattia, è un pezzetto di Dio, quando ci colpisce.



C'è gente che viene distrutta dal dolore, dalla malattia, dalla paranoia... ho un (ex) amico che non vedo più perchè non si riesce più a farlo uscire di casa, da un piccolissimo problema è passato alla paranoia più assoluta.

Per queste persone la sofferenza non è un dono, è più il pagamento di un'offerta, o di una pena se preferisci.



La malattia tocca tutti, chi più chi meno; la sofferenza tocca tutti, e basta.

C'è chi impazzisce per un mal di testa, chi scrive libri col movimento degli occhi...

Non è un privilegio.

Il privilegio è quello di saper cogliere le opportunità, farsi trovare "con le lanterne accese", amare il sole e la pioggia, il sorriso e il pianto, un bel gattone soriano e uno scarafaggio... perchè il vero dono Dio ce lo ha fatto corroborando e pervadendo tutta la realtà (e noi) di sè stesso in maniere così "spassose" ed insolite da far venire i nervi a volte! è così dannatamente geniale...



Le sofferenze non sono nè un dono, nè si meritano... fan parte della vita, la capacità di trasformarle in dono è una dote tua non comune, alimentata sicuramente dalla grande fede e la profonda spiritualità che ti contraddistiguono.



Un abbracio fortissimo e 1.000.000 di coccole telematiche! ciao
anonymous
2007-04-05 19:23:20 UTC
un dono se riusciamo a superarle...

la saggezza e l'amore albergano soprattutto nei cuori che hanno conosciuto la sofferenza...

se il corpo non ce la fa..

allora fra noi uomini non esiste risposta....

potrebbe esserci un dono ancora maggiore...

ma questo solo Dio lo sa..
anonymous
2007-04-13 14:36:19 UTC
questo 'dono' poteva risparmiarcelo non credi già è difficile stare a questo mondo
Maria
2007-04-06 02:52:18 UTC
Lasciando stare la religione,credo ovviamente che non sia un dono,ma un modo per farci pensare ,come se servisse a raggiungere qualcosa anche nel nostro modo di pensare........Me lo dimentico spesso quando penso capitano tutte a noi?Ma dentro di me SO che non ci viene dato niente di più di quello che noi siamo in grado di affrontare!!!!!!!!Ciao un bacione
anonymous
2007-04-05 23:28:32 UTC
io vedo la malattia e la sofferenza come una prova che Dio ci mette davanti per vedere la nostra reazione. Quindi in senso lato e' una prova.

Certamente la mallattia e la sofferenza oltre a farci soffrire ci aiutano a maturare, a comprendere e a voler comprendere di piu' gli altri ed anche noi stessi,

La nostra sensibilita' aumenta e diventiamo nello stesso tempo piu' fragili e piu' forti.

Non credo che si tratti di sfortuna, perche' siamo in tanti a soffrire anche se tutti preferiremmo evitare il dolore.

Credo che una persona che soffre o che ha sofferto sia piu' in grado di apprezzare la vita, le piccole cose e le grandi che di solito diamo tutti per scontate. Penso che queste persone hanno sempre qualcosa da dare e rappresentano un esempio e un punto di riferimento.
anonymous
2007-04-07 06:35:48 UTC
Non per tutti. Dio manda i pesi secondo le spalle, e solo il Cireneo fu chiamato a condividere il peso della croce con Cristo.
anonymous
2007-04-06 09:36:47 UTC
Come sempre quando sono chiamato a dare un parere su qualcosa che esula dalla mia esperienza diretta, preferirei tacere, ma visto che mi hai chiamato all'appello, risponderò come posso.

Innanzi tutto nel mio concetto di Dio, egli non ha nessuna ragione per intervenire nelle umane sventure e nemmeno nelle umane fortune.

La vita è una strada da percorrere fino in fondo, ogni strada presenta curve, ostacoli, frane, dossi ma val sempre la pena di percorrerla tutta per goderne il panorama.

Quello che incontri sulla tua strada puoi prevederlo oppure no, può piacerti oppure no, sta solo alla tua interpretazione dargli un valore positivo o negativo se ti aggrada.

La sofferenza della malattia può aiutarti spiritualmente?

Sicuramente sì, ma anche soffermarsi a guardare una nuvola nel cielo può farlo.

Dipende sempre tutto da te e dal significato che riesci a dare alle infinite cose della vita, ognuna significativa oppur banale a secondo degli occhi con cui le guardi.

Ciao Irene!
Avatar ®
2007-04-06 04:02:19 UTC
assolutamente no...come posso considerare un dono qualcosa che mi fa stare male? e come posso pensare che chi mi fa un regalo simile sia mosso da sentimenti amichevoli nei miei confronti? è semplicemente assurdo...

di certi regali ne faccio volentieri a meno.
Clizia
2007-04-06 03:30:13 UTC
Bè in genere la malattia e la sofferenza...vengono additate come sfortune... Ne abbiamo paura...credo ancor più della morte, inteso come atto tragico e finale della nostra vita...

Stimo chi riesce a trovare nella malattia e nella sofferenza il dono della vita...vita intesa come gioia...

Non solo si accentua la sensibilità ma cambia anche la visione del mondo, la consapevolezza dei valori, il rapporto con se stessi e con chi ci circonda...

Per chi ha fede è sicuramente un dono di Dio...è il privilegio di provare le sensazioni che ha provato Gesù nella sua sofferenza...e capirne quindi i valori e gioirne...

Io credo che la Felicità non sta nel vivere a lungo nè di avere e desiderare i piaceri della vita...è nel godere di ciò che si ha e nell' accettare come si è...vivendo a pieno dolori e felicità quotidiane...così protemmo andarcene pieni dentro e con il sorriso stampato sul viso...a prescindere dall'età e dal modo.
amicinaele
2007-04-06 03:02:37 UTC
Un dono lo sono... x chi sta bene!!!
salsa
2007-04-06 02:22:54 UTC
Cara Lun, prima di tutto mi sembra di aver capito, dal modo e dal tono in cui hai posto la tua domanda, che qualcosa ti ha colpito direttamente.

Se è così prima di tutto, anche se non ti conosco personalmente, mi dispiace e spero che non sia qualcosa di irreparabile ma momentaneo e passeggero.

So che dire questo può consolare poco ma comunque sapere che si dividono con gli altri le stesse sofferenze può essere un oensiero che aiuta un poco anche se il dolore e la sofferenza sono sempre persnali.

Mi sono trovata nella situazione di dover pensare concretamente che il tempo della mia vita poteva essere limitato ancora a poco e, trovarmi nella condizione, che ciascuno di noi sa da sempre che sarà così ma non ci pensa come se tutto dovesse succedere solo agli altri,è stato per me fortemente traumatico anche perchè, anche se non sono più tanto giovane, non sono poi neanche dopo tutto così vecchia da sentirmi stufa della vita e magari desiderare di andarmene anche perchè ho un figlio e mi sarebbe dispiaciuto lasciarlo solo.

Il mio senso di umiltà e non di onnipotenza di fronte a tutto ciò che mi circonda ed è fuori dalle mie possibilità di controllo mi fa accettare il pensiero che qualcosa più grande e più potente di me esista e dalla varietà e dalla bellezza di tutto ciò che vedo, ascolto e sento attorno a me mi fa pensare che è buono.

Non mi tormento nel pormi domande a cui non so rispondere e non sono, come si dice bigotta nè legata, in particolar modo, ad una o all'altra forma di ritualità esterna che può definirsi religione ( per quanto l'islam, almeno per come vedo che molti lo praticano e non posso certo entrare nella loro anima nè pertanto permettermi di giudicare lepersone compito che non spetta certo a me,io non la consideri una religione o se è così e la religione che serve il dio opposto a ciò che per me ' l'Entità Divina), si può dire perciò che ho fede in Dio Padre e padre di ogni essere vivente che ritengo abbia dato a tutti, illuminando la mente e l'anima buona di Mosè, delle leggi semplici rese universali dalla parola di Gesù che agli Ebrei ( che sin dai tempi antichi, parlo naturalmente delle persone sincere e pie, hanno visto il Suo vero "volto" dentro di sè e chiamano il Signore loro Re e Padre) come ai pagani di allora e a tutta l'umanità ha dato parole di speranza invitando tutti a credere in quelle leggi e ad osservarle col compito che hanno gli Ebrei di mantenerle in eterno per il bene e la salvezza di tutto il genere umano e ai Cristiani il compito di farle conoscere a chi non le conosce,le disonora, le calpesta, le offende o addirittura segue leggi opposte e pretende di divulgarle per schiavizzare gli uomini al dio opposto.

Ciò in cui io credo allora è un Dio di Bontà, Amore,Giustizia e Speranza per ogni essere umano e perciò mi difendo da tutti quelli che, sicuramente più intelligenti di me, vogliono farmi "ragionare" per farmi perdere questa fede e questa speranza o altri che vorrebbero convincermi ad adorare il loro dio opposto.

Arrivo alla domanda che tu hai posto.

Sofferenza, dolore, malattia, disabilità,morte fanno parte di tutto ciò che mi riserva la vita. Nessun essere umano al mondo ( ricco o povero, giovane o vecchio, da qualsiasi parte del pianeta sia nato, naturalmente c'è chi è più chi meno fortunato in questo, io mi considero molto fortunata) è esente da questo ed è per questo che ( per quanto sia certo più facile a dirlo che a farlo) prima di tutto io non invidio mai nessuno perchè non so cosa ci sta dietro alla sua porta di casa ma accetto ( anche perchè non posso farci proprio niente e accettare è una parola diversa dal rassegnarsi che implica in sè dolore ) che la vita sia fatta anche di questo.

Quale sia pertanto il modo di vedere tutto questo con gli occhi di un ateo non te lo dire. Sarà qualche ateo a dirtelo.

Per me è diverso.

Io non mi chiedo " perchè Signore mi hai mandato questo e perchè a me ?" non me lo chiedo perchè nello stesso momento che io mi faccio questa domanda me ne faccio anche un'altra e cioè "......e perchè NON a me?, sono io forse qualcosa di diverso o di speciale da tutti gli altri?"

E allora dico "ok, Signore, hai voluto così, non mi chiedo perchè, TU sai perchè, io accetto la Tua volontà".

e gli dico " Vedi Signore, un tempo, ed alcuni ancora oggi da qualche parte uccidono animali e li sacrificano a Te ",

a me fa pena per quegli animali e non credo che Tu ci tieni molto a questo. Un vero sacrificio e dedicare e offrire a te qualcosa che ci è veramente difficile fare e doloroso.

Abramo voleva offrirti la cosa più preziosa che aveva, suo figlio Isacco che per invidia gli Arabi vogliono che sia Ismaele perchè non sopportano di essere stati esclusi,ma non sono stati esclusi, sono loro che rifiutano le leggi del bene e del male universali che Tu hai dato e seguono leggi parziali, egoistiche, opposte alle Tue e pretendono di renderle universali per sottomettere gli uomini e togliere loro quella libertà che le Tue legii vere danno a qualsiasi uomo.

Allora io, come Abramo,offrirò a Te su quell'altare la mia sofferenza, il mio dolore e terrò in mano un crocifisso pensando " se il Tuo corpo ha sofferto tanto, posso avere anch'io la forza di soffrire per Te e, per favore, dammi la Tua forza perchè è la Tua volontà che io voglio fare non quella di chi mi dice di rinnegarti.

Se il dolore è un dono non lo so, so solo che l'uomo non conosce niente se non conosce il suo contrario ed è per questo che conoscere il dolore e la sofferenza ci dovrebbe far conoscere ed apprezzare di più la salute, che abbiano quando ce l'abbiamo e le gioie che ciascuno di noi ha.

Ti abbraccio e ti auguro una serena Pasqua
zoe86
2007-04-06 01:53:56 UTC
io sono cattolica..e beh ad impatto ti viene da dire..un dono??!!ma come fa ed essere un dono la sofferenza??!!! eppure non ce la si deve prendere con dio, non è lui che decide. lui ci sta vicino sempre e nella malattia è una fonte di speranza, come dicevi anche tu la malattia spesso ci fa comprendere cosa è veramente importante nella vita e come se questi momenti difficili ci aiutassero a capire ad aprire veramente gli occhi...a rafforzare la nostra anima...

certo non lo auguro a nessuno...ma bisogna sempre cogliere l' aspetto positivo di ogni cosa bella o brutta che sia..ciao e buona pasqua...
anonymous
2007-04-06 01:34:49 UTC
ciao, cavolo NOOO!!! non sono assolutamente un dono, perché Dio non è sadico nel vederci soffrire,assolutamente No.

1' bisogna vedere le cause della malattia e delle sofferenze, che possono essere un milione di miliardi.

fisiche, ovvero naturali visto che il nostro corpo è una macchina, provocate da noi, vedi il fumo piuttosto che la non curanza del nostro corpo, spirituali, se si è allontanati da Dio, possono succedere.

Però il fatto è che, ogni sofferenza e malattia, non causata da Dio, viene trasformata da lui, sembra paradossale, in qualcosa di buono......., mi spiego.

Dio, TRASFORMA OGNI LUTTO IN DANZA, tutto coopera per il bene dei figli di Dio.

insomma, Dio anche nella disgrazia Più grande, troverà il modo di, sfruttarla, (NEL SENSO BUONO; LOGICAMENTE) anche se al momento, noi non riusciamo a capirlo.per fortificarci, cambiarci e farci capire, ma non ci gode assolutamente in questo.

Dio ha sempre premesso di aver cura del nostro corpo e di non peccare.
wm
2007-04-05 16:38:44 UTC
Molte volte la sofferenza e' un "dono" soltanto dell' uomo, ma nel nome di Dio.
Turreddu
2007-04-05 16:32:00 UTC
un dono di cosa?? quale dio perverso affligge la gente con disgrazie, malattie e sofferenze per farla arrivare alla verità? è ridicolo, sembra un macabro GF cosmico!
Sil.Rho. Dio è immensamente ok!
2007-04-12 05:48:08 UTC
La maggior parte delle malattie sono causate dall'uomo,spesso uno corre,lavora,pensa a se stesso,ai soldi,al suo benessere,poi,,,

si deve fermare,o x l'influenza,o una grave malattia,o un incidente,

Dio ha parlato chiaro,mettetemi al primo posto,cercate prima le cose di lassù,tutto il resto vi sarà sopraggiunto,ma l'uomo non co

nosce cosa Dio dice,preferisce credere a quello che ci hanno detto di Lui,siamo i suoi figli molto amati,come può un padre fare del male ai suoi figli?Gesù ha preso su di sè le nostre infermità,le nostre malattie,oltre al peccato,Gesù ha detto:gettate i vostri pesi su di me e prendete il mio giogo che è leggero,quello pesante non viene da mè,....venite a Me,voi tutti affaticati e oppressi e Io vi darò ristoro,Dio non mente,certo, se sei malato,usa qualunque

infermità x far riflettere,ma non ha detto agli apostoli,imporranno le mani e guariranno,cacceranno i demoni nel mio nome,ecc.ma chi lo fà?solo i carismati(pochi) e gli evangelici?Gesù non ha detto: quando me ne andrò,farete cose più grandi di me?se ci si accorda

e si prega insieme,non ha detto,QUALUNQUE cosa chiederete nel Mio nome, credete e vi sarà fatta,chi prega così?io ho visto guarigioni con l'imposizione delle mani,da parte di Dio,liberazioni dallo spirito di malattia,Giacomo dice:se pregate e non ottenete è

perchè pregate male,Dio ci vuole sani,liberi,e non poveri,trovatemi 1frase della Bibbia che dice tutto quello che avete detto quasi tutti.

e il granello di senape?non ce l'ha più nessuno?la preghiera è potente,se fatta a Dio,ad altri leggete cosa pensa Lui,cosa ci ha detto: la mia parola non si allontani mai dalla tua bocca,S.Paolo dice:che tu prosperi come l'anima tua,la sofferenza è figlia dell'odio,mancanza di perdono,alimentazione sbagliata,peccato,magari dei genitori,moltissimi consacrano i loro figli a gli idoli muti,e da loro saranno serviti(è sulla Bibbia)Dio vi

benedica tutti
anonymous
2007-04-06 09:26:09 UTC
che la malattia e la sofferenza ti cambiano,ti fanno crescere,ti fanno vedere le cose con occhi diversi e te le fanno apprezzare di piu' non c'e' dubbio.. ma un dono direi proprio di no.. anzi.. e mi auguro che dio non decida di fare questo dono a me.. o a chi mi e' caro..

dai predi.. un dono no!
anonymous
2007-04-06 04:15:29 UTC
La sofferenza e' una grazia speciale per ripagare i peccati in cui e' immerso il mondo e salvare le anime e riportarle alla grazia.
marte
2007-04-06 00:17:56 UTC
Le malattie, come il dolore o le gioie nella vita sono semplicemente dei "talenti" che assumono valore a seconda di come si utilizzano.

Se si è capaci di trarne un beneficio spirituale finoscono per diventare un bene, se invece sono il mezzo con il quale si maledice la vita avvelenano l'anima.

Ma non sono altro che "talenti" da far fruttare.
robertolore1955
2007-04-05 23:00:02 UTC
Si credo che che la malattia sia un modo , un segnale per farci capire dove sta andando la nostra vita. Io ho avuto un episodio di depressione un bruttino e quando sono uscito da quel tunnel ho capito tante cose che prima non avevo capito e che mi sembravano banali e invece oggi costituiscono le basi della mia vita.
anonymous
2007-04-05 22:12:05 UTC
Ritengo che la malattia non sia mai un dono e neppure una prova: se si riesce a superare, si diventa più forti, e deve servirci per apprezzare di più quello che si ha; se non si supera, potrebbe essere vista come un scherzo di cattivo gusto, in particolare da chi rimane e ci ha voluto bene ...



Per me non c'è alcun tipo di giustizia nella malattia, e non è certo una benedizione: chi pensa questo è perchè è stato illuso per questioni di comodo, di potere, per tranquillizzare gli animi ed evitare ribellioni.



Io ho avuto occasione di aiutare persone disagiate e malate, ed ho potuto proprio verificare quanto ti ho detto, della sostanziale ingiustizia nelle disgrazie terrene.



Adesso ti dirò anche una cosa che potrebbe farti star male, e ti chiedo scusa, ma è effettivamente quello che penso: per esperienza diretta - ho toccato con mano la cosa essendo molto vicino a certi ... ambienti - sono fermamente convinto che sia molto interesse nel far sì che esistano malattie e povertà. Attorno alle disgrazie altrui gira un business di miliardi di dollari ed euro!



In una città come la mia ... evoluta e all'avanguardia in certi settori ... fa comodo avere i poveri, perchè fanno intascare milioni di euro alle "caritatevoli" società - non a scopo di lucro ... ovviamente - che li accolgono, ma fa anche comodo avere persone malate, perchè significano contributi ingenti agli ospedali, alle case farmaceutiche e a tutto l'indotto legato a queste.



Per cui la malattia non è certo una benedizione ... in particolare perchè fa comodo a chi sta bene ... per denaro, per potere e per fede ...



L'unica cosa che posso dirti è che spero con tutto il cuore che se esiste un Dio, ti aiuti a guarire ... e se non è Dio che sia un medico coscienzioso ed onesto ...



Un abbraccio ...
paperino
2007-04-05 17:14:07 UTC
Credo che esistano due tipi di sofferenza; c'è una sofferenza che sorge in te a causa della malattia (e che può retrocedere grazie al progresso della scienza, così come la fame può retrocedere grazie, invece, al trionfo della giustizia). E c'è un'altra sofferenza che non dipende dalla malattia del corpo ma che da essa deriva: se sei paralizzato, se non puoi vedere, se non puoi udire, soffri; tuttavia, anche se deriva dal tuo corpo, questa sofferenza è della tua mente.

C'è dunque un tipo di sofferenza che non può retrocedere di fronte al progresso della scienza né di fronte al progresso della giustizia. Questo tipo di sofferenza, che è strettamente legato alla tua mente, retrocede di fronte alla fede, di fronte alla gioia di vivere, di fronte all'amore. Devi sapere che questo tipo di sofferenza è sempre basato sull' insicurezza che si trova nella tua coscienza. Soffri perché temi di perdere ciò che hai, soffri per ciò che hai perduto o per ciò che disperi di poter raggiungere. Soffri perché non hai, o perché hai paura... Ecco i grandi nemici dell'uomo: la paura delle malattie, la paura della povertà, la paura della morte, la paura della solitudine. Queste sono tutte sofferenze proprie della tua mente; tutte denunciano la violenza interna, la violenza che esiste nella tua mente. Considera che questa violenza deriva sempre dal desiderio. Quanto più violento è un uomo, tanto più grossolani sono i suoi desideri.

un abbraccio
anonymous
2007-04-06 04:37:28 UTC
cero, è l'unico mezzo che c'è per salvarsi, e Dio proprio oggi ce lo dimostra....senza la sofferenza accettata non possiamo salverci, infatti dice" Io sono, la Via, la Verità, la Vita" lui è la via da seguire dobbiamo uniformarci a cristo.
piero332003
2007-04-06 01:05:17 UTC
Le malattie sono una imperfezione del corpo vivente.

E' scopo dell'uomo rendere questa macchina più perfetta.

La ricerca dovrebbe avere il primo posto nella mente umana.

Pensare che la sofferenza e le malattie siano un dono è qualcosa che sfugge alla mia intelligenza . Non può essere

normale qualcuno che asserisce una cosa simile.
linfattiva
2007-04-05 17:03:03 UTC
Certo la malattia è anche usata come mezzo, come dono come dici tu !

Propio Paolo che ha scritto parte dell' Evangelo ne ha portato i pesi delle sue malattie.

Il Signore Creatore del cielo e della terra per il sacrificio del suo figliolo Gesù a permesso anche a noi popolo estraneo a Israele di essere suoi figli!



Che la Parola di Dio (Bibbia) non manchi nemmeno un giorno nella tua vita,che la preghiera sia fatta con fede,che le opere siano fatte con sacrificio al Signore. Che il Signore trovi le tue opere gradite a lui.

Un saluto nell'amore del Signore. Ciao
anonymous
2007-04-05 16:43:17 UTC
non diciamo fesserie! la buona salute è un bene prezioso!!!le malattie fanno soffrire e dipendere dagli altri. ci sono tantissimi casi in cui delle persone devono abbandonare anche il lavoro per assistere un familiare malato. c'è solo una riflessione da fare in merito: la salute è preziosa e va curata!!! *_*
anonymous
2007-04-05 16:37:24 UTC
Se credessi che la sofferenza sia un dono non mi sbatterei a studiare come un pazzo per alleviarla...

gl'idioti tipo Binetti che portano il cilicio dovrebbero essere trattati alla stregua di schizzofrenici autolesionisti e internati al più presto poiché pericolosi per se stessi ed eventualmente per gli altri! Chiaro!?
maria p
2007-04-06 00:17:56 UTC
nella domanda hai messo quel dubbio necessario per l'approfondimento : "possono essere".

Nella teolgia si sa, si insegna che Dio non ha creato la sofferenza e la morte fisica, ma è una conseguenza del Peccato originale. Dunque la sofferenza può diventare uno stato privilegiato per rinverdire la fede e può far pensare alla fede attraverso un ripensamento introspettivo. Purtroppo però c'è chi nella sofferenza, bestemmia Dio, (anche quando non crede!) perchè permette questo; permette le ingiustizie, permette le violenze, la fame nel mondo ecc.ecc x disperazione. Diamo sempre colpa a Dio di tutto, mentre dovremmo capire invece quanto ci siamo meritati il male e la sofferenza in particolare....Mentre invece NON si comprendo le sofferenze degli innocenti e dei 'buoni' per eccellenza, come i bambini.....ecco, qui c'è un mistero a cui uno non arriva a comprenderlo senza la Sapienza. Ho fatto del volontariato e ho potuto constatare quanto la sofferenza può portare alla disperazione morale e spirituale tanto da chiedere la morte e l'eutanasia....o addirittura il suicidio. Qui anni fa si era suicidato un famoso medico, dopo aver saputo di avere un tumore in stato terminale!

Mentre nella casistica religiosa c'è chi ha chiesto di soffrire per diventare piccoli corredentori per Cristo e salvare anime a Dio. Non sempre Dio accoglie queste domande, (oppure sceglie Lui come per es. s.P.Pio con le stigmate) ma talvolta si, ed allora a questi si può dire che la sofferenza diventa dono. Bella domanda e bello il tuo avatar. Buona Pasqua angelina!
PhP
2007-04-05 17:16:50 UTC
Non chiedere RISPOSTE ad altri su questo argomento. Non sarebbe la tua.

Pensaci o meditaci (come preferisci) e SENTI la TUA risposta alla domanda.

Potrà arrivare anche sotto forma di intuizione o di sogno molto intenso, come fosse VERO: magari un'esperienza mistica. Chiedi la risposta al tuo Cuore - e di questo son convinto tu ne sia capace - e segui il tuo percorso.



Buona Pasqua.

PhP
tamino44
2007-04-05 18:09:50 UTC
Sembra che tu faccia un discorso simile a quelli di quella brava donna di Teresa di Calcutta, la quale nonostante i miliardi che le arrivavano in carità da mezzo meondo, non permetteva che si comprassero analgesici per i degenti del suo tugurio pardon ospedale. A un malato terminale che urlava dai dolori disse: "'E Gesù sulla croce che ti sta baciando!" e lui rispose: "Digli che la smetta di baciarmi"


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