Cara Lun, prima di tutto mi sembra di aver capito, dal modo e dal tono in cui hai posto la tua domanda, che qualcosa ti ha colpito direttamente.
Se è così prima di tutto, anche se non ti conosco personalmente, mi dispiace e spero che non sia qualcosa di irreparabile ma momentaneo e passeggero.
So che dire questo può consolare poco ma comunque sapere che si dividono con gli altri le stesse sofferenze può essere un oensiero che aiuta un poco anche se il dolore e la sofferenza sono sempre persnali.
Mi sono trovata nella situazione di dover pensare concretamente che il tempo della mia vita poteva essere limitato ancora a poco e, trovarmi nella condizione, che ciascuno di noi sa da sempre che sarà così ma non ci pensa come se tutto dovesse succedere solo agli altri,è stato per me fortemente traumatico anche perchè, anche se non sono più tanto giovane, non sono poi neanche dopo tutto così vecchia da sentirmi stufa della vita e magari desiderare di andarmene anche perchè ho un figlio e mi sarebbe dispiaciuto lasciarlo solo.
Il mio senso di umiltà e non di onnipotenza di fronte a tutto ciò che mi circonda ed è fuori dalle mie possibilità di controllo mi fa accettare il pensiero che qualcosa più grande e più potente di me esista e dalla varietà e dalla bellezza di tutto ciò che vedo, ascolto e sento attorno a me mi fa pensare che è buono.
Non mi tormento nel pormi domande a cui non so rispondere e non sono, come si dice bigotta nè legata, in particolar modo, ad una o all'altra forma di ritualità esterna che può definirsi religione ( per quanto l'islam, almeno per come vedo che molti lo praticano e non posso certo entrare nella loro anima nè pertanto permettermi di giudicare lepersone compito che non spetta certo a me,io non la consideri una religione o se è così e la religione che serve il dio opposto a ciò che per me ' l'Entità Divina), si può dire perciò che ho fede in Dio Padre e padre di ogni essere vivente che ritengo abbia dato a tutti, illuminando la mente e l'anima buona di Mosè, delle leggi semplici rese universali dalla parola di Gesù che agli Ebrei ( che sin dai tempi antichi, parlo naturalmente delle persone sincere e pie, hanno visto il Suo vero "volto" dentro di sè e chiamano il Signore loro Re e Padre) come ai pagani di allora e a tutta l'umanità ha dato parole di speranza invitando tutti a credere in quelle leggi e ad osservarle col compito che hanno gli Ebrei di mantenerle in eterno per il bene e la salvezza di tutto il genere umano e ai Cristiani il compito di farle conoscere a chi non le conosce,le disonora, le calpesta, le offende o addirittura segue leggi opposte e pretende di divulgarle per schiavizzare gli uomini al dio opposto.
Ciò in cui io credo allora è un Dio di Bontà, Amore,Giustizia e Speranza per ogni essere umano e perciò mi difendo da tutti quelli che, sicuramente più intelligenti di me, vogliono farmi "ragionare" per farmi perdere questa fede e questa speranza o altri che vorrebbero convincermi ad adorare il loro dio opposto.
Arrivo alla domanda che tu hai posto.
Sofferenza, dolore, malattia, disabilità,morte fanno parte di tutto ciò che mi riserva la vita. Nessun essere umano al mondo ( ricco o povero, giovane o vecchio, da qualsiasi parte del pianeta sia nato, naturalmente c'è chi è più chi meno fortunato in questo, io mi considero molto fortunata) è esente da questo ed è per questo che ( per quanto sia certo più facile a dirlo che a farlo) prima di tutto io non invidio mai nessuno perchè non so cosa ci sta dietro alla sua porta di casa ma accetto ( anche perchè non posso farci proprio niente e accettare è una parola diversa dal rassegnarsi che implica in sè dolore ) che la vita sia fatta anche di questo.
Quale sia pertanto il modo di vedere tutto questo con gli occhi di un ateo non te lo dire. Sarà qualche ateo a dirtelo.
Per me è diverso.
Io non mi chiedo " perchè Signore mi hai mandato questo e perchè a me ?" non me lo chiedo perchè nello stesso momento che io mi faccio questa domanda me ne faccio anche un'altra e cioè "......e perchè NON a me?, sono io forse qualcosa di diverso o di speciale da tutti gli altri?"
E allora dico "ok, Signore, hai voluto così, non mi chiedo perchè, TU sai perchè, io accetto la Tua volontà".
e gli dico " Vedi Signore, un tempo, ed alcuni ancora oggi da qualche parte uccidono animali e li sacrificano a Te ",
a me fa pena per quegli animali e non credo che Tu ci tieni molto a questo. Un vero sacrificio e dedicare e offrire a te qualcosa che ci è veramente difficile fare e doloroso.
Abramo voleva offrirti la cosa più preziosa che aveva, suo figlio Isacco che per invidia gli Arabi vogliono che sia Ismaele perchè non sopportano di essere stati esclusi,ma non sono stati esclusi, sono loro che rifiutano le leggi del bene e del male universali che Tu hai dato e seguono leggi parziali, egoistiche, opposte alle Tue e pretendono di renderle universali per sottomettere gli uomini e togliere loro quella libertà che le Tue legii vere danno a qualsiasi uomo.
Allora io, come Abramo,offrirò a Te su quell'altare la mia sofferenza, il mio dolore e terrò in mano un crocifisso pensando " se il Tuo corpo ha sofferto tanto, posso avere anch'io la forza di soffrire per Te e, per favore, dammi la Tua forza perchè è la Tua volontà che io voglio fare non quella di chi mi dice di rinnegarti.
Se il dolore è un dono non lo so, so solo che l'uomo non conosce niente se non conosce il suo contrario ed è per questo che conoscere il dolore e la sofferenza ci dovrebbe far conoscere ed apprezzare di più la salute, che abbiano quando ce l'abbiamo e le gioie che ciascuno di noi ha.
Ti abbraccio e ti auguro una serena Pasqua