El.
2011-08-21 04:57:09 UTC
Località: Sicilia
Epoca: dall'827 al 878 d.C.
I musulmani alla conquista della Sicilia (827)
Il 17 giugno 827 il generale Asad ibn al-Furat con un esercito di 10.000 soldati e 7.000 cavalieri sbarcò a Mazara del Vallo. I musulmani avevano dato inizio alla guerra santa contro la Sicilia cristiana.
Iniziarono i saccheggi, le rapine, gli incendi, le distruzioni delle messi, il taglio degli alberi, l'abbattimento delle case. I musulmani uccidevano tutti coloro che facevano resistenza. Gli altri erano ridotti in schiavitù.
Nessuno poteva più vivere al sicuro. Ogni giorno la verde bandiera dell'Islam poteva apparire improvvisamente all'orizzonte come segno di morte e rovina.
Palermo, la nuova capitale musulmana (831)
Nell'830 sbarcò un nuovo esercito di 30.00 uomini. Alla guida era il berbero Asvag, soprannominato Fargalùs.
Nel Nordafrica si era sparsa la voce che la Sicilia, una terra ricca di uomini e di beni, non era adeguatamente difesa. Inoltre si trattava di una terra abitata da infedeli. Era la grande occasione per fare rapidamente fortuna. I musulmani abbandonarono le loro terre desertiche e si precipitarono sulla fertile isola.
Venne posto l'assedio a Palermo. Dopo circa un anno, l'11 settembre 831, la città venne conquistata. Secondo lo storico arabo al-Atir rimanevano in vita solo 3.000 cittadini, 60.000 erano stati uccisi nei combattimenti o erano morti per stenti.
Alcuni monaci, tra cui San Filarete, fuggirono cercando di raggiungere la Calabria. Furono intercettati dai musulmani che li posero davanti all'alternativa: diventare musulmani o morire. Tutti preferirono la morte.
Palermo, ripopolata dagli immigrati nordafricani, divenne la capitale musulmana della Sicilia.
Nell'841 la metà occidentale della Sicilia, al di là del fiume Salso, era in mano agli invasori. Palermo era diventata il porto di smistamento dei cristiani ridotti in schiavitù e destinati ai mercati nordafricani ed orientali: gli uomini sarebbero stati utilizzati per il lavoro e le donne ed i ragazzi per il piacere.