Ti è mai capitato di trovarti in un luogo affollato e di osservare attentamente gli occhi delle persone intorno a te? E' veramente difficile trovare uno sguardo che fa altrettanto. Sono tutti persi, addormentati, preoccupati, incazzati, proiettati su quello che devono fare, sui problemi da risolvere, tesi, sempre in ritardo. Corrono, corrono e non arrivano mai da nessuna parte perché sono assorbiti dal sistema. Pensano di vivere e non vivono, pensano di amare e non amano.
Bisogna rassegnarsi a questa conclusione: la maggior parte della razza umana è addormentata. Finché è occupata a fare non pensa. Ma a un certo punto si accorge che la morte si avvicina e nasce la paura,
E qualcuno di molto furbo propone la vendita di un biglietto per un posto più bello di questo luogo di mèrda ove questi automi hanno trascorso il tempo concesso loro per vivere.
L'unica soluzione per ribellarsi a questa convenzione assurda è quella di svegliarsi. Di VIVERE, non pensare di vivere, AMARE, non pensare di amare. Essere presenti in ogni piccolo istante della propria vita e assaporarla, sorseggiarla, goderla, perché il paradiso è qui e ora.
Da sempre qualcuno al potere ha capito che il miglior controllo delle masse avviene mettendo il dito sulla piaga della paura di morire e di quello che succede dopo. Per questo molti sono disposti di rinunciare a vivere per acquistare quel biglietto in prima fila.
Ci vuole consapevolezza per rendersi conto delle infinite assurdità delle religioni organizzate, come pure della politica, dell'economia e di tutte le infrastrutture che regolano la società moderna.
Se ci fosse un modello da seguire sarebbe quello di Socrate: so di non sapere. Ma vivo la mia vita con la curiosità di un bambino e con tanta, tanta ironia. Almeno qui ed ora mi faccio due risate, invece di piangere e fustigarmi venerando santi martoriati e uomini inchiodati.