Possiamo ritenere che nei colloqui con la sua Famiglia, con la ONLUS a cui apparteneva, con terzi e compagni, avesse messo in conto questa eventualità. Ma dovremmo metterci nei panni di quella ragazza che, un giorno, viene portata via dalle sue relative sicurezze, con la violenza, da uomini sconosciuti, sicuramente non bene intenzionati, che, lei può pensare, possono stuprarla quanto vogliono, e umiliarla quando vogliono, a partire dal "permesso" che dovrà chiedere per fare i suoi bisogni, sotto i loro occhi, dalla inevitabilità di mangiare ciò che le metteranno davanti.
In Yemen, molti anni fa, mi sono trovato per quattordici ore su un aereo di dubbia resistenza, vagante su cieli arabi, dirottato mentre ero in viaggio per tornare a casa, da Moglie e tre figli piccoli; so bene quali pensieri mi sono passati per la mente.
Bisogna avere la Fede, la Speranza, la Fortezza cristiane, per trovare il coraggio di affrontare un possibile martirio. Ma bisogna anche tentare di non perdere la dignità e la vita, escogitando qualsiasi stratagemma per uscirne vivi.
Silvia deve presto essersi resa conto di essere un Bancomat per i suoi rapitori, che avrebbero fatto tutto il possibile per tenerla in vita e non farne una martire inutile. Ma diciotto mesi sono lunghi, quanto coricarsi 540 volte, prigioniera, dove altri vuole.
La "conversione" all'Islam è una formalità che si consuma in pochi minuti e Silvia non deve aver calcolato un solo istante che, su quella via, avrebbe rinunciato alla pari dignità con un uomo, che il Corano nega alla donna, specie se neofita. Chi sta per affogare si attacca anche a un rasoio.
Capisco Silvia e capisco la Madre. Avrebbe dovuto pretendere dalle Autorità Italiane un rientro in patria nel più stretto incognito, ma non lo ha fatto e si è prestata ad una pagliacciata mediatica. Le sarà molto difficile reinserirsi nella normale quotidianità a Milano, se mai ci riuscirà. E saprà che gli islamici non perderanno la prima occasione di farla assassinare, se parlerà troppo o getterà i suoi abiti di Aisha figlia del Profeta alle ortiche.
Povera ragazza, povera Famiglia. Lasciamoli in pace.