Chi parla di ipocrisia della Chiesa mostra solo la sua ignoranza. Infatti manifesta di non aver mai letto un manuale di bioetica o un solo documento pontificio.
Gli animali rietrano nell'ordine della creazione e vanno tutelati e salvaguardati. Certo, essi non hanno la stessa importanza degli uomini, ma poichè fanno parte delle realtà create e della bellezza della natura li si deve difendere e tutelare.
Sopprimere un cane o un animale quando è malato non si può farlo sempre e in tuti i casi, ma solo quando tale malattia in un modo o nell'altro può assumere effetti nocivi alla salute dell'uomo o copmunque comportare seri fastidi agli uomini qualora tale animale affetto da malattia grave dovesse restare in vita.
L'ecolgismo è semrpe stato oggetto di attenzione da parte della teologia e della Chiesa.
Sospendere la vita ad un uomo che soffre attraverso l'espediente dell'Eutanasia è inconcepibile perchè non siamo noi padroni esclusivi della nostra vita, non possiamo decidere la nosttra morte e anche la sofferenza per quanto sia difficile ad accettarsi costituisce un'immolazione che, pur essendo un fardello e una pena assillante, è occasione per ravvivare la nostra fede in quanto la malattia e il dolore ci associano alla croce di Cristo e accettare la sofferenza comporta il riscatto dei propri e degli altrui peccati.
Soffrire è breuttissimo e aberrante, è vero, ma nell'ordine della grazia ha le sue motivazioni e non legittima che si possa interrompere un ciclo vitale con drastici ricorsi.
La negazione dei funerali di Welby non violeva puntare contro la persona del soggetto ma contro la scelta in sè moralmente inaccettabile di porre termine alla vita contro la volontà di Dio che non ammette (in pratica) il suicidio; a questo mirava l'esclusione del funerale e non alla persona di Welby che sarà comunque giudicato dal Signore che uisa sempre comprensione e misericordia.
Personalmente ritengo che il funerale in Chiesa poteva anche essere fatto, perchè appunto a Dio e non a noi compete gioudicare il destino ultraterreno di ogni uomo, ma le ragioni del diniego non colpiscono il soggetto in quanto tale.
(Ma poi dovre sarebbe in fondo l'errore della Chiesa? Se quello ha accettato di farsi uccidere staccadno la spina, contro la volontà della Chiesa, dovrebbero avere i suoi parenti la coerenza ragionevole di non accettare nemmeno i funerali religiosi in Chiesa.)