NON SI SA PRATICAMENTE NIENTE, questo è l’elemento che stupisce della morte di Papa Luciani, il Papa del Sorriso, a mio giudizio uno dei più grandi Papi della Storia bimillenaria della Chiesa di Roma, nonostante la brevità del pontificato, un Papa sulla cui oscura morte sembra sia stato steso un velo di silenzio e direi anche di censura, quasi che la sua memoria ingombrante possa mettere a repentaglio l’autorità e onorabilità della Chiesa di Roma.
La mattina del 29 Settembre 1978, dopo appena 33 giorni dalla sua elezione al soglio pontificio, Papa Luciani veniva trovato esanime sul suo letto; versione ufficiale: infarto acuto e improvviso del miocardio. Ma fu davvero infarto?
Dopo più di 28 anni dalla sua morte, il mistero rimane intatto. Aveva o no gli occhiali al momento del decesso? Non si sa. Stava leggendo un libro sacro, o stava redigendo appunti scottanti? Non si sa. Era morto all’impiedi o sul letto? Non si sa. Era deceduto alle 23-23:30 del 28 Settembre o alle 02 di mattina, alle 03, alle 04-04,30 del 29 Settembre 1978? Non si sa. Era il Papa malato assai prima di essere eletto? Non si sa. E’ vero o no che la sera del 28 si sentì male? Non si sa. Era stata suor Vincenza a scoprirne il cadavere o qualcun altro? Non si sa. Perché sparirono dalla stanza da letto al Vaticano diversi oggetti appartenenti a Papa Luciani? Non si sa. Perché non venne effettuata l’autopsia? Non si sa.
NON SI SA PRATICAMENTE NIENTE, questo è l’elemento che stupisce della morte di Papa Luciani, il Papa del Sorriso, a mio giudizio uno dei più grandi Papi della Storia bimillenaria della Chiesa di Roma, nonostante la brevità del pontificato, un Papa sulla cui oscura morte sembra sia stato steso un velo di silenzio e direi anche di censura, quasi che la sua memoria ingombrante possa mettere a repentaglio l’autorità e onorabilità della Chiesa di Roma.
Ma se anche non ne sappiamo nulla, qualcosa si può dire esaminando i primi passi da Luciani effettuati non appena gli furono affidate le redini della Chiesa: rifiuto della intronazione e della sua vuota magnificenza; rifiuto della sedia gestatoria e della tiara come inutili orpelli di nessun valore; critica severa degli affari finanziari non chiari della banca vaticana e della Chiesa in generale; uso dell’io al posto del Plurale Maiestatis; visione pauperistica della Chiesa e quindi auspicato ritorno alle origini evangeliche; apertura al mondo sociale e ai popoli della fame del terzo mondo….e infine un nuovo e rivoluzionario modo di intendere la figura papale, sganciandola dai Poteri della Curia e proiettandola con estrema autonomia e libertà sul palcoscenico del mondo in maniera tale da spogliarla di tutte le innumerevoli pastoie burocratiche che ne limitino il raggio d’azione e la missione caritatevole che dovrebbe essere l’unico valore cui ancorare qualsiasi pontificato.
Inutile dire che queste ed altre sue iniziative venivano viste con sempre maggiore apprensione da parte delle gerarchie della Curia, ma ciò che a mio giudizio le preoccupò moltissimo furono certi suoi interventi pubblici nei quali ad esempio si dice affermasse il carattere non solo paterno, sebbene anche materno di Dio; in un altro discorso memorabile, che suscitò scalpore ed anche sgomento nei suoi collaboratori, Papa Luciani si dice abbia supplicato gli astanti di pregare per lui affinché potesse compiere la sua missione, definendosi povero Cristo e quindi prestando il fianco ad interpretazioni assai conturbanti e peraltro sminuendo visibilmente e di proposito la propria stessa figura e funzione dinanzi alla società e con essa anche l’autorità della Chiesa stessa che l’aveva fatto eleggere.
Dopo questi pretesi strani discorsi, cominciò a montare contro Papa Luciani e alle sue spalle una polemica strisciante e sottile, lo si accusò di non essere degno dell’incarico immeritatamente ricoperto, che non sarebbe stato in grado di dirigere la barca di Pietro, si disse che forse era stato un errore eleggere una persona così semplice e allo stesso tempo così ferma e rude nel prendere le decisioni, salvo poi subirne le conseguenze dovute a quanto sembra alla sua salute di certo non di ferro (tant’è vero che, stando ai resoconti giornalistici e della cronaca, poco tempo prima di morire si dice avesse avuto un incontro-scontro col Cardinale Segretario di Stato Villot, che avrebbe addirittura avversato apertamente i programmi di rinnovamento popostigli dal nuovo Pontefice, circostanza non di poco conto che a quanto risulta turbò profondamente l’anima del Papa), si vociferò malignamente che forse lo Spirito Santo, al momento della sua elezione, si era distratto un momento, si rideva addirittura di lui per le sue battute e per il suo tono scherzoso e persino per la sua camminata….tutte dicerie vergognose che giunsero alle orecchie e alla mente divenuta sensibilissima della vittima di questi che in realtà erano divenuti ormai ingiurie e oltraggi deliberati e premeditati secondo uno schema e un complotto ormai in funzione e che a mio giudizio ne causarono o ne accelerarono la morte per l’evidente forte dispiacere arrecato alla sua psiche sempre più malferma e fragile.
Io non sostengo né il partito della morte naturale, né quello della morte indotta e quindi dell’assassinio, ma che sia morto ad ogni modo di crepacuore, su questo non ci piove, e l’accennato diverbio avvenuto poco tempo prima di morire col Segretario di Stato Villot né è la prova lampante.
Che si possa morire di crepacuore non è un mistero. La gente forse non sa che i dispiaceri e le ferite psicologiche inflitte possono essere causa anche di morte, non riflette abbastanza sulla vita degli altri e sul suo significato, bada solo alla propria per egoismo e ignoranza, ma così facendo si autocondanna perché offre un esempio cattivo, convincendo sottilmente gli altri che anche la propria non vale un fico secco, se non vale appunto quella degli altri... anche Papa Luciani ha sperimentato sulla propria pelle la malvagità umana, anche lui è stato vittima di un complotto tenebroso teso ad abbatterlo, ma hanno abbattuto l’innocenza personificata e questo non sarà mai perdonato ai colpevoli, siano essi responsabili diretti o indiretti del suo decesso misteriosissimo.
E’ bene che la Chiesa apra il sipario su questo importantissimo pontificato e riveli finalmente come stanno le cose.
Certo, il processo di beatificazione di Papa Luciani va avanti a passi da gigante, forse presto sarà innalzato sugli altari della venerazione, ma la sua morte oscurissima e intrisa di intrighi anche internazionali deve prima essere chiarita a tutti gli effetti.
Che senso avrebbe santificare un uomo buono come Papa Luciani prima di appurare se la sua morte derivasse da una qualche responsabilità di quanti gli stavano accanto entro le mura impenetrabili del Vaticano?
E’ facile lavarsi per tutti la coscienza dinanzi a fatti di un’estrema terrificante gravità , operando sul passato con una specie di pulitura di spugna postuma, ma la coscienza si lava prima di tutto ammettendo le proprie colpe e pentendosi dinanzi a Dio ed anche pubblicamente. Soltanto dopo si può essere degni e autorizzati ad innalzare agli altari la vittima sacrificale di un oscuro disegno di sinistra defenestrazione di un Papa che di sicuro aveva dato molto fastidio a qualcuno di molto potente negli ambienti a lui vicini.