Domanda:
Perchè il vaticano ha lo I.O.R.?
2009-11-21 16:55:23 UTC
I.O.R. (Istituto per le Opere Religiose)

Lo IOR è la banca centrale del Vaticano ed è allo stesso tempo riconosciuto come un istituto di credito ordinario. E' stato creato nel 1941 da PIO XII con la funzione di amministrare i capitali degli ordini religiosi, degli istituti religiosi maschili e femminili, delle diocesi, delle parrocchie e degli organismi vaticani di tutto il mondo. E' una banca molto particolare, infatti non ha sportelli, in compenso ha molti clienti. Lo IOR è stato e continua ad essere molto ambito per chi possiede capitali che vuol far passare "inosservati". I suoi bilanci sono noti solo al Papa e a tre cardinali. Lo IOR è il centro di una organizzazione mondiale di banche controllate dal Vaticano. Molto semplice è, attraverso lo IOR, qualsiasi trasferimento di denaro senza limiti ne' di quantità né di distanza, con la garanzia della assoluta riservatezza.

GLI AFFARI DI TOTO'
"Licio Gelli investiva il denaro dei Corleonesi di Totò Riina nella banca del Vaticano". A dirlo non è una persona qualsiasi. È Francesco Marino Mannoia, pentito di mafia in tempi non sospetti. Ruppe gli indugi nel 1984, uno tra i primi con Masino Buscetta. Mannoia era uomo di fiducia di Stefano Bontate, ucciso per mano di sicari di Riina. Dopo l'omicidio di Bontate, Mannoia cercò il giudice Giovanni Falcone e cominciò a raccontare Cosa Nostra. La sua testimonianza fu preziosa nel primo maxi processo. Grazie a Mannoia alcuni boss vennero condannati all'ergastolo.
Quando Mannoia è stato chiamato, alcuni mesi fa, a deporre in video-conferenza dagli Stati Uniti, nell'ambito del processo a Marcello Dell'Utri, ha rivelato che "i soldi della mafia sono finiti per anni nelle casse dello Ior, che garantiva investimenti e discrezione". Ovviamente era necessario un tramite, che per Mannoia era diverso a seconda dei rami della mafia siciliana. Secondo il pentito, i Madonìa erano in affari con Sindona, Riina con Gelli: uguale la destinazione dei capitali.
Mannoia, nella sua ricostruzione va oltre e dice: "Quando il Papa venne in Sicilia e pronunciò un discorso duro contro la mafia, scomunicando i mafiosi, i boss si risentirono soprattutto perché portavano i loro soldi in Vaticano. Da qui nacque la decisione di far esplodere due autobombe davanti a due chiese a Roma". Vera o fantasiosa che sia l'ultima parte della dichiarazione (non esistono riscontri giudiziari), resta il fatto che ancora una volta lo Ior fa la sua comparsa sulla cronaca accoppiato a una trama oscura.


www.disinformazione.it

Sono queste le opere religiose?
Sembra che per qualsiasi operazione bancaria lo I.O.R. non rilasci alcuna ricevuta.....
Quindici risposte:
Alfio
2009-11-22 01:03:15 UTC
A parte le boiate sparate a raffica dai soliti babbei catto-mentecatti, con il rosario in mano e le pigne in testa, esistono autorevoli studi che confermano pienamente quanto affermato dal pentito Marino Mannoia.



In particolare la ricerca condotta da Donato Masciandaro, docente di Economia e titolare della cattedra di Regolazione finanziaria al Centro Paolo Baffi dell'Università Bocconi di Milano. Specializzato nello studio del riciclaggio (Masciandaro ha fatto parte della commissione tecnica, voluta dal viceministro Vincenzo Visco e guidata dall'ex procuratore antimafia, Pierluigi Vigna con il sottosegretario Mario Lettieri, che ha varato il testo con cui è stata recepita la “III direttiva europea antiriciclaggio”), il docente della Bocconi ha scritto insieme a Elód Takáts, economista del Fondo monetario internazionale e già insegnante a Princeton, e a Brigitte Unger dell'Università di Utrecht, un massiccio volume: “Black Finance: The Economics Money laundering”. Ebbene, da questa ricerca emerge il fatto - chiaro e tondo - che nella classifica dei Paesi dove maggiormente si ripulisce il denaro sporco, spiccano in testa gli Stati Uniti, che conquistano quasi un quinto dell'intero business, seguiti da Isole Cayman, Russia, Italia e Cina. Ma la vera sorpresa arriva dal Paese che occupa l’ottava posizione: nientepopodimeno che la Città del Vaticano.



Questo l’articolo pubblicato da L’espresso, a firma di Maurizio Raggi



Lavanderia 'ndrangheta.

Riciclaggio di denaro sporco. Droga. Prostituzione. Le cosche hanno un fatturato pari al 5 per cento del Pil.



Il 5 per cento del Prodotto interno lordo dell'Italia: è l'inquietante dimensione che potrebbe avere l'effettivo peso economico della 'ndrangheta. Nei giorni immediatamente successivi al massacro di Ferragosto, è circolata la stima dell'Eurispes, che attribuiva all'organizzazione criminale un 'giro d'affari' annuo di circa 36 miliardi di euro, per poco meno di due terzi legati al traffico di droga. Se si considera realistica l'ipotesi dell'istituto di ricerca romano, si deve però automaticamente far diventare più ricco il bottino delle cosche calabresi.



Ai 36 miliardi di euro derivanti da spaccio di stupefacenti, vendita di armi, prostituzione, usura e altre attività illecite, vanno infatti sommati i proventi legati al 'money laundering', cioè al riciclaggio del denaro sporco. "Il riciclaggio è un potente moltiplicatore degli affari delle organizzazioni criminali come la 'ndrangheta", sostiene Donato Masciandaro, che alla Bocconi insegna economia e ha la cattedra di Regolazione finanziaria al Centro Paolo Baffi dell'università. Masciandaro spiega come si arriva fino al 5 per cento del Pil: "Qualunque organizzazione criminale che produce denaro sporco ha un problema: deve ripulirlo, altrimenti aumenta il rischio di essere scoperta. Lavare il denaro è un costo, ma poi i soldi possono essere prontamente reinvestiti, sia in affari loschi che in affari puliti, creando un formidabile volano".



Applicando stime che valgono per le grandi organizzazioni criminali transnazionali, Masciandaro ipotizza che la 'ndrangheta possa reinvestire direttamente il 25 per cento dei propri ricavi, perché sono già in contanti, o finiscono a persone che operano fuori dalla legge o vanno ad alimentare l'usura. Il restante 75 per cento deve però essere riciclato, e il costo medio della ripulitura è del 10 per cento. "Il moltiplicatore netto da applicare al fatturato è di 1.35, che fa salire i 36 miliardi di euro iniziali fino a sfiorare i 55 miliardi, che rappresenterebbero appunto il 5 per cento del Prodotto interno lordo italiano del 2004".



Specializzato nello studio del riciclaggio, il docente della Bocconi ha appena scritto insieme a Elód Takáts, economista del Fondo monetario internazionale e già insegnante a Princeton, e a Brigitte Unger dell'Università di Utrecht, un massiccio volume: 'Black Finance: The Economics Money laundering'. Nel libro si sostiene che le organizzazioni criminali spendono l'11 per cento del loro fatturato in beni di lusso e reinvestono il 57 per cento in attività legali: immobili, azioni, obbligazioni. Non ricercando il massimo rendimento ma privilegiando liquidità e semplicità di smobilizzo. "Ecco perché è fondamentale combattere con forza il riciclaggio", sostiene Masciandaro: "Si deve abbassare il moltiplicatore, per ridurre i ricavi leciti delle mafie. Come fare? Aumentando, per esempio con normative stringenti sull'impiego del contante, la possibilità che i flussi di denaro sporco vengano scoperti. A livello mondiale, una regolamentazione antiriciclaggio molto efficace potrebbe far crescere dal 10 al 34 per cento il costo del 'money laundering', distruggendo 280 miliardi di dollari di valore per il settore illegale".



Applicando all'Italia lo stesso modello econometrico messo a punto da Masciandaro, Takáts e Unger, un'efficiente regolamentazione contro il riciclaggio farebbe 'sparire' 14,3 miliardi di euro (l'1,3 per cento dl Pil) dalle casse della criminalità. Il docente bocconiano è particolarmente 'caldo' sul tema perché fa parte della commissione tecnica, fortemente voluta dal viceministro Vincenzo Visco e guidata dall'ex procuratore antimafia, Pierluigi Vigna con il sottosegretario Mario Lettieri, che ha appena varato il testo con cui è stata recepita la 'III direttiva europea antiriciclaggio'. La bozza, approvata dal governo e da settembre al vaglio delle commissioni parlamentari, prevede di far scendere il tetto massimo per i pagamenti in contanti da 12.500 a 5 mila euro.



Definire l'impatto mondiale delle attività di lavanderia del denaro sporco è difficile: nella tabella vengono affiancate due differenti stime. Una più prudenziale, usa i parametri Fmi; l'altra, che assegna al 'lavaggio' dimensioni più importanti, quelli elaborati dal ricercatore australiano, Michael Walker. Indipendentemente dai valori, sorprende la classifica dei Paesi dove maggiormente si ripulisce. In testa ci sono infatti gli Stati Uniti, che conquistano quasi un quinto dell'intero business, seguiti da Isole Cayman, Russia, Italia e Cina. Stupisce parecchio anche l'ottava posizione della CITTÀ DEL VATICANO. Commenta Masciandaro: "Quei dati possono impressionare perché si pensa che tutte le attività nere e grigie debbano per forza avvenire in paradisi fiscali o in staterelli senza legge: invece il denaro atterra anche, e soprattutto, dove c'è l'opportunità di reinvestirlo. Il VATICANO? Onestamente, la sua posizione ha stupito anche me. Ma Walker, nell'elaborare la sua formula, tiene conto della vicinanza alla creazione dei flussi e della legislazione antiriciclaggio. E il VATICANO è inserito in un paese con una forte presenza criminale e non ha una normativa particolarmente trasparente".



Che il nostro sia un paese a rischio lo conferma il Dipartimento di Stato americano, che nel suo rapporto 2007 sottolinea come il 'money laundering' in Italia sia in parte quello storico delle organizzazioni domestiche, ma anche quello, più recente, influenzato dai boss stranieri, specialmente albanesi, rumeni e russi, che operano in casa nostra. Insomma, non solo la 'ndrangheta è forte nella lavanderia del denaro sporco.

(Maurizio Raggi, L’espresso, 23 agosto 2007)



http://espresso.repubblica.it/dettaglio/lavanderia-ndrangheta/1732087//0
2009-11-22 03:30:32 UTC
La mafia nasce dai Beati Paoli, nel 1600 in Sicilia, e nei Beati Paoli ci stavano anche i preti ... guarda un po'! L'amicizia tra chiesa e mafia è secolare, come la chiesa. In effetti come si spiega che un Renatino De Pedis, capo della banda della Magliana, ed anche assassino della Orlandi, stragista (era alla stazione di Bologna il giorno della strage), legato alla morte di Calvi (crack del Banco Ambrosiano, suicidato miracolosamente nel momento in cui ha accusato il Vaticano del crack, per traffico internazionale di armi), sia stato sepolto con gli onori di un papa? Cari cattolici, non ve la prendete se si accusa la chiesa di essere invischiata con la mafia, ma certe azioni fanno riflettere. E quando difendete la chiesa ad ogni costo, non so se compiangervi per la vostra totale ignoranza o per la vostra dabbenaggine.
Marco619
2009-11-22 02:38:10 UTC
Mica scemi: Finanza e speculazione fanno gola a tutti. Anche alla Santa Madre Chiesa...
Samcro
2009-11-22 01:35:45 UTC
Secondo lo statuto interno dello IOR: ha lo scopo di provvedere alla custodia e all'amministrazione dei beni mobili e immobili trasferiti o affidati allo IOR medesimo da persone fisiche o giuridiche e destinati a opere di religione e carità.



Si parla di svariati miliardi di euro di patrimonio tra conti corrente e transazioni e poichè è tutto sotto il controllo segreto della Chiesa ci vogliono far credere che gli utili siano destinati ad opere religiose e di carità.



Ma per piacere!! Infatti negli anni lo IOR è stato al centro di numerosi scandali di corruzione (come tangentopoli e calciopoli) e di mafia (dopotutto come fa la mafia a far girare tutti questi soldi senza l'aiuto di nessuno?)

Hanno ovviamente una rete di contatti con svariate banche sparse in tutto il mondo.



Evidentemente è il volere del Signore anche questo.



Spolliciate pure verso il basso difensori della Chiesa, la verità è dura e triste, ma è questa. E a quelli che dicono che disinformazione.it non sia affidabile, forse è meglio che cominciate ad aprire BENE gli occhi, è palese che vi fermate solo alla prima facciata delle cose..
Figlio naturale di Marcinkus
2009-11-22 11:47:01 UTC
Mai come in questa occasione risuonano profetiche le parole di mio Padre Paul durante il consiglio di Amministrazione dello IOR sotto l'unica Presidenza Luciani l'8 settembre 1978:

......". "Si può vivere in questo mondo senza preoccuparsi del denaro? Non si può dirigere la Chiesa con le sole Avemarie!" .......



Pace e Bene!

Fonti:

http://www.google.com/search?client=safari&rls=en&q=Non+si+può+dirigere+chiesa+ave+maria&ie=UTF-8&oe=UTF-8
batt 73
2009-11-22 06:37:12 UTC
Perché ci vuole un posto ben sicuro (soprattutto dalla legge ) dove mettere in custodia il bottino.
?
2009-11-22 01:05:24 UTC
Sei un grande e ti accendo stella. Sono anche io un sostenitore di disinformazione.it.
illupus730
2009-11-22 01:31:02 UTC
Certi dicono il piu' pulito cia' la ro...



Comunque immagino di capire a cosa voui arrivare...tutti o molti sanno...stiamo proprio messi male :o
MeMo
2009-11-22 08:08:21 UTC
1) Il Vaticano è uno Stato e come Stato ha anche bisogno di una propria autonomia finanziaria. Lo IOR non è la Banca Centrale del Vaticano però!



2) Amministrare i beni (e i soldi dei quali il Vaticano dispone e quello degli Enti Ecclesiatici sono soldi come quelli di tutti) vuol dire immetterli nel mercato con tutto ciò che comporta.

I fatti recenti successi a livello mondiale mostrano quanto sarebbe saggia l'idea dello IOR ossia di una banca ecclesiastica... ma ahimé un'idea buona di fronte agli interessi economici quanto dura?!!!!

3) Le Diocesi, gli ordini religiosi ecc però non tengono i loro soldi in Vaticano ma nelle banche (in genere del territorio) nelle quali sia possibile effettuare operazioni quando serve... e con le quali avere un dialogo di fiducia... lo IOR non ha sportelli perché non è una banca comune... il che non vuol dire ipso facto che è una banca criminale!



4) In genere gli enti religiosi non hanno specialisti capaci di seguire queste realtà finanziarie complesse ma si avvalgono di professionisti esterni e si fida di loro.



.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.



Per capire meglio qual'è la realtà degli enti ecclesiastici spiego la situazione:



a) Gli "economi" delle realtà ecclesiastiche sono delle persone che non sempre sono preparate e spesso dipende dalla "fortuna" se si ha una persona capace. Non è facile ne prevedibile che entrino regolarmente in seminario laureati in scienze economiche.

Un "economo" è spesso scelto per le sue abilità (uno che "ci capisce" e che "si da da fare") e per la sua disponibilità. Tantissimi preti non sono disponibili a fare gli economi! Accade che le "mire" siano poco scrupolose e etiche... le diocesi e i vescovi si fidano di quello che gli "economi" fanno... salvo poi trovarsi delle beghe. In passato sono successi dei grossi problemi negli Enti Ecclesiastici (come quelli dello IOR ma anche tanti altri che non sono stati segnalati dai media). Questo è il motivo per il quale oggi si tende ad accorpare più possibile la realtà finanziaria anche per evitare casini che questi "economi" fanno e per le grossissime responsabilità che tutto ciò comporta. La situazione ora è ben diversa e si cerca di fare diversamente!



b) Gli "esterni" ai quali si è costretti rivolgersi sono reputati persone di fiducia e ci si fida ma spesso succede che alla fine a forza di fidarsi questi non abbiano controlli. E'frequente che queste persone poi si rivelino non tanto fidate e soprattutto molto poco etiche ma anche li si va a fortuna. In questi ambienti si entra non per concorsi pubblici ma tramite amici degli amici e si formano mafiette ma non è detto che ambienti simili non siano penetrati da mafie vere e proprie. Non mi stupisce affatto che vengano fuori casini anche perché so come sono quegli ambienti.



c) E'vero che chi è il Superiore dell'ente ecclesiastico è legalmente responsabile di ciò che fanno i sottoposti ma è vero anche che moralmente egli non abbia colpe per scelte fatte da altri... magari scelte che egli stesso non condivide o non conosce. Questo per dire che non è così facile dire che i pochi scrupoli e la poca moralità che a volte viene fuori in questo settore della vita degli enti ecclesiastici sia una cosa voluta, strutturale e diffusa.
2009-11-22 15:44:28 UTC
Perché l'Italia ha la Banca d'Italia?
P. Mangoni
2009-11-22 01:02:22 UTC
Ah vai a capire... certo un'organizzazione così grande farà girare parecchi soldi. E come al solito, dati moltissimi soldi, chissà quanti sono sporchi...



Ma scusa la ricevuta che c'entra? Il vaticano dovrebbe pagare le tasse allo stato italiano secondo te? lol
tamburino nero
2009-11-22 07:25:07 UTC
solita paccottiglia di banalità non originali. il copia incolla devastante.

buona giornata tesoruccio
2009-11-22 01:22:43 UTC
Bella fonte la tua,non c'è che dire..





Francesco Marino Mannoia



Nel processo Contrada anche lui tira in ballo storie raccontate da Riccobono, Bontade e Giaconia, tutti morti.

Mannoia è il braccio destro del boss Bontade. Autore di circa 20 omicidi. E’ specializzato nel commercio della droga.

Dal 1989 al 1993 collabora con gli americani parlando di tutto ma senza fare mai cenno a Contrada. Scopre l’esistenza del funzionario del Sisde improvvisamente, solo quando viene ammesso al programma di protezione.

Così confesserà nel processo di appello:

”Tutto ciò che ho detto l’'ho detto per sentito dire, e in Cosa Nostra le menzogne sono di casa. Spero che al funzionario venga restituito l'onore”.
2009-11-22 09:54:00 UTC
www.disinformazione.it.........



disinformazione, lo dicono loro stessi! :))
2009-11-22 01:48:10 UTC
Io al posto dello IOR ripristinerei il Sant'Uffizio:

se a certi Mirki sproloquianti con la coda bionda si tornasse a mettere una bella carota nel sedere e li si mettesse a rosolare su una bella catasta, si starebbe molto meglio. E staresti molto meglio anche tu, credo ...

;-)


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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