Costanza soltanto...
2011-04-28 01:15:20 UTC
Nuove frontiere della discriminazione in quello che dovrebbe essere il luogo accogliente per definizione. Parliamo di una Chiesa cattolica, in America, che ha messo in piedi quello che davvero potrebbe sembrare un devastante episodio di, appunto, discriminazione, ai danni di una persona che certo meritava accoglienza ed ascolto più di molti altri. Si tratta di un ragazzo affetto da una grave patologia, ovvero da paralisi celebrale infantile.
SACRAMENTI – E dire che il ragazzo non aveva nulla da chiedere in particolare. Voleva solo accedere al sacramento della comunione, voleva solo prendere l’ Eucarestia. Ma il sacerdote gliel’ha negata.
Quando il reverendo Phil Henning della chiesa cattolica del Sacro Cuore ha negato a Kevin la Prima Comunione, lo ha fatto dicendo che il ragazzo avrebbe la “capacità mentale di un bambino di 6 mesi”
e non aveva “conoscenza sufficiente di Cristo” per partecipare al rito religioso, anche se la dottrina cattolica non specifica affatto quale livello di conoscenza è adeguato. La nonna di Kevin, dice che il ragazzo si era preparato per mesi per “la pietra miliare religiosa”, e gli hanno offerto invece un rito per i malati. “E’ l’unzione che ti fanno prima della morte”, ha detto la nonna. “E’ stato molto offensivo”.
Insomma, la rigida applicazione delle regole della Chiesa stabilisce che se una persona non è in grado di capire bene l’atto che sta facendo nel momento dell’assunzione dell’Eucarestia, probabilmente non è ammissibile a riceverlo. E così, nemmeno con la speranza di un percorso tarato ad hoc sul ragazzo in questione, secondo la locale parrocchia c’era la possibilità di garantire l’accesso del disabile al sacramento.
QUESTIONE DI DISABILITA’ – E dire che secondo gli esperti la Paralisi Celebrale Infantile non è una disabilità del tutto inabilitante per chi l’ha contratta, o comunque non corrisponde automaticamente ad un ritardo mentale vero e proprio .
La paralisi celebrale, in ogni caso, non è comunque associata alla disabilità intellettiva. “Non è la stessa cosa, e non causa disabilità intellettiva”, afferma Chris Thomson, consigliere generale per l’associazione che riunisce i pazienti. “Gli individui che hanno la paralisi celebrale possono anche avere una disabilità intellettiva. Ma una cosa non causa l’altra e sono condizioni separate.
Ma la Chiesa locale, per bocca di un portavoce della diocesi, rinuncia a qualsiasi commento.
Il diacono Pat Rodgers, della diocesi di San Antonio, ha detto all’Abc che la decisione di dare o meno il sacramento sta al prete locale, ma ha enfatizzato: “Non desideriamo né speriamo di negare un sacramento da qualcuno che lo vuole o che ne ha bisogno.
Al ragazzo,in ogni caso, è stato negato.