Domanda:
Posso verificare una cosa?
Erich Zann™
2010-09-29 03:08:34 UTC
Spesso sento dire un concetto, da coloro che sono contrari all'eutanasia.

Questo, in parole semplici:

"la vita è un dono di Dio. Quindi, spetta a lui decidere quando toglierla".

Io vorrei chiedere se chi sostiene appieno tale concetto si sentirebbe di firmare -per sua coerenza -un documento simile, di cui traccio una bozza:

"Io sottoscritto (cognome e nome) nato il (data) e residente a (luogo) nel pieno possesso delle mie facoltà mentali, accetto che la vita è un dono di Dio, e quindi è illecito e immorale per l'uomo modificare la sua volontà.

Pertanto, per essere coerente con me stesso, chiedo che -qualora avessi bisogno di un intervento come il trapianto di un organo -tale possibilità mi venga negata.
Inoltre, chiedo che mai mi sia venduto alcun tipo di medicinale, perchè anche un raffreddore è volontà di dio, e se uccido il germe che me lo ha causato, vado contro la Sua volontà.
Chiedo anche che in caso di incidente stradale, o di qualsiasi altro tipo di incidente, nessuno chiami l'ambulanza per soccorrermi, perchè se mi portano in ospedale e mi curano, vanno contro la Volontà di Dio.
Pertanto, in caso di incidente scelgo di rimanere agonizzante dove mi troverò, non desidero l'aiuto di nessuno e rinuncio deliberatamente a qualsiasi genere di cura medica, da una normale aspirina a un trapianto cardiaco"

Quanti si sentirebbero di firmare un documento simile e accettarne le conseguenze fino in fondo?
24 risposte:
?
2010-09-29 03:38:48 UTC
Ti rispondo subito:

come testimone di Geova ritengo che la vita sia un dono di Dio e vada considerata sacra.Ma questo vuol forse dire che si debba fare tutto ciò che la tecnologia rende possibile per prolungare una vita che è agli sgoccioli? Bisogna prolungare l’agonia il più a lungo possibile?impedendo al malato di morire con dignita'?

Mi sono spesso fatta questa domanda....che farei se fossi io la malata terminale o la persona in coma da anni che è tenuta in vita da un respiratore e altri macchinari per il nutrimento e la idratazione?

Si tratta di situazioni spesso molto difficili e possono richiedere decisioni angosciose.

Ti dico cosa farei IO, non volendo pretendere di rappresentare la posizione di altri TDG :se c’è la chiara evidenza che la morte è imminente e inevitabile, le Scritture non richiedono di ricorrere a mezzi straordinari per prolungare l’agonia. In tal caso, non si violerebbe alcuna legge di Dio lasciando che la morte abbia il suo corso. Ho gia' compilato da un paio di anni, un modulo firmato in cui chiedo che vengano rispettate le mie volonta' a riguardo, nel caso fossi in stato di incoscienza irreversibile da tempo.

Questo non significa rifiutare tutte le cure mediche, i trapianti o le terapie per guarire da una malattia. Dio non ci manda nessuna malattia , dal banale raffreddore al cancro terminale, per cui abbiamo il diritto di ricevere cure mediche e il dovere di curare il nostro corpo non essendo negligenti o stupidamente fatalisti.

Credo di aver risposto alla domanda , probabilmente non sarai daccordo, ma ho cercato di spiegarti la mia posizione.

Saluti
anonymous
2010-09-29 12:17:11 UTC
premessa falsa: Dio non toglie la vita.



Il ragionamento corretto invece è : Proprio perchè Dio è il Dio della vita e che vuole la vita, cerco di curarmi, di curare la vita, questa è la volontà di Dio, ergo non vado contro la vita e non mi uccido.



ciao.



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il Papa sbaglia (o ha fatto affermazione impropria e probabilmente perchè non era questo il centro del suo discorso). La morte, negazione della vita, è causata dal peccato, non dal volere di Dio.



Le affermazioni bibliche che citi non dicono che Dio toglie la vita.



ciao.



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@ultimate



Ciao. Volevo risponderti meglio nella domanda che hai aperto, ma mi sembra che l’abbiano cancellata.



In ogni caso faccio alcune considerazioni ( che -aggiungo ora -spero siano utili anche per osservazioni simili di @noctifer).



1.Se noti nei passi che citi l’azione di Dio appare sempre in parallelo alla presenza del peccato, ossia Dio non provoca la morte di sua iniziativa (Dio non pone la morte, sarebbe una contraddizione che creasse la creatura e poi la uccidesse), ma sempre in reazione e relazione ad un peccato (questo causa la morte); appare che la azione divina sia associato e specificamente in conseguenza, in risposta, ad un precedente peccato, anche se la relazione peccato-morte viene progressivamente chiarita nella rivelazione.

2.Tieni infatti presente che la rivelazione in quanto storica, è progressiva, ha una sua pedagogia interna e vi è una differente teologia (e dunque anche antropologia e soteriologia) sottesa alle varie fasi della rivelazione ( una scansione possibile: pentateuco/libri storici-profetismo-libri sapienziali-testi apocalittici). La teologia ad esempio dell’autore jahvista (differente da quella degli autori elohista, sacerdotale e deuteronomista) ritiene che Dio sia il Dio di Israele, dunque difensore della vita dell’unico popolo eletto di Israele, non anche il creatore e sostenitore della vita di tutti gli altri uomini e del cosmo in genere (sottolineato ad invece dalla tradizione sacerdotale e che verrà in chiaro sempre meglio), per cui per l’autore sacro esalta il Dio della vita - ma della vita dello specifico popolo di Israele - nella misura in cui lo mostra superiore a quello delle schiere divine degli altri popoli pagani, che vince e uccide. Vedi ad esempio anche come Gesù modifica l'idea della relazione tra malattia e peccato rispetto al vecchio testamento.

3.Tieni poi presente la classica e nota differenza tra pena e castigo: in molti testi si parla del castigo che Dio infligge, ma non con lo scopo ultimo di dare la morte, ma per invitare alla vita e rivelare dove sta la vita. La pena è conseguenza del peccato e la pena del peccato è la morte; altra cosa è il castigo di Dio, che nella Bibbia è un appello di conversione, ovvero è la rivelazione del peccato in quanto tale, la coscienza che una azione è peccato( cfr . Leon Dufour, Dizionario di teologia biblica, p. 138). In molti episodi, la azione di Dio si presenta come castigo per la chiamata a conversione, e dunque alla vita (la mamma che castiga lo fa per evitare il male al figlio, anche se nel presente lo punisce, ma la sua punizione non è quella che deriverebbe dalla azione sbagliata del figlio. Se un bambino mette alla bocca e sta per mangiare un cibo avariato, la sberla della mamma per impedirglielo fa certo del male, ma non come la conseguenza di un avvelenamento).

4.in ogni caso Dio non può essere pensato come causa della morte, che entra nella storia non per volontà di Dio: anche quando si dice che Dio è Signore della vita e della morte, si intende dire che domina, appunto quale Signore, sulla morte, non che la pone, ma che la vince. Nelle religioni orientali la distruzione sembra essere un elemento strutturale della realtà, per cui anche vi è un soggetto divino che ne è l’autore (Shiva, ad esempio, è nella Trimurti il dio della distruzione, Vishnu quello della costruzione; ma queste due polarità vi sono in tutte le grandi religioni orientali; anche nelle cosmogonie classiche greche, vedi ad esempio Eraclito con i suoi due principi della Concordia e della Discordia); nella religione monoteistica occidentale, unico è il principio, e solo principio dell’essere e dunque della Vita, del porre e costruire, non anche della morte e della distruzione (la storia è dunque aperta non chiusa, statica, ciclica).



Ciao
anonymous
2010-09-29 10:59:50 UTC
Certamente, almeno dal mio punto di vista, la vita è un dono di Dio e quindi è Lui a decidere quando toglierla, ma non per questo credo che si debbano rifiutare le cure:



Onora il medico come si deve secondo il bisogno,

anch'egli è stato creato dal Signore. (Siracide 38,1)



Anche Gesù ha guarito....



ciao



@ "Che Cristo sia la sapienza incarnata non è un dato di fatto, ma è un dogma.

Ossia, vale per te che ci credi, ma non per me."



Io ti ho dato uno dei miei motivi per il quale non firmerei il documento da te proposto, non ti ho scritto che tu devi credere a ciò che credo io e mi pare ovvio che tu non ci creda, altrimenti non saresti un ateo.



@ Non scelgo la scienza quando mi fa comodo e neanche la disprezzo, sarei uno stolto:



Il timore del Signore è il principio della scienza;

gli stolti disprezzano la sapienza e l'istruzione. (Proverbi 1,7)



"La mia domanda è un'altra,ossia:

"se avete una qualsiasi malattia, siete talmente coerenti con voi stessi da affidarvi alla volontà di Dio in qualsiasi caso, o ricorrete alla scienza quando vi fa comodo?"



@ Mi affido alla volontà di Dio ricorrendo anche alla scienza che non trovo che sia qualcosa contro Dio.

Certamente ci sono cose che ci dividono sulla scienza, le vediamo in maniera diversa, ma trovo che la cosa sia abbastanza scontata perché se la pensassimo alla stessa maniera o tu saresti cristiano o io ateo.

Non credo che in quanto cristiani si rifiuti la scienza in blocco, su diverse questioni la vediamo in maniera differente rispetto agli atei e non un rifiuto in blocco.



p,s: per quanto riguarda quanto ho citato da proverbi, credo che sapienza e istruzione portino alla scienza, e non solo a quella di Dio, e quindi sarei sempre un stolto nel disprezzarla.



@ C'è scienza e scienza, Dio che è il principio della scienza non la disapprova di certo tutta in blocco, quando qualcuno con scienza gioca a fare il piccolo dio non può che essere disapprovato da Dio stesso.

Quello che io chiamo giocare al piccolo dio tu probabilmente lo chiami progresso scientifico.

Credo che non ci possa essere un punto d'incontro tra il credente e l'ateo, ma direi che stai sbagliando dicendo che sia Dio che i credenti siano contro la scienza.



@ Erich, sulla questione "giocare al piccolo dio" ho generalizzato includendo anche te, non lo dovevo fare e spero che questo ti basti.

Dal mio punto di vista comunque c'è chi gioca a fare il piccolo Dio e a me questa scienza non piace.



"Non ho detto che i credenti siano contro la scienza..

Ho detto che la si usa quando si fa comodo."



I credenti sono a favore della scienza che tiene conto di certi valori che probabilmente non sono gli stessi degli atei, poi se tu ci vedi come coloro che usano la scienza solo quando fa a loro comodo credo che non ci posso fare niente.
anonymous
2010-09-29 11:21:41 UTC
E se la scienza fosse un dono di Dio?

Hai mai pensato a questo?

Ci sono alcune derive evangeliche che sostengono ad esempio che un raffreddore è una punizione divina, quando magari sei uscito in maniche corte con quattro gradi!

Devo forse privarmi dell'aspirina?
tamburino nero
2010-09-29 11:05:42 UTC
mi dispiace. non c'entra niente la fede in Dio. la vita umana è assolutamente sacra in sè, senza riferimenti estrinseci, escatologici o sovrannaturali, altrimenti un ateo dovrebbe o potrebbe essere tranquillamente a favore della pena di morte. non mi risulta che sia così.
?
2010-09-29 13:06:06 UTC
se volontariamente rinunciassi ad una cura (medicina,trapianto,..) in grado di salvarmi la vita commetterei un suicidio.
Andrea
2010-09-29 10:58:17 UTC
"Siete così coerenti con voi stessi da accettare senza riserve il destino che il vostro dio ha scelto per voi....

O quando vi fa comodo, ricorrete alla scienza?"



Sì Erich, io sono coerente con me stesso e se domani mi venisse una malattia mortale l'accetterei. Prima o poi bisogna pur morire, no?

La parabola del buon samaritano citata da Laguna dovrebbe metter fine alla questione. Paolo raccomandava a Timoteo di prendersi un po' di vino a causa dei suoi frequenti disturbi allo stomaco. Quello che sfugge è che secondo il cristianesimo il nostro corpo è tempio dello Spirito Santo, quindi tempio di Dio. Il corpo è importante e va curato... infatti, sempre secondo il cristianesimo, si risorgerà con questo medesimo corpo. C'è una grande differenza tra un incidente stradale perfettamente curabile, un disturbo banale (raffreddore) e l'eutanasia, che hai nominato all'inizio. Se mi è data la possibilità di rimettermi in sesto non vedo perché non dovrei farlo... sarebbe un po' da stupidi lasciarsi morire, no? Se la vita è un dono dovrei cercare di mantenerla, se ci sono affezionato e se ne ho l'opportunità...



Diverso è il caso, per l'appunto, di un qualcosa che ormai è inevitabile. Quando giunge il momento di lasciarsi andare è inutile cercare di rimanere aggrappati alla vita a tutti i costi, magari mediante una macchina, che non ti fa vivere ma ti fa CONTINUARE la tua esistenza. Sarebbe anche un atto di non fiducia nei confronti di Dio...



Ciao.



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Scusa se mi intrometto in un discorso non mio, ma hai scritto che essere credenti significa abbracciare le regole di Dio e non modificare i suoi disegni. Eppure Abramo non ha "convinto" Dio a risparmiare quella famosa città se vi fossero stati soltanto dieci giusti...? Essere credenti non vuol dire essere passivi...



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Nel libro del Siracide citato da MarCo c'è l'elogio del medico. Inoltre Cristo sarebbe anche la Sapienza incarnata... e sempre nel 38mo capitolo del Siracide si legge che "il Signore ha creato medicamenti dalla terra, l'uomo assennato non li disprezza". Magari il mio punto di vista non è conciliabile col tuo o magari non riesci a "capirlo", ma io non ci trovo nulla di male a prendere l'aspirina... per restare in tema...



Gesù guariva i malati, e riferendosi ad un cieco ha detto che era così perché attraverso di lui si manifestasse la gloria di Dio. E se la gloria di Dio in questo caso è quella scienza data da Dio "perché potessero gloriarsi delle sue meraviglie"...



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Va beh Erich, tu hai fatto una domanda, e cioè se secondo l'ottica cristiana fosse corretto o no farsi curare. Le risposte le hai avute, andare a questionare sull'epilessia nei Vangeli mi sembra un tantino fuori luogo... il cristianesimo non è contro la possibilità di farsi guarire e mi sembra siano tutti concordi.



Ciao.
Paolo NON PRAEVALEBUNT
2010-09-29 10:57:26 UTC
Non c'è bisogno di Dio per condannare l' eutanasia, uccidere è sbagliato, e su questo non ci piove, allora qualcuno mi dica perché dovrebbe divettare una cosa giusta come nell'eutanasia. Uno stato normale non può permettere ad una persona di farsi ammazzare.
Abracadabra
2010-09-29 10:33:53 UTC
"la vita è un dono di Dio. Quindi, spetta a lui decidere quando toglierla".



Io sapevo che chi riceve in dono qualcosa, ne può disporre a suo e proprio piacimento senza dover renderne conto al donatore, e il donatore NON HA NESSUN DIRITTO di richiederlo indietro.



p. es:

se io faccio un dono per un matrimonio, mica obbligo gli sposi, qualora ad essi non piaccia, di tenerselo; sono LIBERISSIMI di disfarsene (magari riciclarlo donandolo a me in altra occasione, ehehehe)! quindi.......



**********



@ Bart



Ma il dono, quale esso sia, non va restituito.



Dal momento che tu doni qualcosa, non ne sei più il padrone.



Quando muoriamo è come quando un regalo, un dono finisce per usura, cioè ci "rompiamo" come si rompe un servizio di piatti o di bicchieri; non restituiamo la vita perchè ormai non c'è più come non si restituisce al donatore un servizio di bicchieri quando si rompe.

Tutto ha un inizio, una durata, una fine. Stop!

Nessuno restituisce niente a nessuno.



ps:



ad esser pignoli (nell'ottica del credente), non è che la vita dobbiamo restituirla (muoriamo) ma sarebbe dio a riprendersela (non si dice "perchè si è preso quell'angioletto anzichè quel vecchietto" quando muore un bambino?), quindi: quale donatore pretenderebbe indietro un suo dono?

In genere un innamorato/a quando non lo è più richiede indietro i doni fatti all'amato/a.

Devo pensare che dio (?) non è più innamorato (non ci ama più) quando si riprende la nostra vita?

E dove è andato a finire allora tutto il suo amore?



***********



@ Bart



Ok, prendiamo l'esempio che tu fai del gelato.



Se mi regali un gelato e ti aspetti che io lo mangi, cosa dovrei fare nel caso non mi piacesse? (magari me ne hai regalato una quantità industriale^^)

Se permetti non mi sacrifico solo per farti un piacere e lo butto alle ortiche.



In ogni caso la mia libertà di buttare il gelato alle ortiche non obbliga gli altri a fare lo stesso, quindi perchè obbligare me a mangiarlo ad ogni costo?



(ps: ho visto che hai 2 pollici versi: oh...io non c'entro, eh!^^)
Laguna Rock
2010-09-29 10:13:01 UTC
ciao erich... capisci da solo che è un assurdo.

siccome sono cristiano e se tu vuoi un esempio dal vangelo ti cito la parabola del buon samaritano che aiuta il moribondo per strada...era destinato a morire ma viene aiutato e curato, in quella parabola si riassume il concetto di amore per il prossimo perché è compito nostro dare le cure mediche necessarie per favorire la vita.



@ erich:

non fare lo gnorri, lo sappiamo tutti che hai vari account, fra cui questo (che aveva un altro nome prima e che risale addirittura a più di un anno fa, quindi ne avevi vari a quanto pare)

http://it.answers.yahoo.com/my/profile;_ylt=AkihZk.ZcA1s.hQLd7uIOvcVNxV.;_ylv=3?show=otqitJwqaa

te li avevo bloccati prima del ban di quello principale che avevo sempre tenuto libero, questo non negarlo visto che ho sempre sopportato i tuoi velenosi interventi, ora usa pure questo.



tornando alla risposta te lo rispiego visto che ci tengo particolarmente a fartelo capire. non ha alcun senso questo tuo discorso visto che la scienza non è contro Dio, e l'esempio sono le parole di Cristo, che loda l'opera di chi aiuta e sostiene i moribondi dandogli le sue cure.

ma secondo la tua logica da saltimbanco il povero disgraziato avrebbe dovuto dirgli "no scusa ma devo accettare che sto morendo anche se puoi salvarmi". non te lo sto dicendo io, è Gesù ti dice che non è così, quindi puoi anche cestinare il tuo ragionamento fariseo sulla morale cristiana.
raganellastupita
2010-10-04 05:07:14 UTC
cosa fai quando tua cognata ti regala il più brutto bambolottino sopramobile che infesta la tua casa con la sua assoluta aSSENZA DI GUSTO?

beh ecco io lo metto in bella mostra poi ops... cade





come ogni dono il ricevente ne fà ciò che vuole anche riciclarlo, diglielo ai quelli che conoscono il significato della parola dono
anonymous
2010-09-29 20:06:09 UTC
alla affermazione da te citata manca un pezzo: la vita è un dono di Dio e va difesa in quanto tale.

Quando tu fai un regalo a qualcuno a cui vuoi bene speri che quel dono possa essere utile, ti piacerebbe sapere che è apprezzato e che ne venga fatto buon uso. o sbaglio?. La frase 'spetta a lui decidere quando toglierla' è un rafforzativo del fatto che la vita sia un donodi Dio, cioè il vero padrone. Di una cosa siamo infatti certi: la nostra vita ha una durata, non conosciamo quale sarà il giorno della nostra morte come non decidiamo il giorno della nostra nascita. Il nostro compito è quello di custodire e gestire la nostra vita. Prova a leggerti la parabola dei talenti.il servo pauroso viene definito malvagio e infingardo dal padrone: invece di fare gli interessi del padrone ha preferito slealmente di mettersi al sicuro pensando esclusivamente a se stesso e disinteressandosi del compito affidatogli.

Il documento da te redatto non solo è una inutile provocazione, ma è anche un po' ingenuo. Di certo c'è che ancora una volta riesci ad evidneziare che non conosci ne' il cristianesimo ne' Cristo. La cosa triste è che il tuo unico interesse sembra proprio la ricerca dello scontro, quando forse dovrebbe interessarti capire cosa voglia dire credere in Cristo.



Abra: ti contraddici da sola, il punto è che la vita in effetti la devi restituire (muoriamo), il tuo ragionamento potrebbe valere se , come dici tu stessa, il dono non andasse restituito.



Abra: cerco di osservare i dati oggettivi, Parliamo di dono della vita perchè possiamo disporre della vita in piena libertà e perchè non abbiamo fatto nulla per meritarla. Forse dimentichiamo troppo spesso che non esisteremmo senza questo dono. Il tuo esempio sembra voler descrivere un 'di più' , ma in realtà la nostra vita non è un di più, è l'essenza di ciò che siamo. In sostanza questo dono ha delle caratteristiche. Fare delle allegorie è divertente, ma dobbiamo fare anche in modo che queste allegorie siano calzanti con l'oggetto dell'osservazione. Se regalo un gelato a un bambino mi aspetto che se lo mangi, non certo che lo getti alle formiche. Possiamo citare tantissime altre allegorie, se vuoi capire capisci, altrimenti non so cosa farci. Disponiamo di questa vita, per il semplice fatto che questa vita si esaurisce dovrebbe farmi ipotizzare che esista anche un mdodo per disporne al meglio. Non è una questione prettamente religiosa, è prima di tutto una questione di buon senso. Come già detto la descrizione di Erich è provocatoria e anche ingenua, semplicemente non volete ammettere (tu ed Erich) che qualsiasi concetto religioso e di fede (ovviamente sto parlando della fede cristiana) necessariamente parte dal buon senso. Volete continuare a descrivere i credenti come dei beoti, ma non c'è nulla di più falso. Se voi avete questo pregiudizio va a vostro discapito, a me non cambia una virgola. Se preferite la polemica alla riflessione sono affari vostri. Io sono convinto che il gelato sia più utile (e soddisfacente) mangiarlo, se voi in nome di una libertà (di cui per altro, nella mia modesta opinione, non riuscite a coglire la grandezza) rivendicate il diritto di buttare il gelato alle formiche siete liberi di farlo, ma, oltre a rivendicare il diritto di esprimere una opinione, permettimi anche di fare notare che è piuttosto sciocco privarsi di qualsiasi ricerca di senso (anche quella del gelato) decidendo a prioei che il gelato non ha senso. Se avete ragione voi e il gelato davvero non ha senso, nessuno ci perde nulla, ma se davvero il gelato avesse un senso e qualcuno avesse scelto di buttare alle formiche il gelato seguendo i vostri consigli, non avreste questa responsabilità sulle spalle? Non avreste di fatto limitato la libertà di questa persona che avrebbe avuto il diritto a mangiarsi il gelato? Uscendo dalle metafore, ci ricordiamo che stiamo parlando di vita? Davvero credete che sia libertà promuovere ideologie di morte? cosa libera l'uomo? convincerlo a rinunciare a un suo diritto (la vita, ovvero l'unico vero diritto che ha per nascita) oppure aiutarlo ad esplorare ciò di cui dispone (che sia tanto o che sia poco, poco conta)? Purtroppo non vi rendete conto che quello che per voi è una 'battaglia di libertà' in realtà è una battaglia alla rinuncia della libertà. Essere liberi di non essere liberi a me pare davvero un paradosso inaccettabile.



Quoto Dante.

In realtà le convinzioni religiose entrano nel discorso solo marginalemente (in modo completamente accidentale direi) Se si deve parlare di libertà, che sia vera libertà e non il prodotto di pregiudizi. Sono cattolico (da qui capisci perchè dico che la religione entra nel discorso in maniera accidentale) proprio perchè ritengo che solo la fede in Cristo affronti il mistero della vita in maniera oggettiva e pragmatica, senza pregiudizi.



Abra: ho 2 pollici e 2 alluci, quelli di answers sinceramente non mi interessano, per il resto vedo che purtroppo non risco a spiegarmi.
Dante
2010-09-29 12:21:51 UTC
La questione religiosa, per quanto possa essere determinante per una singola persona, non dovrebbe comunque essere avallata in alcun modo dalla legge.

Difatti c'è una sfumatura che non mi convince: quando si esige che un medico rispetti l'obiezione di coscienza del paziente, lasciandolo morire anche nel caso in cui la cura lo porterebbe a una guarigione certa, si è convinti di "sottrarre" la vita e la morte dell'individuo all'arbitrio del medico che, in teoria, non avrebbe il diritto di tale decisione.

Ma quando il medico vede morire un paziente, e pur sapendo che basterebbe un semplice procedimento per sottrarlo a tale morte non lo attua, il suo "starsene a guardare" non è a sua volta l'esercizio di un arbitrio sulla vita e sulla morte?

Qualcuno risponderebbe: no, perché l'obiezione di coscienza del paziente, se messa per iscritto, solleva il medico da tale responsabilità. Beh... mica tanto!

Innanzitutto, non mi risulta che nel Giuramento di Ippocrate, che i medici fanno ancora (e non certo perché non abbiano nulla di meglio da fare) sia menzionato qualcosa come il rispetto di un'eventuale "obiezione di coscienza". Potrebbe e dovrebbe forse esserci, ma di fatto non c'è; e chissà che non sia meglio così, dal momento che se già la legge dello Stato è quanto di più "aggirabile", figurarsi se non lo sarebbe una clausola di questo genere all'interno di un giuramento professionale.

Fatto sta che dalla professione medica, da quando esiste, non ci si aspetta che agisca secondo criteri biblici, ma, a quanto pare, neppure che si sostituisca con i principi e con la pratica a qualsivoglia libro di fede: il medico fa il medico, punto e basta. E tutto ciò che non si riconduce direttamente alla collaborazione tra medico e paziente per la cura di una malattia, non è competenza della medicina.

Ma dirò di più: il Giuramento di Ippocrate, nella forma moderna, recita:



«(giuro) di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento rifuggendo da ogni indebito condizionamento».



Alla faccia! Le costrizioni di un libro di fede cos'altro sono, se non un "indebito condizionamento" nei confronti della professione medica?

Poi ancora:



«di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza (...)».



E qualcuno potrebbe dire: vedi? "tutela della salute fisica e psichica"! Beh sì, ma un medico esperto in pronto soccorso cosa ne sa della salute psichica del paziente? E anche uno psicologo, per quanto bravo, può giurare che nel momento esatto in cui il paziente, per libera scelta, rende l'anima a Dio non cambia idea? Lo sappiamo tutti che la vita umana tende per istinto all'autoconservazione: chi mai può essere certo al di là di ogni ragionevole dubbio che le convinzioni inculcate da una fede bastino a zittire quell'istinto?

Poi:



«di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona».



Beh... questo si commenta da sé. Non lo so davvero fino a che punto è naturale che un medico dimentichi questo non poco importante passaggio del suo Giuramento in nome di "condizionamenti" cui ha "giurato" di non sottostare.

Ad essere più soggetta all'altalena delle ideologie è piuttosto questa parte:



«di astenermi da ogni accanimento diagnostico e terapeutico».



Molto semplice, all'apparenza. Ma in realtà siamo ben lungi dall'aver dato una definizione chiara di cosa sia l'"accanimento terapeutico".

Proprio ieri affrontavo quest'argomento con un gruppo di persone non obiettrici (addirittura atee, credo) ma convinte che il ricevere sangue o organi di persone estranee sia per l'obiettore come ricevere un accanimento terapeutico, in quanto egli si ritrova costretto a vivere fino alla morte la sensazione dell'"impurità".

Nessuno qui vuole mettere in dubbio i sentimenti e i moti della coscienza di nessuno; però, a mio modo di vedere, un medico che voglia agire in considerazione di tali situazioni interiori e squisitamente personali non può farlo senza permettere, con il proprio stesso assenzo, che la fede "condizioni" la propria attività, ossia senza permettere che i due universi, scienza e fede, si fondano arbitrariamente per soddisfare le personali necessità di un individuo: in fin dei conti, se di coscienza parliamo, il paziente non è certo l'unico ad averne una, e se la mia coscienza di medico mi suggerisce che avallare il "suicidio" di un paziente non mi permetterebbe più di guardarmi nello specchio, perché mai la mia obiezione dovebbe valer meno di quella del paziente suicida?

Altra faccenda, con ben altri risvolti, è quella che, secondo la mia opinione, rientra più legittimamente nella definizione di "accanimento": l'attività medica volta a prolungare nel paziente non tanto uno stato di sofferenza fisica, ma piuttosto una condizione di "mancanza di dignità".

Apro una parentesi. Ciò che mi sorprende, e non poco, è che la difesa strenua dell'obiezione di coscienza del paziente arriva spesso da quelle stesse persone che in altre situazioni esigono la totale indipendenza del mondo laico (con le sue leggi) da quello religioso (con le sue chiusure mentali). Mi domando: queste persone, così brave a "comprendere il prossimo", si sono mai domandate come la penserebbe un obiettore di coscienza se reso psicologicamente indipendente dal mondo che l'ha indottrinato? È più o meno lo stesso problema che si pone nei confronti delle donne islamiche costrette a indossare il burqa; ma lasciamo stare.

Non posso però non chiedermi anche: tutti questi "empatici", come la penserebbero se ad impedire trasfusioni e trapianti non fosse Geova, ma il Dio cattolico? Penso di avere, oggigiorno, un motivo per farmi questa domanda: dare del lobotomizzato a un cattolico che sceglie di restare vergine fino al matrimonio và bene, ma se Geova dice "vaffancùlo e crepa anche se non è il momento"... nulla da eccepire; come mai?

Sono convinto che sulla questione dell'accanimento terapeutico sia alquanto improbabile che gli uomini riescano un giorno a raggiungere un compromesso: è qualcosa che và troppo al di là delle nostre "piccole" leggi per pretendere di costringerla entro le clause di un codice. Ogni volta che la cronaca solleva il caso di un uomo o una donna costritti dalle circostanze a una vita che nessuno (se non i soliti Ratzinger e Magdi Allam) si sentirebbe di definire vita, và a finire sempre nello stesso modo: mentre la gente litiga e si insulta, gli interessati fanno ciò che era previsto dall'inizio. Si pretende, in sostanza, di portare il dramma nella vita sociale perché qualcuno, non si sa bene chi, scriva una legge o un comma che permetta di fare ciò che, in realtà, si è sempre fatto anche senza leggi né commi. Si urla alle ingerenze della Chiesa: non che a me vada a genio la posizione di Roma in merito al concetto stesso di "vita", ma con tutte le leggi in vigore, a partire da quella dell'aborto, che non sembrano aver preso troppo sul serio le recriminazioni d'Oltretevere, deve pur esserci una ragione se non abbiamo ancora una legge che "regoli" la realtà di quella sottile linea tra vita e non-vita, dando alla non-vita quell'ultima spintarella che le manca per diventare morte. Mi chiedo come si possa ancora pensare che una legge, per quanto virtuosa, risolverebbe una questione di tale portata.

Ma allo stesso tempo non capisco come si faccia a chiudere gli occhi davanti all'enorme differenza che intercorre tra la non-vita di una Eluana Englaro e la presunta non-vita di un testimone di Geova obiettore. Mi pare persino offensivo stare qui a parlarne.

Ed è offensivo nei confronti della professione pretendere che un medico accetti situazioni dettate unicamente da convinzioni non empiriche (lo dico da credente). La "favola" di Abramo e Isacco ci indigna ormai tutti allo stesso, specie se presa alla lettera; l'obiezione di coscienza di chi rifiuta una trasfusione o un trapianto... quella no, non c'indigna, perché quella la liquidiamo con il nome di "libertà di scelta".
?
2010-09-29 11:56:08 UTC
Stai paragonando un raffreddore ad un malato terminale o a un coma vegetativo! Non mi sembra pertinente, comunque ognuno ha diritto di scegliere della propria vita; in Italia (e nella maggior parte delle culture occidentali) se una persona è in percicolo si fa di tutto per poterla salvare, anche se ciò può sembrare un inutile accanimento. Si parla di decidere se far morire una persona o meno, io credo che ognuno abbia diritto di scegliere per sè stesso, ma è chiaro che la chiesa, come guida spirituale e etirca del nostro paese, apra un dibattito etico-morale. Ma anche chi non è di chiesa lo fa: io per esempio non credo che se si decide di far morire una persona si vada contro il volere di Dio, bensì credo che sia un'arresa e che la scienza è certa solo al 99,9% e non si sa mai: io in quello 0,1% ci credo! La mia è solo un'opinione. Pensa ai testimoni di Geova che non accettano le trasfusioni di sangue: se accade ad un minore i medici devono effettuare una trasfusione perché sono (per fortuna) moralmente obbligati, anzi diciamo che devono farlo per legge. Questo tema è molto scottante ed io biasimo chi dice che andare contro il volere di Dio è sbagliato (poi quale volere? e chi non crede? ora vogliono mettere farmacisti obbiettori di coscienza che possono decidere di non vendere la pillola anticoncezionale.. ma ci si rende conto?! e chi la prende per scopi curativi?) ma sono personalmente contro l'eutanasia nonostante non sia credente. E poi dai! il raffreddore non "te lo da Dio per punirti" questo per me è assurdo, tutto dipende dal caso e se anche dipendesse da Dio che io abbia il raffreddore mi curo, non penso certo di "offenderlo"! E credo che questo lo pensino anche una buona parte di credenti. Se dessimo tutte le responsabilità a Dio, o chiamiamolo pure destino, allora saremmo un popolo di irresponsabili che accetta tutto com'è senza pensare a possibili soluzioni, senza usare l'ingegno che L'EVOLUZIONE ci ha dato.



@ Erich: "Bene, è una tua opinione:

quindi, se ti affidi a quello 0,1% fallo sempre, per coerenza....sia quando si ha una malattia grave, sia quando si ha una banale.

Se no, troppo facile..."



Non mi è molto chiaro il tuo concetto, cosa c'entra lo 0,1% con un raffreddore? Stiamo parlando di possibilità di guarirne? Beh, allora può esserci uno 0,1% di probabilità che un raffreddore diventi cronico ed io lo tengo in considerazione, non sono incoerente... Mi stai dando dell'incoerente perché sono contraria all'eutanasia?



@ Erich: "La mia domanda è un'altra,ossia:

"se avete una qualsiasi malattia, siete talmente coerenti con voi stessi da affidarvi alla volontà di Dio in qualsiasi caso, o ricorrete alla scienza quando vi fa comodo?""

Beh, allora dovresti esprimerti un po'meglio; allora la mia rsposta è questa: io mi affido sempre alla scienza! Se si vuole parlare di coerenza allora coloro che credono che bisogna accettare sempre il volere di Dio e poi non vogliono "staccare la spina" allora sì che sono incoerenti, ma è un ragionamento un po' facile, io non le biasimo queste persone ma non perché la penso come loro, bensì perché di fronte alla morte un po' d'incoerenza ci può anche stare!!!
?
2010-09-29 10:36:12 UTC
L' eutanasia offenderebbe Dio perché rende inutile lo sforzo che Lui ha fatto ad inventare tante "belle" malattie per toglierci la vita facendo soffrire noi e vivere bene i medici , per giunta. E siccome un dio per bene non lo avrebbe mai fatto, vuol dire che non esiste.
♥ Ichigo ♥
2010-09-29 10:26:23 UTC
un conto è l'eutanasia un conto e prendere un aspirina



non sono in disaccordo con te (per me l'eutanasia, se la persona l'ha richiesta, va rispetatta la scelta) ma diversi hanno fatto domande simili

non so nemmeno quanti cirstiani lo sappiano



"Il Signore infatti dà la saggezza;

dalla sua bocca provengono la scienza e l'intelligenza."

Proverbi



ci sono altre frasi simili



per un credente, negare la scienza spesso signfica negare ciò che Dio ci ha donato

(da dove vengono molte medicine? dalla natura, e chi ha creato tutto? Dio)

almeno per me è così (parlando in generale)

ma non seguo più religioni istituzionalizzate o precostitute...
NeuroWalker
2010-09-29 10:25:23 UTC
Ma a parte l'aspirina, è la stessa semplice frase



"la vita è un dono di Dio. Quindi, spetta a lui decidere quando toglierla"



ad essere in feroce contraddizione con il costringere un cristiano a sopravvivere attaccato a una macchina, quando invece Dio lo porterebbe via con sè.



Non ci credo che nessun cristiano sia in grado di capire ciò. Preferisco credere sia solo ipocrisia.
odibollenti
2010-09-29 10:13:52 UTC
non solo, ma quando mai i cattolici hanno imposto l'obiezione di coscienza contro il servizio militare ai loro fedeli? eppure un soldato toglie la vita a qualcun altro. Ed in questa ottica che ci fanno i cappellani militari (oltre a percepire un ricchissimo stipendio)?
maxxx74
2010-09-29 10:11:21 UTC
Stai paragonando l'eutanasia a una cura di una malattia.

Non ha alcun senso.
anonymous
2010-09-29 13:14:52 UTC
Interessante ma penso che qui molti inseriranno idee personali più che altro.



cmq per teologo cattolico:



Un esempio:



2Cronache 36:16-17

16 Ma essi si beffarono dei messaggeri di Dio, disprezzarono le sue parole e schernirono i suoi profeti al punto che l'ira del Signore contro il suo popolo raggiunse il culmine, senza più rimedio.

17 Allora il Signore fece marciare contro di loro il re dei Caldei, che uccise di spada i loro uomini migliori nel santuario, senza pietà per i giovani, per le fanciulle, per gli anziani e per le persone canute. Il Signore mise tutti nelle sue mani.



Cmq spesso il lavoro viene fatto anche da diversi suoi aiutanti.



Se poi si vuole dire che l'antico testamento e l'apocalisse sono favole o storie mitologiche allora è un altra cosa ma finchè si crede siano vere la questione cambia.
anonymous
2010-09-29 10:51:25 UTC
MASSIMO RISPETTO PER LAGUNA ROCK!
Aldo
2010-09-29 10:19:36 UTC
Io sono totalmente ATEO.. e non semplicemente agnostico! quindi sono d'accordo con te..



la frase "la vita è un dono di Dio. Quindi, spetta a lui decidere quando toglierla" è di un ipocrisia esagerata.



Io invece mi chiedo.. se Dio ci ha dotati di libero arbitrio (come dicono loro) allora nessuna legge umana può impedirmi di praticare l'eutanasia!



e qui il loro castello di credenze crolla.. in questo modo, se dovessi essere esposto al solo giudizio di Dio, io potrei uccidere e rubare senza che nessuno debba farmi nulla! perchè solo Dio può decidere cosa mi merito..



Mi fanno una tristezza i credenti....
anonymous
2010-10-02 00:38:45 UTC
@ Teologo cattolico:



"premessa falsa: Dio non toglie la vita."



--- >Premessa vera : e tu dovresti conoscere di più la teologia prima di fregiarti di certi pretestuosi titoli:



"IL SIGNORE FA MORIRE e fa vivere,

FA SCENDERE AGLI INFERI e risalire."

(1Samuele 2:6)



"SONO IO CHE DO' LA MORTE e faccio vivere;

IO PERCUOTO e io guarisco

e nessuno può liberare dalla mia mano."

(Deuteronomio 32:39)



"Bene e MALE, vita e MORTE,

povertà e ricchezza, TUTTO PROVIENE DAL SIGNORE"

(Siracide 11:14)



"Poiché I SUOI GIORNI SONO FISSATI DA TE, IL NUMERO DEI SUOI MESI DIPENDE DA TE, e tu gli hai posto un termine che non può oltrepassare" (Giobbe 14:5)



"Il Signore gli disse: «Chi ha dato una bocca all'uomo o CHI LO RENDE MUTO O SORDO, veggente o CIECO? NON SONO FORSE IO, IL SIGNORE?" (Esodo 4:11)









"Perchè io sono il Signore E NON C'E' N'E' ALTRI.

Io formo la luce e CREO LE TENEBRE

faccio il bene e PROVOCO LA SCIAGURA;

IO, IL SIGNORE, COMPIO TUTTO QUESTO!"

(Isaia 45:7)





Attento che questi versi della Bibbia, dicono ESATTEMENTE E CON ANCORA PIU' TENACIA E CHIAREZZA di ciò che ha affermato Benedetto XVI. Quindi se dai il torto al tuo Papa dai il torto agli autori stessi della Bibbia e quindi al tuo stesso Dio che gli ha ispirato queste parole.
ombra mattutina
2010-09-29 19:15:38 UTC
Caspita! Qui c'è gente per cui medici e sanità pare non servano a nulla perchè si immolerebbe alla prima bronchite senza richiedere un aiuto. Pensa che risparmio per lo Stato: niente USSL, niente ospedali, ambulatori, pensioni di invalidità, ecc., ecc.., ecc.

Altri invece (e conosco la gente di quel genere), scandalizzati e pronti ad iniziare una crociata contro tutti gli 'infedeli' eutanasari. Sono gli stessi che poi avallano le politiche di guerra che 'eutanasiano' con la stessa facilità terroristi e civili, o condannano alla morte in mare, o peggio ancora, incarcerati nelle prigioni libiche o nei deserti, tentando di ritornare a casa, tutti coloro che la loro superiore civiltà e fede religiosa, decide che non sono degni di essere aiutati. Sono quelli che si battono per la vita, sopratutto la loro, in sfilate e processioni per la famiglia, per poi 'eutanasiare' omosessuali, divorziati, ecc.; che spargono la momentanea lacrimuccia per la morte di Taricone, i Vianello, l'ultimo 'eroe' morto in Afghanistan, dimenticandosi completamente delle centinaia di famiglie distrutte da morti sul lavoro.

Queste persone mi fanno un'enorme pena, anche perchè, se sono cattoliche (non dico cristiane perchè non meritano questo 'alto' appellativo), dovrebbero sapere che Dio ha lasciato all'uomo qualsiasi decisione egli prenda, attraverso il libero arbitrio. Le scelte personali sono dunque inderogabili, indiscutibili, fino al momento in cui non si danneggia qualcun altro. Dunque se uno non vuole l'eutanasia, nessuno avrà mai il potere di fargliela accettare. E così dovrebbe essere al contrario, tenendo presente che un 'dramma' ed una 'situazione' come l'eutanasia, non può essere discussa a livello standardizzato, perchè come ripeto, è una faccenda assolutamente e profondamente personale e non collettivo, discussa solo da equipe mediche specializzate ed attuata solo nel momento in cui la 'scienza attuale' non riesca ad essere d'aiuto se non tra molto tempo. Per finire, se queste persone sono dotate di così grande fede, mi aspetto da loro che facciano 'miracoli' e vadano in giro per gli ospedali a togliere sofferenze e dolori come 'tentano', spesso invano, di fare i nostri medici. Altrimenti stiano zitti, perchè l'ultima parola deve essere del povero e non del ricco, dell'ammalato e non del sano che già vive bene e senza problemi così gravi.


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