Domanda:
Se non ci fosse nessuno ad osservare l'universo, esso esisterebbe ugualmente?
anonymous
2012-01-15 05:37:48 UTC
Se non ci fosse nessuno ad osservare l'universo, esso esisterebbe ugualmente?
Otto risposte:
?
2012-01-15 08:09:47 UTC
In altre parole ciò che esiste continua ad esistere anche se nessuno ne ha più coscienza?

Detto ancora diversamente è la coscienza della loro esistenza a rendere esistenti le cose?

La domanda è intrigante perché il modo di esistere delle cose dipende senza dubbio dall' osservatore.

L' universo che vediamo noi dipende dalla nostra sensibilità ad una certa parte dello spettro elettromagnetico, dal rosso al violetto.

Occhi sensibili alle onde radio o ai raggi x vedrebbero cose assolutamente diverse.

In effetti la visione della realtà è influenzata da una quantità di caratteristiche dell' osservatore per cui ciò che ognuno percepisce non è che un aspetto della molteplicità del reale.

Questa constatazione risulta facilmente comprensibile ed accettabile.

Ma ciò che chiede la domanda si spinge ben oltre.

Occorre riflettere sul significato attribuito al termine esistere.

In prima istanza la differenza tra quanto esiste e quanto non esiste sembrerebbe basarsi esclusivamente sulla percezione dell' osservatore. Classico il "io credo solo in ciò che vedo" e tutte le polemiche sull' esistenza del non percepibile.

Posso sostenere che i raggi UV non esistono perché non li vedo. La loro esistenza diventa però innegabile quando, in virtù di uno strumento tecnologico, io venga messo in condizione di percepirli oppure, sulla base di una speculazione inequivocabile, la loro esistenza venga desunta dalle conseguenze sulla realtà percepibile.

Questo porterebbe a pensare che realtà impercepibili anche per i loro effetti possano essere definite non esistenti senza timore di smentita.

Tutto ciò mi ricorda la questione dell' etere, la cui esistenza fu desunta inizialmente dalla necessità di un mezzo che giustificasse la propagazione delle oscillazioni elettromagnetiche e successivamente smentita dalla mancanza di altri riscontri.

Definito così l' inesistente (non percepibile e privo di effetti sul percepibile) mi sembra che l' esistente non possa prescindere dalla sua percepibilità o dai suoi effetti sul percepibile.

Detto questo però salta immediatamente agli occhi come il riconoscimento dell' esistente dipenda strettamente dalla presenza dell' osservatore e in altre parole come, l' assenza di osservatori, che è l' ipotesi della domanda, renda impossibile discriminare l' esistente dal non esistente e quindi mettere in dubbio l' esistenza dello stesso universo.

La faccenda sembra quadrare anche adottando un altro punto di vista.

Prima della mia esistenza nulla esisteva (per me) e solo il mio esistere ha consentito il dipanarsi della realtà che ora i miei occhi riconoscono. Potrei quindi concludere che è solo la mia esistenza, assieme a quella di tutti gli altri, a rendere riconoscibile l' esistente.

In conclusione mi sembra di poter dire che la mancanza di osservatori renderebbe indecidibile l' esistenza dell' universo (anche se non credo che questo sia sufficiente a definirlo inesistente), la cui realtà diventerebbe comunque irrilevante e priva di significato.

Bella domanda. Mi ha fatto riflettere su aspetti inconsueti del rapporto tra coscienza e realtà come non mi era mai capitato di fare.
?
2012-01-15 05:40:26 UTC
credo di si :D
?
2012-01-15 07:25:44 UTC
Per rispondere a questa domanda bisognerebbe determinare il ruolo dell'osservatore: esso è attivo o passivo? Coinvolto nel processo di "computazione della realtà"? Ne è il creatore-componente o componente-creato? E... in che misura?

Vedi, di fatto è impossibile rispondere alla tua domanda: può darsi che l'umanità sia un insieme di enti che inconsciamente plasmano la realtà con il solo pensiero; o forse il creatore-componente del tessuto della realtà è una sola parte dell'umanità, o un singolo individuo, e quindi un singolo ente, più o meno consapevole di quale sia il suo ruolo in tale "gioco computazionale".

Peraltro nessuno di noi potrebbe essere il creatore-componente; ognuno potrebbe essere un componente-creato, subordinato al vero "programmatore inconscio" o conscio di questo sistema di realtà. Come è possibile determinare ciò?

Mettiamo che tu sia il creatore-componente di questa realtà, che tu sia il centro inconsapevole di gravitazione del Tutto e che le nostre realtà soggettive siano subordinate alla tua. Se la morte è una trasmutazione di condizione, un passaggio dallo stato di essere a quello di non-essere e se quindi essa rappresenta una dipartita da tutto questo sistema, la tua morte sarebbe la morte del Tutto: essendo il Tutto subordinato al componente che ne è l'inconsapevole artefice, allora il Tutto non dovrebbe poter esistere senza il suo artefice. Tuttavia, affinché tale condizione sia reale, è necessario che il Tutto non sia autonomo. Come una fantasia: se, mentre qualcuno immagina qualcosa, questo qualcuno muore, ciò che egli immaginava ipoteticamente svanisce nel nulla. Tale fantasia non può esistere da sé e di per sé perché non autonoma in quanto incompleta: ma tale proprietà della realtà immaginata è valida anche per il Tutto-creatore-creato nel quale siamo immersi? Questo è l'interrogativo primo al quale dovremmo rispondere per procedere nel discernimento della risposta al tuo quesito.
fabio
2012-01-15 08:44:39 UTC
Ho presente molto bene il gatto di schrodinger, MI sto laureando in fisica =)

Comunque, bisogna far presente un errore che molto spesso si compie circa il gatto:

Con "osservare " non si intende un azione umana con qualcuno che dice "ah si è vivo, per fortuna!"

Ma si intende un QUALSIASI fenomeno fisico che estrae l'informazione gatto vivo/ gatto morto. Anche se poi questa informazione viene persa un femtosecondo dopo ^^

Per cui quello del gatto nella scatola è un paradosso, non un esempio 'vero'.



Per cui si, stando alla fisica, e come riferimento a quanto chiedi alla Meccanica quantistica, si, esisterebbe comunque.

Se qualcuno sostiene "se non lo vediamo come facciamo a dire che esiste"?

sta facendo filosofia.

E solo perchè un'idea è più bella non implica che sia vera.

Tieni conto che la MQ è ciò che ci permette di usare computer, elettronica digitale ed un sacco di altra roba... Per cui attenzione a dire che non ci 'credi' ^_^
anonymous
2012-01-15 09:04:22 UTC
Domanda intrigante, dipende da quale interpretazione della meccanica quantistica è quella corretta.

La Mq non è deterministica ma probalistica. Ciò significa che gli stati degli oggetti o dei sistemi fisici, a livello subatomico, contengono l’informazione relativa a un insieme di valori possibili, ciascuno dei quali con una sua probabilità di divenire reale, e che congiuntamente costituiscono le soluzioni di particolari equazioni matematiche, come la funzione d’onda di Schrödinger.

Affinchè uno di questi valori possibili diventi reale, è necessario l’intervento di un “osservatore” che, con le sue osservazioni, faccia in qualche modo collassare il sistema in uno stato definito.

Il ruolo dell'osservatore nel collasso in Mq è stato ampiamente dibattuto e sono sorte varie interpretazioni sul ruolo dell' ''osservatore''.

Se fosse corretta l'interpretazione di Copenaghen in ogni caso l' ''osservatore'' determina il collasso mediante la misura, pertanto l'osservatore contribuisce nel creare una realtà piuttosto che un'altra, ma in ogni caso l'universo esisterebbe comunque.

Se l'interpretazione della meccanica quantistica di Eugene Wigner fosse corretta, in questo caso senza un osservatore cosciente l'universo non esisterebbe proprio, visto che per Wigner la causa del collasso è la coscienza.

Se fosse vera ad esempio l'interpretazione di Everett (o dei molti mondi),nella quale l'equazione d'onda non collassa affatto, e per ogni possibile soluzione dell’equazione abbiamo la manifestazione di una realtà diversa allora indipendentemente dall' ''osservatore'' tutti gli universi possibili si realizzano.



@Fabio

Fondamentalmente ciò che dici è assolutamente corretto per ogni interpretazione della Mq tranne per quella di Wigner per la quale la causa del collasso è proprio la coscienza.
Benny
2012-01-15 06:25:00 UTC
Certamente.

Quando sei in bagno nessuno ti vede (suppongo) ma non per questo smetti di esistere.
?
2012-01-15 06:20:20 UTC
interessante. la parola "esisterebbe" è riferita a un sistema umano, quindi transitoria e manca della necessaria oggettività. purtuttavia non avendo teoricamente nessuna persona percezione di universo esteso come realtà fattuale ne conseguirebbe che l'universo non ci sarebbe. è l'essere umano che dà esistenza alle cose che lo circondano.
anonymous
2012-01-15 05:52:09 UTC
Spiegami questa....tu sostieni che se nessuna persona osserverebbe l'universo, questo magicamente dovrebbe scomparire...

Direi che il nick è una conseguenza della domanda...


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