da quello che riporti sembra invece che la mamma di scimpanzè non si sia ancora accorta che il cucciolo è morto (magari lo pensa addormentato e malato), per questo lo porta ad "esaminare" dal gruppo...tutt'altro che indice di intelligenza. Il cosidetto periodo di transizione non è una forma di "culto" dedicato al morto, ma il periodo per accertarsi che sia morto, prima di abbandonalro. Non mi sembra molto difficile da capire...ma spendiamo soldi per sostenere ricerche simili anche in Italia?? Perchè io questi problemi li risolvo "a gratis" rispondendo alla domande su RS
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@parfurmer: ovvio che ha capito che è successo qualcosa di "grave", nel senso che il cucciolo non reagisce come sempre...da qui a parlare di coscienza della vita e della morte vi è un abisso. gli animali sono essere senzienti, non auto-coscienti. mai visto un cane che "riconosce" il padrone (ma anche il cibo rispetto ad un pezzo di legno che non può magiare?? cosa ne deduci? che è autocosciente?? cosa aggiunge l'esperimento effettuato al riconoscimento che notoriamente l'animale ha per il mondo esterno?? ..mah...
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@marco: appunto, semmai sono più interessanti i famosi e significativi "riti funebrii" degli elefanti. la notizia che riporti non dice nulla di nuovo, non rivela l'autocoscienza religiosa dell'animale. Sono comportamenti che si spiegano nella cura che gli animali hanno reciprocamente e per il gruppo. Non capisco perchè dovrebbe essere indice di autocoscienza la cura che una madre di scimpanzè ha nell'osservare se il cucciolo sta dormendo o morto, rispetto alla cura per il cucciolo vivo.
Mi sfugge la dimsotrazione. Se mi argomenti meglio posso trovare rilevante la notizia, altrimenti non ne capisco il valore.
aggiungo: a dire il vero nella tua domanda chiedi se gli scimpanze riconoscano il "significato di morire". Ecco, posso dirti che non ho dubbi che riconoscano - e non immediatamente ma dopo un certo periodo "di transizione" - la differenza tra scimpanzè vivo e morto (come una infinità di altre differenze, tra i cucciolo proprio e quello dell'altro, da un cibo comestibile e uno meno, ecc); ma non che sappiano in astratto "il senso"di cosa è vivere e morte, il "significato" della vita, della morte, che ne abbiano "i concetti", o che intuiscono un valore assoluto del vivere (come è implicito in un rito religioso, cosa ancora più complessa), o abbiamo una forma di autocoscienza di sè come essere viventi. Questo "significato" (l'ambiguità è su cosa si intende per "significato") non lo colgono, o comunque dall'osservazione riportata non si può dedurre che abbiano una qualche attività di pensiero capace di cogliere "signficati", o non più rispetto ad altre esperienze.
Di solito i due indici della presenza dell'uomo e di una attività di pensiero sono il linguaggio (che dice il significato) e quella specifica progettualità riflessa, che implica astrazione (ad esempio costruisco uno strumento per costruire uno strumento)
Questo è quanto ne penso.
ciao
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@pentler: non ho capito se mi dai ragione o torto...e soprattutto perchè.
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@maimai e abracadabra: ... non dovete sollecitarmi.
Non posso perdere occasione per dimostrare la mia intelligenza: dove i boccaloni - e non mi riferisco certo a @marco meta, che posta sempre le domande con lodevole neutralità e ammirevole rispetto per chi risponde- vedono nel gesto della mamma scimmia un comportamento particolarmente evoluto, ossia una specie di culto religioso funebre per il cucciolo, io non vedo altro che la stupidità della scimmia che non ha ancora capito che il cucciolo è morto.
lo scimpanzè mamma non sta facendo una veglia funebre al cucciolo, cui chiede la partecipazione di tutti, ma se lo trascina dietro solo perchè non ha ancora capito che è morto...non vi vuole un genio per capirlo.
ciao