un po' più di duemila, in verità. la religione esiste da prima del cristianesimo. è nata con l'uomo delle caverne, che vedeva il fulmine e pensava ad una forza ingovernabile che per lui era "dio". così come era dio l'acqua, il fuoco, e tutto ciò che incuteva terrore e paura - e doveva essere placato. dio nasce così nella mente dell'uomo. poi verrà mutuato in una moltitudine di entità - a ciascuno il suo...
capisco la tua domanda, comunque, e come cerco sempre di fare, ti risponderò nella maniera più chiara, esaustiva e pacifica possibile.
Non credo di esser parte di una razza eletta che ha capito il trucco del prestigiatore - ha un suo fascino l'ipotesi, ma sono troppo conscia dei miei limiti per cercare di rispondere a domande di origine metafisica - ma un giorno mi sono messa a studiare. Studiando filosofia, religione, antropologia ho capito che a me le storie preconfezionate non davano risposte. Mi si potrà ovviare che la risposta sta nella fede, ma io la fede non l'ho più da quando avevo 11 anni. Non c'è una risposta che una scrittura mi possa dare se non ho fede - e dunque perché mi devo forzare a credere? sarebbe un controsenso. Prova a pensare a come staresti tu se un tuo amico - il più importante per te - ti desse motivo di dubitare di lui. Motivi fondati, non cacatine. E che tutto quello che ti racconta ti suonasse falso, ipocrita, una bella storia a tuo uso e consumo con cui baloccarti, ma che non ti da risposte VERE. Io mi sono sentita così. Perchè la religione non mi da risposte, se non quelle preconfezionate da qualcuno che le sforna come pacchi regalo a Natale. E arrivo a dirti. IO ammetto che un tempo mi è mancato qualcosa. Quando mi sforzavo di credere senza peraltro riuscirci. Di sicuro la mia non è una posizione di vantaggio in questo senso - se io dovessi perdere tutto ciò che mi lega alla mia esistenza umana non avrei niente per cui vivere dopo, ma se non altro vivo secondo i MIEI canoni, non faccio del male a nessuno e sono una persona per bene.
Non mi sento nemmeno troppo sola - con me stessa sto benissimo e ho degli amici, un ragazzo, un pezzettino di famiglia. Non ho niente di soprannaturale a cui aggrapparmi - e a proposito, NO io non prego...che non credente sarei? - ma ho la MIA forza, e quella delle persone che amo, riamata da loro.
Tutto sommato mi basta.
Non reputo sbagliato andare a cercare il senso della vita in qualcosa di più alto - dio, il fato, il destino... - è una ricerca propria dell'uomo. Le persone che tu citi però troppo spesso vanno in chiesa per:
- quieto vivere (genitori, parenti, compaesani)
- convenienza (magari non è vero ma perché rischiare?)
- abitudine
- supporto psicologico (mi aggrappo a dio perché da solo non ce la faccio)
Le chiese sono perlopiù piene di gente che ci va solo perché è quasi costretta, abituata così da vent'anni o ha paura che se poi dio c'è finisce all'inferno.
Chi crede davvero, ferventemente, ha tutto il mio rispetto - specie se non mi guarda come un mostro destinato all'inferno solo perché la penso diversamente da lui - ma se guardiamo in faccia la realtà i veri credenti sono molti meno. E usare la religione come stampella mi pare un filo riduttivo, no?