Kaarot SEVEN (BANNATO 6)
2009-07-25 10:36:50 UTC
Obiettivamente, se si è curiosi e si vanno a cercare le notizie per provare a mettere insieme un quadro ragionevole della situazione si trova subito una mole di dati notevolmente contraddittori tra loro.
Se alcune fonti parlano di difficoltà di infezione e trasmissione del virus (per le sue caratteristiche biologiche) altre invece puntano il dito proprio sulla estrema facilità di contagio che provocherebbe “danni” quindi sulla quantità di popolazione infettata. Se leggiamo che la mortalità è bassa e simile o addirittura inferiore a quella di un'influenza stagionale altri però sottolineano che potendosi verificare un contagio più esteso di conseguenza ci sarà un numero di vittime superiore al solito.
Se alcuni ci parlano di un vaccino che risolverà la questione, altri ci dicono pure che questo vaccino è sviluppato basandosi su ceppi influenzali identificati nel maggio scorso. E, come ci dicono altre fonti istituzionali autorevoli, il pericolo del virus sta nel suo cambiamento.
Se ora è più o meno inoffensivo, la mutazione naturale che ogni virus compie nel suo ciclo biologico potrebbe renderlo molto più aggressivo e mortale. Sorge quindi la domanda sull'utilità del vaccino basato sul virus precedente. Che ce ne facciamo poi? Senza contare che ci sono anche altri medici che sostengono che vaccinare senza aver sottoposto il vaccino stesso a un periodo di controllo e farmacovigilanza (sugli effetti collaterali), così come dovrebbe essere per legge, può essere anche più rischioso del contrarre la malattia influenzale.
Ci sono però alcune riflessioni di fondo che mi pare nessuno faccia. Sono molto semplici e sembrano tuttavia rimosse dal contemplare umano occidentale.
Una è di chi è il corpo che portiamo in giro. Ossia nessuno si pone la domanda se sia lecito o meno che uno Stato o un'organizzazione internazionale abbiano il potere di decidere sul nostro organismo al di sopra della volontà di chi lo incarna, in tutti i sensi che gli vogliamo attribuire a seconda delle nostre credenze filosofiche e/o religiose.
La cosiddetta questione etica, tanto dibattuta in altri ambiti scientifico-sanitari, di fronte al terrore abilmente indotto svanisce. Virale o no, mortale o no, quello su cui tutti sorvolano è perché mai qualcuno dovrebbe decidere per noi. Al giorno d'oggi può sembrare addirittura un'affermazione eretica, ma la libertà di decidere come morire o guarire (e cosa rischiare o meno) credo dovrebbe essere solo nostra e di nessun altro. Ci sono dei padroni anche della nostra vita? A chi la diamo in mano? A qualche ministro o sottosegretario di turno? Li conosciamo? Sono affidabili? (si prega di trattenere le risate sguaiate).
La libertà di scelta terapeutica sarebbe un paletto imprescindibile di una società veramente democratica. E questa libertà dovrebbe essere esercitata sulla base di un'informazione veramente libera e indipendente che offra, attraverso sue istituzioni sganciate da qualsiasi potere di controllo politico od economico, una notevole quantità di dati coi quali ognuno si possa costruire le proprie opinioni personali e compiere le proprie scelte nel rispetto degli altri.
E qui non si dica che tali responsabilità che abbiamo nei confronti degli altri sono le medesime che indurrebbero alla vaccinazione coatta. È un ragionamento di dubbia onestà. Questa motivazione viene solitamente finalizzata a coprire solo determinate categorie di situazioni normali dell'esistenza.