Diciamo che ci sono alcune cose da rivedere...
Innanzitutto, quando rifletti su un mito, non puoi considerare solo una delle sue tante versioni (specie se, come quella di Eschilo, è una versione a) teatrale e b) recente).
Inoltre, nella mitologia cristiana ed ebraica, Lucifero è il male, non il bene, e si rivolta coscientemente a Yahwè per arroganza ed ambizione personale.
Nel mito greco invece, fatto questo comune a tutte le versioni che mi vengono in mente del mito di Prometeo, il titano è buono, mentre Zeus è "cattivo" (le parti sono rovesciate) e il mito quindi si affianca a tanti altri che hanno questo doppio tema comune: da una parte, l'invidia e la gelosia degli dèi verso gli uomini che hanno (troppo) successo; dall'altra, la giusta punizione di coloro che hanno osato sfidare gli dèi (senza che però vengano davvero visti come "cattivi" dagli uomini).
Probabilmente c'è un medesimo archetipo alla base delle figure di Lucifero e Prometeo e delle loro vicende (e ancor di più tra Prometeo ed il serpente dell'Eden). Però non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, poiché, come ho evidenziato, la questione è stata risolta in modo differente e diametralmente opposto dalle due culture: da una parte, un cieco servilismo ed un'assoluta sottomissione da parte di Ebrei e Cristiani a Yahwè; dall'altra sì un dovuto rispetto verso gli dèi, ma soprattutto una sentitissima ed umanissima solidarietà verso Prometeo & Co.
Quanto a Cristo ed Ercole, boh... Ercole è un eroe terreno, civilizzatore: non porta il messaggio di un futuro regno del dio in terra o di una rinascita dopo la morte (egli sì fa avanti e indietro dagli Inferi un paio di volte, ma sempre da vivo e per ben altri motivi che la resurrezione personale).
Insomma, cercare tutte queste corrispondenze tra personaggi mitologici caratterizzati da contesti culturali così differenti, secondo me, è una gran perdita di tempo: interessante sì notare la presenza di archetipi, ma si tratta appunto di archetipi che poi si evolvono in maniere completamente diverse nei vari contesti, non di personaggi fatti con lo stampino. E' molto più utile ed interessante invece notare le differenze piuttosto che le somiglianze.
@flutist:
"Ma tenendo per buona la mitologia giudaico-cristiana, penso che siano molto più forti le analogie con la mitologia norrena."
E infatti si sospetta che i cari monaci che ci hanno passato i miti scandinavi, li abbiano involontariamente "sfumati" dandogli un aspetto più "cristiano"... O perlomeno immagino che tu ti riferisca al Ragnarok...
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1) hai parlato di hybris e nemesis dopo che io ti ho risposto...
2) io non ho contestato la proposta di somiglianza lucifero-cristo (e perché avrei dovuto, visto che non l'hai fatta?) ma lucifero-prometeo e cristo-eracle.
3) "Trovo assolutamente inutile invece quanto proponi,cioè osservare le differenze tra i vari miti,che e' ovvio che ci siano.Semmai ha senso quanto hanno fatto i docenti di mitologia comparata,studiarne le analogie ( che esistono) al fine di comprendere degli aspetti trascurati delle varie religioni, o miti, che dir si voglia."
Considerare le analogie era utile quando si voleva dimostrare che i miti di tutto il mondo hanno origini comuni (parliamo di decenni fa). Ora che si sa dell'esistenza degli archetipi (e qui la questione è più psicologica che storica) ciò è scontato e quindi mettersi a dire tizio=caio, gesù=sempronio è inutile, poiché è ovvio (quantomeno per gli addetti ai lavori, mentre lo stupore degli esterni è prevedibile). Proprio per questo invece sono le differenze che contano, poiché I) non sono affatto ovvie come dici: se tutti i miti hanno origini comuni (gli archetipi), perché non sono tutti uguali? perché le religioni non sono tutte uguali? perché le culture non sono tutte uguali? Esaminare le analogie non dà risposta a queste domande.
II) le differenze mi permettono di capire lo sviluppo del mito, cosa è stato aggiunto, cosa tolto, cosa mutato e perché. Con le analogie, proprio perché analogie, proprio perché vacche nere in una notte senza luna, tutto ciò non è possibile.
Però forse comprendo comunque perché preferisci ragionare così...